Un nuovo intervento nella Cardiologia dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria grazie ad una metodica che permette di effettuare le estrazioni di elettrocateteri, come spiega il direttore Gianfranco Pistis: «L’estrazione è un intervento che avviene per via percutanea – evitando quindi interventi a cuore aperto – per eliminare aderenze createsi con il tempo all’interno del cuore ed estrarre gli elettrocateteri. Si tratta di un intervento impegnativo e delicato a causa della possibilità di complicanze legate al rischio di lacerazioni a carico delle strutture vascolari all’interno delle quali decorrono gli elettrocateteri, elettrodi utilizzati nell’ambito dell’impianto di pacemakers o defibrillatori con la funzione di portare l’impulso elettrico. In alcuni casi, estremamente rari, il sistema di elettrostimolazione o defibrillazione può andare incontro ad infezione: quando accade, la terapia farmacologica a base di antibiotici non è sufficiente perché difficilmente è possibile eliminare l’infezione da corpi estranei. Talvolta è possibile che l’infezione comporti un vero e proprio quadro di endocardite con presenza di vegetazioni all’interno delle cavità cardiache costituite da colonie di batteri».  

Per tutte queste ragioni, interventi come questi vengono effettuati in centri specialistici, proprio come la Cardiologia di Alessandria, come ricorda ancora Pistis: «Spesso l’intervento di ‘estrazione’ è preceduto da una terapia antibiotica per ridurre le dimensioni di queste formazioni; recentemente nella nostra struttura abbiamo trattato il caso di un paziente, inviato da un altro centro, che necessitava di un’estrazione affetto da un’importante quadro di endocardite e con la presenza di vegetazioni particolarmente grandi. La terapia antibiotica non ha portato alla riduzione come previsto dal protocollo, e quindi l’estrazione ‘tradizionale’ non era praticabile. Abbiamo quindi optato per un sistema particolare, che utilizza lo stesso principio della macchina cuore-polmone e permette di prelevare il sangue del paziente in modo veloce, con alti flussi, e di trasfonderlo nuovamente in circolo dopo averlo filtrato. Questa operazione permette di catturare le vegetazioni che rimangono intrappolate nei filtri dell’apparecchio: nello specifico, è stata posizionata la cannula di aspirazione nell’atrio destro, in prossimità delle vegetazioni (costantemente monitorate attraverso immagini ecografiche per mezzo di una sonda transesofagea) ed è iniziata l’aspirazione, che ha permesso la riduzione delle stesse. Successivamente è stato possibile procedere con l’estrazione, eseguita nella stessa seduta, che si è conclusa con successo totale». Si tratta di un sistema abbastanza innovativo, ideato inizialmente soprattutto per l’aspirazione dei trombi vascolari, come spiega ancora il Direttore di Cardiologia: «L’esperienza legata a questa tipologia di intervento è relativamente ridotta: contiamo circa un centinaio di interventi eseguiti finora in tutta Italia in circa 25 centri e per Alessandria è la prima volta. La soddisfazione però è davvero grande, in quanto siamo riusciti a risolvere le criticità di questo paziente, che sarebbe andato incontro ad un intervento ad altissimo rischio e che ora si trova in buone condizioni di salute. Vorrei anche ricordate che l’intervento è stato possibile per l’esperienza nel campo delle estrazioni maturata dal nostro centro e per la stretta collaborazione tra i professionisti delle strutture coinvolte: Cardiologia, Terapia Intensiva Cardiovascolare e Cardiochirurgia.