Nei giorni scorsi il personale della squadra volanti di Alessandria procedeva al controllo di un’autovettura, a bordo della quale viaggiava una coppia, che non aveva rispettato la dovuta precedenza di un pedone. Durante le verifiche, l’uomo, nonché conducente, andava in escandescenza, rifiutava di esibire i documenti e aggrediva verbalmente gli operatori che si vedevano costretti a condurlo presso gli uffici per resistenza e oltraggio a un P.U.

Mentre gli agenti procedevano all’espletamento delle dovute attività, il personale dell’UPGSP notava che la moglie del fermato presentava numerosi lividi, graffi ed ecchimosi su parti visibili del corpo, segno di possibili maltrattamenti domestici. Immediatamente, l’ufficio si interessava alle possibili cause delle ferite riportate, coinvolgendo anche il personale di associazioni specializzate nel supporto alle vittime di violenza di genere per assicurare l’incolumità della donna. La reticenza di quest’ultima, però, non consentiva di ricostruire la vicenda in maniera tale da formalizzare alcun addebito nei confronti del marito che nel primo pomeriggio lasciava gli uffici della Questura.

Circa mezz’ora dopo, tuttavia, lo stesso raggiungeva la moglie sul luogo di lavoro pretendendo le chiavi dell’automobile controllata al mattino. Quando la donna ha opponeva un fermo diniego alla richiesta, il marito si adirava e la malmenava sotto gli occhi dei passanti spingendola al suolo e contro un palo del semaforo in strada. Provvidenziale è stato l’intervento di alcuni cittadini che, bloccando l’uomo, hanno scongiurato esiti peggiori e lo hanno trattenuto fino all’intervento delle forze dell’ordine. In ragione di quanto rilevato, la squadra volanti di Alessandria, unitamente alla Polizia Stradale, interveniva prontamente e, alla luce del fatto avvenuto, arrestava l’uomo per maltrattamenti in famiglia. Solo dopo l’episodio pomeridiano la donna prendeva il coraggio di rivelare agli agenti che la vera causa dei segni erano le violenze che aveva subito nei giorni precedenti da parte del marito. Recatasi presso il locale nosocomio riceveva giorni 15 di prognosi. Il provvedimento di arresto, invece, veniva poi convalidato dal GIP che ha successivamente disposto la misura della custodia cautelare in carcere.

Sei vittima di violenze fisiche e morali? Subisci comportamenti vessatori o persecutori? Non sei sola. La Polizia di Stato è pronta ad ascoltarti ed a proteggerti attivando le numerose cautele e tutele che la legislazione in materia prevede.