Duecento metri con tanta gente davanti ai gazebo che vendevano prodotti locali, ma il resto della città deserta. Quarantadue venditori soddisfatti, ma poi? Pochissime persone a visitare la splendida mostra “Made in Tortona Reloaded” che mette a nudo l’incapacità degli amministratori di oggi che hanno dissipato un momento storico come la festa di Santa Croce trasformandola in un’accozzaglia di bancarelle, solo un negozio aperto su due nella giornata di domenica e solo nel tratto dove c’erano le bancarelle perché nel resto della città, anche solo in piazza Gavino Lugano i negozi sono rimasti con le serrande abbassate. Chiusi. E meno male che la manifestazione era organizzata dall’Unione Commercianti!

Se si eccettua il tratto compreso fra piazza Duomo e largo Borgarelli dove si sono concentrati i banchetti di prodotti locali è stata una domenica come tante altre: con poca gente in giro,negozi chiusi e le poche manifestazioni ignorate, forse anche perché non sono state sufficientemente pubblicizzate.

Insomma, buona l’idea di organizzare “Assaggia Tortona” ma forse con 35 mila euro (questa la spesa sostenuta dal Comune di Tortona) si poteva fare sicuramente meglio, ma soprattutto visto, che si tratta di 2/3 di tutto il budget annuale a disposizione del Comune per organizzare manifestazioni pubbliche si doveva fare sicuramente meglio.

Intendiamo una migliore e più efficace organizzazione sfruttando le sinergie: manifestazioni come questa vanno preparate con cura perché devono “accendere” tutta la città. Bisogna invitare la gente proveniente da fuori (qualcuno c’era, ma non tantissimi) a visitare il resto della città.

Bisogna tenere aperti i musei, promuovere le mostre, vivacizzare le piazze con diverse manifestazioni, magari anche di minor pregio ma invogliare la gente a percorrere TUTTO il centro storico, perché altrimenti, dopo aver attraversato i 200 metri in cui erano assembrati i gazebo, la gente se ne va. E d’altro canto a che serve richiamare gente da fuori solo per i promuove i prodotti gastronomici locali e non invece tutto il resto? 15-20 minuti di lento passeggio a vedere i prodotti, ma poi? Perché mai una persona dovrebbe scegliere “Assaggia Tortona” rispetto alle altre manifestazioni in programma nella zona?

Bisogna promuovere tutta la città: si tratta di una delle cinque manifestazioni organizzate dal Comune nell’arco di un anno: è mai possibile che non si riesca ad organizzarsi per tempo?

Un esempio di come si organizzano gli eventi viene da Casale Monferrato: una volta al mese organizzano “Casale Città aperta” visita ai monumenti gratis.

Una cosa del genere si potrebbe fare anche a Tortona, magari coinvolgedo il Fai oppure i ragazzi “ciceroni” del liceo. E il tutto con una modica spesa di poche centinaia di euro.

Si potrebbe fare sia sabato che domenica, ma se il Comune di Tortona non ha la forza (o le capacità?) di organizzare avvenimenti collaterali per tutto il week end, che scelga la giornata di domenica, perché sabato i negozi sono già aperti normalmente e sabato a manifestazioni come questa partecipano soprattutto i tortonesi, che già in passato anche con manifestazioni di scarso pregio hanno dimostrato che è sufficiente qualsiasi  “scusa” per recarsi in centro.

Invece, domenica, persino piazza Gavino Lugano dove erano presenti anche alcuni gazebo, le persone scarseggiavano. Lo documentiamo dalla fotografia, scattata alle 17 di domenica, cioè l’ora clou.

Di qui la necessità di organizzare eventi che ruotino attorno alla manifestazione più importante perché altrimenti si rischia di gettare via  denaro pubblico. E 35 mila euro, alla fine non sono pochi.

Ultimo dubbio: in via Emilia in mezzo agli stand capeggiava un grosso manifesto in cui si comunicava al pubblico che i gazebo erano stati pagati dalla Fondazione e regalati all’Unione Commercianti.

Se è così, perché allora ogni standista ha dovuto pagare 170 euro all’Unicom per “affittare” un gazebo consentendo all’Unione Commercianti di incassare oltre 6 mila euro? Non è un è po’ tanto?

Angelo Bottiroli


27 maggio 2012