stemma ceelrionoIl Casato dei Cellerino ha il suo ceppo nell’antico borgo di Borgoglio La storia riportata trae origine dall’epoca delle lotte fra Guelfi, Ghibellini, al milletrecento

La famiglia Cellerino parteggia per i guelfi, è in vista nel rione di Borgoglio, ove ha dimora.

Alessandria, siamo precisamente nel 1228, necessita d’una ristrutturazione al vertice, quindi si ravvisa una nuova forma di governo adeguata alle esigenze di quel tempo.

La scelta cade, secondo le necessità, sull’istituzione di otto anziani, individuati fra la popolazione, con il dovere dell’amministrazione oculata dei beni pubblici, fra questi, i cosiddetti negozi comuni, ossia i rapporti intercorrenti fra il Comune ed i residenti, secondo le informazioni curate dal Ghilini, eminente studioso, consegnate ai giorni nostri il quale assicura la presenza di un Cellerino, inserito fra i nobili, appartenente alla famiglia con il diritto riconosciuto di essere fra i componenti nel Consiglio degli Anziani, il cosiddetto anzianato, incaricati allo scopo anzidetto.

Il nome di Ruffino Celerino è presente fra i mandanti alessandrini per incontrare altri autorevoli incaricati, al fine di concordare i patti con il vincolo della lega, conclusi con il giuramento di reciproca difesa fra Alessandria, Cuneo, Savigliano, Mondovi, Bene (Benevagenna), avvenuto il 9 maggio 1236.

La Casta, al termine del 1200, ha un membro incluso fra i Consiglieri della città con l’incarico di definire le concessione in enfiteusi, ossia valutare i fondi produttivi al fine di apportare opportune bonifiche; nel contempo revisionare il diritto dell’arte molitoria, attraverso la costruzione di mulini, con l’apporto delle migliorie sulle entità esistenti, nonché ristrutturare le sponde dei nostri fiumi affinché l’arte molitoria diventi eccellenza per Alessandria.

Il nuovo secolo, precisamente il 12 febbraio 1300, annovera Alessandro Cellerino fra gli Anziani incaricati ad individuare, fra i più illustri giureconsulti della città, quelli a cui sarà affidato l’incarico di riscrivere gli Statuti del Comune, con particolare riguardo ai componenti dell’ufficio dei Notai del Campanile, ossia degli incaricati preposti a vigilare ogni atto di trasferimento, fra vivi, di beni d’ingente valore.

Le autorità, entro il 1301, dovranno rinnovare i costituenti la Compagnia di Giustizia, detta anche di Credenza; chi vi appartiene è tenuto a tacere, o meglio, mantenere il segreto sugli argomenti discussi, senza rivelare quanto s’è trattato, in merito alle decisioni assunte. Quest’Istituzione pubblica si compone da 800 (?) individui selezionati fra i cittadini ritenuti di valore, residenti in ogni quartiere ai quali è affidato l’incarico di difendere il territorio, se necessario, anche armati.

L’importante vincolo non esclude l’intervento della popolazione di età compresa fra i 10 ed i 70 anni, reclutati previo giuramento con la promessa di sottostare agli ordini dei Superiori, fra cui compare il nome di Antonio Cellerino. Gli alessandrini, su questo fronte si sono battuti sempre con onore, specie quando il pericolo incalza sulla popolazione indifesa. Così è stato nel 1300.

Franco Montaldo


26 maggio 2015