ITALY FREEING SEX SLAVESDue sere fa era stato denunciato per lo stesso reato. Si tratta di un 30enne albanese che, giovedì sera sera, è stato denunciato e messo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria in quanto resosi responsabile del reato di favoreggiamento della prostituzione.

Stessa sorte è toccata ad un alessandrino di quasi 50 anni che, con le medesime modalità, si è reso responsabile dello stesso reato.

I due uomini sono stati controllati dai poliziotti delle “Volanti” della Questura mentre, ognuno a bordo della propria auto, si trovavano nel parcheggio del cimitero di Spinetta Marengo, zona solitamente frequentata da prostitute e non solo.

A seguito del controllo è emerso che i due avevano appena accompagnato “sul posto di lavoro” le rispettive mogli, una cittadina rumena di 28 anni e una albanese di 33.

prostitute in strada - 2INelle vicinanze delle due donne ce n’era una terza, di origine russa (ma cittadina italiana), anche lei dedita al mestiere più antico del mondo, alla quale è stato notificato l’avvio di procedimento dell’emissione del “Rimpatrio con foglio di via obbligatorio” dal Comune di Alessandria.

La 33enne albanese, moglie dell’italiano, è stata invece denunciata per aver violato il provvedimento di divieto di ritorno nel Comune di Alessandria.

Il 30enne albanese era stato oggetto di accertamenti già due sere fa, sempre in frazione Spinetta Marengo, nel corso di un servizio straordinario di controllo del territorio volto a contrastare la prostituzione.

Durante il servizio, mentre un equipaggio delle “Volanti” procedeva all’identificazione di una donna rumena e di due trans, che si trovavano anche loro nei pressi del cimitero di Spinetta Marengo ed erano impegnati palesemente nell’attività di prostituzione, un altro equipaggio procedeva al controllo di un uomo che, mentre era bordo della propria auto, in qual medesimo istante, era stato visto parlare con questi ultimi e che, alla vista dei poliziotti, aveva cercato di allontanarsi.

Esperiti ulteriori accertamenti, è emerso che l’albanese in questione era il marito della rumena appena identificata e che quest’ultimo l’aveva accompagnata, come era solito fare, sul posto ove abitualmente espleta l’attività di meretricio, agevolando, così, l’esercizio della prostituzione.

L’albanese, già destinatario di più provvedimenti di espulsione, da ultimo quello emesso dal Prefetto di Alessandria nel 2012, avverso il quale era stato esperito ricorso, aveva contratto regolare matrimonio in Romania con la cittadina rumena al fine di tentare di sanare la sua posizione sul territorio nazionale e fare ingresso in Italia.

 21 febbraio 2014