Andrea Scotto si è dimesso da coordinatore cittadino del Pdl e le sue dimissioni dimostrano che il Popolo della Libertà non è, non lo è ancora e forse non lo sarà mai, un partito.

Perchè un partito è un luogo di confronto, anche di scontro, di idee, di programmi. E’ quello che Andrea Scotto, nel Pdl di Novi, ha cercato di fare, senza riuscirvi.

Del resto il Pdl è nato grazie all’opera di un uomo solo, Silvio Berlusconi, ed è rimasto un partito personale di Berlusconi e dei suoi accoliti.

Lo scorso anno Angelino Alfano venne nominato segretario, figura che nel Pdl non era mai esistita, ma solo per necessità, non per condivisione di una scelta.

A Novi il Pdl ha bruciato un altro coordinatore, in pochi anni: che non sono ancora dieci ma poco ci manca.

Lo abbiamo avvicinato per capire, aldilà delle comunciazioni ufficiali cosa effettivamente spinge un giovane che poteva costituire qualcosa di nuovo nel panorama politico locale a mollare tutto.

 

Andrea Scotto dimesso da coordinatore novese del Pdl. Ma il Pdl solo lo scorso anno ha designato un segretario, Angelino Alfano, ed è sempre stato un partito legato ad una sola persona. Perchè pensavi che a Novi potesse essere diverso?

In realtà Angelino Alfano aveva portato avanti un progetto basato su iscrizioni vere (niente tessere per delega), congressi, primarie, rinnovamento: un progetto perfettamente in linea con la mia azione a Novi Ligure. Il dietrofront nazionale su questi punti è stato vissuto male da tanti militanti, soprattutto quelli più giovani.

Già da tempo, un anno almeno, la tua posizione all’interno del Pdl novese era parsa debole: chi ti ostacolava e perchè? E che cosa hai cercato di portare di nuovo all’interno del Pdl cittadino?

Debole no, difficile sì: d’altronde, portare avanti il rinnovamento è un’impresa in tutti gli schieramenti, perché introdurre meritocrazia significa incidere su vecchie – e spesso ormai immeritate – rendite di posizione. Alla fine, c’è chi per restare in sella accetta compromessi da vecchia politica, e chi no

Te ne vai sbattendo la porta e criticando l’accordo politico con una associazione estranea al partito. Diciamo chiaramente con chi e per quale motivo sei contrario a questo accordo.

Il passaggio di consegne tra me – dimissionario – e l’on. Repetti – coordinatrice provinciale in carica – è avvenuto nel segno della correttezza e del reciproco rispetto personale. Il problema è che nel Pdl novese ci sono troppe porte che continuano a sbattere, perché in troppi vanno e vengono secondo la propria convenienza personale, senza alcun vero senso di appartenenza. Se manca questo, accordi seri non se ne possono fare.

Rocchino Muliere probabile candidato sindaco del Partito Democratico, il gruppo di Novisiamo, Camillo Acri coordinatore dell’Udc: a Novi non c’è spazio per i giovani in politica e per le nuove idee?

Nella politica novese non lo so, è da vedere. Negli attuali partiti novesi, fermi a 20 o trent’anni fa, no di sicuro.

Nel tuo comunicato parli di errori della sinistra: a quali ti riferisci? Ed in che cosa l’amministrazione Robbiano manca particolarmente?

Basta venire a Novi, girare non solo per il centro storico ma anche per le periferie e le zone industriali ed artigianali, basta parlare con le persone e si avrà un quadro completo del disastro che la sinistra rappresenta per la città. E’ quello che ho sempre fatto quando ero coordinatore, è l’impegno che continuo a mantenere.

Guardando l’orizzonte politico: la Tav sta incrinando i rapporti fra Pd e Casa della Libertà mentre i cattolici se ne sono andati o minacciano di andarsene dal Pd. Come la vedi? Pensi che Robbiano riuscirà ad arrivare al 2014 e ritieni che la marcia di avvinamento alle elezioni ci riserverà parecchie sorprese? Secondo te quali?

Se questi contrasti fossero veri, da essi scaturirebbero dimissioni a raffica: ma finché le mie restano le sole presentate e mai ritrattate, tutto il resto è teatrino.

 La Tav, cosa ne pensi?

Mi aspetto che le istituzioni facciano il loro dovere, creando il comitato di pilotaggio che già avevo chiesto qualche mese fa. Tra posizioni contrapposte qualcuno che guardi agli interessi veri dei cittadini è sempre indispensabile, non solo per la Tav.

Parliamo un attimo dei problemi della città: quali sono i veri problemi di Novi e cosa bisognerebbe fare per risolverli? Per taluni non ritieni che siano frutto di una cattiva educazione civica dei novesi?

Per parlare in dettaglio dei problemi di Novi Ligure un attimo solo non basta, figuriamoci per spiegare come risolverli in concreto. Se qualcuno pensa di usare la “civicità dei cittadini” come alibi per le proprie inefficienze, io non ci sto. Chi ora vuole fare politica seria ha il dovere di offrire agli elettori l’opzione del cambiamento: se i cittadini la sceglieranno o meno, dipenderà da loro. E’ questo il succo della democrazia.

Museo dei Campionissimi, si parla ogni tanto di una privatizzazione della farmacia comunale, il commercio che sfugge dalle mani dell’assessore competente: cosa ne pensi? Come si potrebbe ovviare? C’è una scollatura fra chi governa ed associazioni di categoria?

Non è questione di strutture, di privatizzazioni od associazioni, il vero problema è il divario tra politica e vita reale. Senza un vigoroso innesto di gente nuova non si va da nessuna parte.

Dove si vede politicamente Andrea Scotto? Ha già una casa?

Di sicuro sono e resto alternativo alla sinistra, e continuerò a lavorare per portare in politica le istanze provenienti dalla vita reale. La mia “casa politica”? E’ l’intera città.

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Le dimissioni di Andrea Scotto, quindi sono un’altra dimostrazione lampante di come per un giovane, a Novi, sia difficile fare politica. In tutti i partiti, non solo nel Pdl.

Quando si parla di una lista civica che dovrebbe presentarsi alle elezioni amministrative del 2014 composta da persone che già facevano parte della cosidetta Prima Repubblica e che quindi non si possono considerare nuove; quando un Rocchino Muliere, già con incarichi amministrativi oltre vent’anni fa, si presenta come il candidato principale per raccogliere l’eredità di Robbiano; quando, sempre all’interno del Pd, Cecilia Bergaglio si era dimessa e poi, per interventi giunti dall’alto, quasi costretta a tornare a fare nuovamente la coordinatrice; quando una persona come Camillo Acri detta ancora la linea all’interno dell’Udc novese: ecco, quando si considera tutto questo, come si può pensare che la politica a Novi sia per i giovani?

Come si può pensare che un giovane entri in politica?

Non che i cosidetti “vecchi” siano da accantonare perché hanno l’esperienza dalla loro parte, ma questo non deve essere un impedimento all’ingresso dei giovani nella politica, che se hanno i numeri, idee, e persone che li seguono, possano e debbano fare la loro strada.

Tornando al Pdl a Novi le dimissioni di Andrea Scotto non sono una sconfitta solo di Andrea Scotto, sono ancora di più la sconfitta di un Pdl che non riesce ad essere credibile, che lamenta una scarsa mancanza di democrazia in campi avversi senza accorgersi che è il primo ad esserne carente.

E’ la sconfitta di un gruppo dirigente che non sa e non vuole rinnovare se stesso, che non ne è capace. E’ la sconfitta di un Pdl che non ha mai saputo proporre una figura credibile come candidato sindaco affidandosi ad un transfuga del Psi od a persone assai dubbie perché rinnovare la città significa innanzitutto saper rinnovare la classe politica.

Maurizio Priano



 15 settembre 2012