Le indagini partite da un deposito di liquori di Alessandria hanno consentito di scoprire una ramificata organizzazione che con un complesso stratagemma e con la complicità di due funzionari delle Dogane, era riuscita ad evitare di pagare l’accise su ingenti quantitativi di liquori che rivendeva poi a prezzi molto bassi penalizzando anche il mercato.

Un momento della conferenza stampa

Tutta l’operazione è stata presentata martedì durante una conferenza stampa che si è svolta presso il Comando provinciale dei Carabinieri alla presenza del colonnello Marcello Bergamini, del sostituto Procuratore Giancarlo Vona e del direttore dell’Agenzia delle Dogane di Alessandria, Claudio Bergamo.

L’operazione denominata in codice “Girotondo” è scattata nei giorni scorsi quando l’Agenzia delle Dogane e l’Arma dei Carabinieri, con l’impiego di 200 uomini, hanno dato esecuzione ad una ordinanza emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Alessandria, che disponeva l’esecuzione di 15 misure cautelari nei confronti di soggetti coinvolti in una frode operata in ambito nazionale e comunitario concernente l’evasione dell’accisa e dell’IVA finalizzata all’illecita esportazione di prodotti alcoolici per un importo complessivo di oltre 6 milioni di euro, culminata appunto con l’arresto di 15 persone.

 

GLI ARRESTATI

I soggetti colpiti dalle misure sono:

1) ARACRI Francesco (51enne) n. Crotone residente in Germania;

2) BARRETTA Vincenzo (36enne) n. Aversa (CE) res.Calvizzano (NA);

3) BARRETTA Mattia (37enne) n. Mugnano di Napoli (NA) res. Calvizzano (NA);

4) BOASSO Renato (57enne) n. Alba (CN) res. Venticano (AV);

5) CERVINO Francesco (39enne) n.Napoli res. di Portico di Caserta (CE);

6) CUMINO Giorgio (65enne) nato e res. Asti;

7) DELLAVALLE Elio Battista (42enne) n. Racconigi (CN) res. Asti;

8) DELLORCO Antonio (50enne) n. Barletta res. Bari;

9) DI BARI Nicola (59enne) n. Bari, res. Cassano delle Murge (BA);

10) ETERNO Renzo (62enne)nato Tonco (AT) res. Asti;

11) ROMANO Antonio (48enne) nato e res. Nola (NA);

12) ROMANO Raffaele (48enne) n. Napoli res. Ottaviano (NA);

13) SCALA Vincenzo (27enne) nato e res. San Giorgio a Cremano (NA);

14) VALVANO Gaetano (38enne) nato e res. S.Angelo dei Lombardi (AV)

Il quindicesimo arresto, PORTA CARMINE (53enne) n. Crotone, res. Varisella (TO) è stato invece eseguito a Savona non appena il soggetto ricercato è sbarcato da una lussuosa nave da crociera.

 

COME AVVENIVA LA FRODE

Il direttore delle Dogane di Alessandria Claudio Bergamo accompagnato da due funzionarie doganali

Tutto è partito da un controllo effettuato dai dipendenti dell’Agenzia delle Dogane di Alessandria sul pagamento delle accise sui liquori, tasse che ammontano a circa il 38% del costo finale.

Durante questi controlli è stato notato che un’azienda produttrice di liquori di Avellino, che aveva un deposito fiscale ad Alessandria, spediva ingenti quantitativi di liquore a questo deposito, salvo poi farli ritornare indietro, cioè a Bari per essere spediti in Albania, Paese non facente parte dell’Unione Europea, cioè senza dover pagare il 38% di accise che sarebbe stata pagata in quel Paese.

Ma non era più semplice da Avellino, mandarli direttamente a Bari senza fare il “Girotondo” (di qui il nome dell’operazione in codice) passando da Alessandria?

Così è partita la difficilissima indagine che si è conclusa con un dato di fatto: da Alessandria, in realtà i liquori non si muovevano: non venivano spediti a Bari, o almeno, questo risultava solo carta.

In pratica l’azienda con false spedizioni si ritrova a ad avere un ingente quantitativo di liquori che poteva vendere in Italia e negli altri paesi Europei a prezzi di assoluta concorrenza perché sui quei liquori che in pratica erano stati “spediti” in Albania non pagava il 38% di tasse.

Naturalmente non è stato facile scoprire tutto questo perché dai documenti ufficiali risultava che il quantitativo era effettivamente partito da Alessandria ed aveva raggiunto l’Albania: c’erano le bolle di trasporto dei camionisti, c’erano le bolle di carico della Dogana del carico sulla nave in partenza da bari. Insomma tutto sembrava perfetto, ma in realtà era tutto falso.

 

LA SPIA DELLA FRODE E’ STATA UNO SPAGO

Lo stratagemma geniale che ha portato alla conferma che tutto era falso è stato un semplice spago.

Quando gli ispettori delle Dogane si sono recati nel deposito di Alessandria, il responsabile dell’azienda che aveva già sentore di quello che stava accadendo si è dichiarato uccel di bosco. Ma gli ispettori nel loro sopralluogo hanno avuto l’accortezza di sistemare uno spago nella porta del magazzino.

Il giorno seguente dalla documentazione doganale risultava che dal magazzino di Alessandria era partito un carico di liquori destinato a bari, ma quando gli ispettori hanno fatto un nuovo sopralluogo ed hanno visto lo spago esattamente dove lo avevano lasciato hanno capito che in realtà non era partito nulla, che il portellone per le operazioni di carico non era stato nemmeno aperto. Un campanello di allarme che è suonato come una conferma. Così con la collaborazione de carabinieri si è scoperto tutta la frode, abilmente orchestrata da un gruppo di persone meridionali che aveva come terminale due funzionari delle dogane di Bari: Antonio dell’Orco di 50 anni e Nicola di Bari di 59 anni entrambi pugliesi, che in pratica accertavano spedizioni mai avvenuto in Albania.

I due camionisti che invece in un primo tempo avevano asserito con tanto di bolle di accompagnamento delle merci di aver trasportato i liquori, sono stati individuati in Raffaele Romano 48 anni e Vincenzo Scala di 27 entrambi in provincia di Napoli.

 

 ALTRI PARTICOLARI

Il capo dell’organizzazione, secondo l’accusa era Francesco Aracri di 51 anni nato a Crotone e residente in Germania

L’operazione, coordinata dalla Procura di Alessandria -congiuntamente a quella di Monaco di Baviera, è stata condotta unitamente a funzionari dell’Agenzia delle Dogane ed alla Polizia tedesca, consentendo anche il sequestro di diverse Aziende e conti correnti bancari per complessivi 15 milioni di Euro.

Il provvedimento del Tribunale di Alessandria ha disposto, inoltre, il sequestro preventivo per equivalente di 7 aziende, di immobili e conti correnti bancari, per l’importo complessivo di € 4.864.000, nonché la perquisizione di 34 siti, tra cui abitazioni, aziende e studi professionali:

1) VERLIGHT ITALIA s.r.l. Torre le Nocelle (AV);

2) MARTINENGO DISTRIBUZIONI s.a.s., Belveglio (AT);

3) MARTINENGO VINI s.a.s., Belveglio (AT);

4) LUXOR s.r.l., Mugnano di Napoli (NA);

5) AGRO AMBIENTE INTERNATIONAL s.r.l. Calvizzano (NA);

6) RICAR s.a.s., Belveglio (AT)

7) CASCINA DELLAVALLE s.r.l.. Asti.

Nel corso del controllo fiscale i funzionari dell’Agenzia delle Dogane hanno scoperto un giro di falsi documenti amministrativi utilizzati per attestare 50 esportazioni fittizie, mentre i prodotti erano immessi in consumo nel territorio comunitario senza corrispondere le imposte dovute.

In data 20 luglio 2011 i funzionari presentavano la notizia di reato alla Procura della Repubblica di Alessandria dove il Pubblico Ministero, Giancarlo VONA, disponeva un’intensa ed approfondita attività di indagine svolta congiuntamente dall’Agenzia delle Dogane e dall’Arma dei Carabinieri.

Da tale attività investigativa emergeva il coinvolgimento di numerosi soggetti operanti in Piemonte, Abruzzo, Marche, Emilia Romagna, Lombardia, Campania e Puglia nonché uno stretto collegamento degli stessi con persone e aziende situate in altri Paesi del Nord dell’Unione Europea.

L’installazione di dispositivi GPS su alcuni camion, autorizzata dall’Autorità Giudiziaria, ha consentito di accertare inequivocabilmente la mancata uscita dal territorio dello stato degli automezzi e delle relative merci trasportate.

Nel corso delle indagini è stato scoperto, inoltre, il coinvolgimento di tre funzionari dell’Agenzia delle Dogane in servizio a Napoli e a Bari, due dei quali sono accusati di avere proceduto illecitamente alla chiusura delle operazioni di esportazione, in realtà mai perfezionate.

L’operazione, a causa delle particolari modalità di realizzazione della frode che prevedevano la circolazione delle merci fino alla loro presunta uscita dal territorio comunitario, è stata condotta dall’Agenzia delle Dogane e dall’Arma dei Carabinieri ed ha visto la fattiva collaborazione di organi di polizia della Unione Europea attraverso l’utilizzo degli strumenti previsti dalla Convenzione di Napoli II, che rafforza la mutua assistenza e la cooperazione tra le Amministrazioni doganali degli Stati membri della UE, che di quelli previsti dalla Convenzione EUROPOL.

 9 ottobre 2012