Una telefonata alla Centrale Operativa di Alessandria. La pattuglia dei Carabinieri che arriva rapidamente su una lite familiare. Un uomo in preda ai fumi dell’alcool. Suppellettili infranti sul pavimento della cucina.

È lo scenario dell’ennesima lite fra l’uomo, la moglie e la figlia. L’ennesima serata di tensioni e l’ennesimo intervento dei Carabinieri.


Negli ultimi anni, diverse denunce e una condanna. Il reato è pressoché sempre lo stesso: maltrattamenti in famiglia. Ma anche ingiurie, minacce e lesioni.

Un Carabiniere accompagna la ragazza che ha richiesto l’intervento al primo piano dell’abitazione, mentre il collega rimane con l’uomo in cucina. Accasciata su un letto, la madre. È disperata, si lamenta per i dolori, ha una profonda ferita al mento.

La ragazza racconta di avere avuto un’accesa discussione con il padre, degenerata quando la madre ha cercato di prendere le sue difese. Il marito l’ha colpita con violenza, ripetutamente, con pugni in varie parti del corpo, poi ha afferrato un manico di scopa è l’ha percossa anche con quello.

Numerosi gli ematomi su braccia e viso, oltre alla grave ferita al mento che le impedisce persino di parlare. Comunica a gesti, confermando i fatti descritti dalla figlia. Viene trasportata d’urgenza presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Alessandria, insieme alla figlia che le tiene la mano in ambulanza.

L’uomo viene arrestato e portato in carcere, dove rimarrà in custodia cautelare, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.

Dieci anni di convivenza e di denunce, interrotti solo per un periodo dalla donna che, per timore di ritorsioni, era però tornata a vivere con il marito.

Forse, adesso, la fine dell’incubo. La vicenda presentata durante una conferenza stampa oggi ad Alessandria.