“Esprimiamo la massima solidarietà e vicinanza agli operatori sanitari coinvolti nell’episodio di inaudita violenza che si è verificato ieri all’ospedale di Imperia, dove alcuni degenti hanno devastato il reparto di psichiatria e ferito sei infermieri, due oss e un medico, ai quali va il nostro augurio di pronta guarigione. Un bilancio tanto drammatico quanto inaccettabile, da cui emerge lo stato di abbandono in cui versa il nostro SSN con l’inizio dell’estate, nonché la bassa considerazione del rischio violenze proprio nei punti più esposti, come i pronto soccorso, i centri per le tossicodipendenze e i servizi psichiatrici di diagnosi e cura (Spdc), sulla sicurezza dei quali non si investe con presidi di sorveglianza adeguati”. Così Giuseppe Carbone, segretario generale Fials, dopo la rivolta al reparto psichiatrico ligure che è stata sedata con l’arrivo delle forze dell’ordine.

“Venga fatta luce sull’esatta dinamica della vicenda – avverte – per evitare che si ripeta, e l’azienda prenda provvedimenti tempestivi a garanzia dell’incolumità dei suoi dipendenti. Non è pensabile lasciare i professionisti senza posti di sorveglianza interni sperando che non succeda nulla o assistere al susseguirsi di episodi come quello di ieri. É evidente che qualcosa non ha funzionato come doveva, e a rimetterci come al solito sono stati infermieri, operatori socio-sanitari e medici. Non oso immaginare cosa sarebbe potuto succedere se non fossero intervenute in tempo le volanti con carabinieri, polizia e guardia di finanza per sedare la rivolta”. “Urge mettere in sicurezza il personale sanitario a rischio ogni giorno – ribadisce il segretario generale Fials – attraverso l’attivazione immediata di misure di contrasto incisive e condivise tra forze sociali e istituzioni”.


Per farlo, la Fials sollecita il ministero della Salute a convocare l’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie, previsto dalla legge 113/2020. Ricordiamo che la norma, entrata in vigore da settembre 2020, recante “Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni”, prevede che le aziende vengano impegnate a stipulare specifici protocolli operativi con le forze di polizia per garantirne il tempestivo intervento, e prescrive sanzioni pecuniarie da 500 a 5.000 euro a «chiunque tenga condotte violente, ingiuriose, offensive o moleste nei confronti di personale esercente una professione sanitaria o socio-sanitaria o di chiunque svolga attività ausiliarie di cura, assistenza sanitaria o soccorso funzionali allo svolgimento di dette professioni».

“Invitiamo come organizzazione sindacale le autorità preposte – conclude Carbone – a potenziare le misure organizzative e di prevenzione nelle strutture sanitarie che nella stagione estiva vedono l’aggravarsi della già pesante carenza di personale sanitario, lasciando scoperti gli operatori rimasti sui luoghi di lavoro. Non è un caso che la rivolta di Imperia si sia innescata durante un cambio turno, problematiche queste che non possono e non devono ricadere sui lavoratori stessi. Si applichi la legge 113/2020, dando corso a misure di prevenzione della violenza sui luoghi di lavoro minimali per un paese civile”.