Nei giorni scorsi è stata celebrata la solennità di San Luigi Orione nel suo Santuario ove è custodita l’insigne reliquia del suo corpo. Quest’anno ricorre il XX° della sua canonizzazione avvenuta in Piazza San Pietro nella quale il Papa San Giovanni Paolo II lo definì lo “stratega della carità“. Una giornata iniziata al mattino con la celebrazione eucaristica del clero diocesano che ha celebrato la giornata sacerdotale.

Nel pomeriggio il nostro vescovo mons. Guido Marini ha presieduto il solenne pontificale con un gruppo di sacerdoti orionini e diocesani. Erano presenti le autorità civili, militari, le associazioni, i componenti della Famiglia Carismatica Orionina ed un bel gruppo di fedeli devoti del Santuario e don Don Orione. Nella riflessione il vescovo ha sottolineato come la vita di Don Orione sia stata un vero capolavoro di Dio. “Quando vediamo la vita di Don Orione, afferma il vescovo, non possiamo che dire che sia stata un vero capolavoro di Dio che ha una forza di attrazione e di fascino su di noi perché lo Spirito Santo ha fatto in lui un capolavoro di santità“.


Ha poi evidenziato alcuni dettagli della vita del Santo che possano essere di aiuto nel recuperare l’entusiasmo e lasciarci lavorare da Dio per essere anche noi un piccolo capolavoro. Il primo: la fede. “Don Orione ha vissuto di Dio e Dio era sempre nelle sue labbra soprattutto nel momento del passaggio da questa vita terrena a quella eterna. Per lui il Signore è stato un vivente che ha incontrato e conosciuto senza riserve“. Il secondo: la speranza. “Per lui era ‘certezza’ di qualcosa che sarebbe accaduto per lo svolgimento delle sue opere e di questo ha sempre confidato nella Divina Provvidenza“. Il terzo: la carità. “Lui si definiva il facchino di Dio perché desiderava portare i pesi degli uomini e si lasciava trasportare dalla carità e di questa carità che lui l’ha cantata con le parole e la vita“. Il quarto: lo zelo apostolico. “Don Orione ha sempre desiderato accogliere tutti con le sue braccia umane per portare tutti a Dio seminando il Vangelo nei solchi della vita umana“. “La vita di Don Orione, ha concluso il vescovo, si può sintetizzare così: lui è stato ‘tutto in tutto‘ e noi abbiamo la grazia e la gioia di sostare a riflettere sulla sua vita e alzando lo sguardo a lui chiedergli di lasciarci rendere un capolavoro dalla sua presenza e dalla sua opera“. Al termine il rettore don Renzo Vanoi dopo i ringraziamenti ha ripreso un passo di una lettera di Don Orione sulle vocazioni ed ha invitato tutti a pregare per questa importante intenzione. La celebrazione si è conclusa davanti all’urna di Don Orione con la preghiera alla Santissima Trinità che si invoca e si ringrazia per il dono di un apostolo della carità, Padre dei poveri, benefattore dell’umanità sofferente ed abbandonata. Che l’amore di Don Orione possa sempre brillare nei nostri cuori e renderci artefici di quella carità verso i fratelli che non ha mai fine.