Francesco Moro è uscito dal Consiglio Comunale di Novi, lunedì verso mezzanotte, leccandosi i baffi: la sua mozione, presentata insieme a Gianni Malfettani, di rispetto della sentenza della Corte Costituzionale riguardante l’esito dei referendum sui servizi pubblici locali, in particolare sul sistema idrico integrato, era stata appena approvata all’unanimità.

Solo Tuo e Dolcino, che militano all’opposizione, al momento della votazione avevano scelto un’altra via, uscendo dall’aula e quindi non partecipando. Ma il sindaco Lorenzo Robbiano aveva appena fatto buon viso a cattivo gioco trovando la via di uscita da una situazione che poteva altrimenti minare la maggioranza.

Una via di uscita legittima e da un punto di vista legislativo doverosa in quanto il sindaco ha detto che non si possono non rispettare le sentenze della Corte Costituzionale, sollecitando l’approvazione della mozione presentata da Francesco Moro e Gianni Malfettani. Anzi, affermando che era favorevole. Francesco Moro all’uscita sghignazzava: “Con questa approvazione sarà molto più difficile, in futuro, far passare un discorso di privatizzazione. Non impossibile ma certo molto più difficile.”

“Unità per Novi” incassa quindi un dividendo politico di notevole rilevanza, portandosi a casa un successo senza spargimento di sangue, senza dover decidersi ad un drammatico dentro o fuori la maggioranza e senza quindi accollarsi la responsabilità di un’eventuale crisi della stessa.

Ma, sottotraccia, la tensione continua ed una delle prossime tappe è senza dubbio la questione della Tav. Sulla questione dell’Acos il sindaco ha fatto notare come l’azienda sia a forte capitale pubblico con oltre il 64% detenuto dai Comuni che ne fanno parte mentre circa il 25% fa capo ad Iren, multiutility in cui gli Enti Locali hanno un notevole predominio.

Dolcino aveva rimarcato come, in caso di privatizzazione dell’Acos , sarebbe possibile fare investimenti che sono necessari anche e soprattutto in un’ottica di riduzione degli sprechi d’acqua. Investimenti che sarebbero stati possibili in esito diverso dei referendum. Tuo invece aveva parlato di problemi interni alla maggioranza e di “balletto attorno all’Acos”.

 

QUESTIONE ILVA

L’altro punto forte del Consiglio Comunale ha riguardato l’Ilva ma qui si sono consumate molte parole. L’assessore Felicia Broda, che ha tenuto i contatti con le Rsu e la dirigenza dello stabilimento, ha rilevato come una parola importante, anche sul futuro dell’azienda di Novi, si conoscerà solo il 30 settembre quando verrà conclusa la procedura per la definizione dell’autorizzazione integrata ambientale.

“Solo allora –  ha aggiunto  il sindaco Lorenzo Robbiano –  nel caso venisse bloccata la produzione dello stabilimento di Taranto, si adotterebbero quelle poche carte che il Comune ha a disposizione.”

Fra queste l’indizione, come chiesto da “Unità per Novi”, di un consiglio comunale aperto con il coinvolgimento di istituzioni a tutti i livelli. “Anche negli incontri che ho avuto con il nuovo prefetto di Alessandria, nelle scorse settimane, ho rimarcato-ha detto Lorenzo Robbiano-la forte preoccupazione per il futuro dell’Ilva di Novi.

La differenza con Taranto è che nel centro pugliese lo stabilimento è vecchio ed una eventuale fermata dei forni implicherebbe notevoli difficoltà nel riprendere, successivamente, la produzione. A Novi invece sono stati fatti notevoli investimenti, si è realizzata la laminazione a freddo e l’elettrozincatura, e lo stabilimento è uno dei più moderni addirittura a livello mondiale. Il suo problema è l’alimentazione perchè da Taranto arriva il rotolo da lavorare nella laminazione a freddo. Io penso che si possano fare piani di ammodernamento degli impianti senza fermarli. Ritengo che si debba essere tutti uniti nelle rivendicazioni.” Però, in sostanza, tutto demandato a dopo il 30 settembre. Da dire comunque che nei vari interventi dei consiglieri comunali, di tutte le forze politiche presenti, è risaltata la preoccupazione per l’Ilva di Novi e per quello che significa nel contesto dell’economia della zona e sul piano occupazionale.

 Maurizio Priano


18 settembre 2012