La Città di Alessandria è il primo capoluogo di provincia ad adottare il chatbot NONPOSSOPARLARE.

Nel 2019, l’81,2% dei femminicidi in Italia è avvenuto all’interno delle mura domestiche e prevenire la violenza, fino alle estreme conseguenze, è un dovere imprescindibile di ogni comunità.


Dal 2014 la Città di Alessandria è il capofila degli enti che aderiscono al progetto “Viol.A. – Prevenzione e contrasto di tutte le forme di violenza di genere” e da oggi mette a disposizione di tutti, in particolare delle donne in difficoltà, uno strumento in più, realizzato dall’associazione Save the Woman.

L’applicazione NONPOSSOPARLARE è un’App in completo anonimato e sicurezza nata per non far sentire sole le donne; è stata ideata al fine di contrastare il rischio di violenza domestica ed è rivolta alle donne che desiderano ricevere informazioni e supporto dai centri antiviolenza in modo discreto.

Siamo molto soddisfattisottolinea il Sindaco Gianfranco Cuttica di Revigliascodi questo risultato, specialmente perché interviene su un tema così sentito e importante come quello della violenza sulle donne. Come amministrazione stiamo lavorando affinchè anche nella nostra città la digitalizzazione possa contribuire a ridurre sempre più la distanza tra i cittadini e le istituzioni e che i servizi siano sempre più Smart consentendo così un migliore utilizzo da parte della cittadinanza. Un ringraziamento a Rosella Scalone e a Nadia Biancato per aver proposto al Comune questo progetto così importante e ai nostri tecnici per aver permesso di realizzare tutto questo”.

In questo periodo di emergenza sanitaria, con l’obbligo di stare a casa afferma l’assessore alle Pari opportunità, Cinzia Lumiera –, sono aumentati i casi di violenza domestica che riguardano molte donne le quali si sono trovate nella condizione di dover condividere lo spazio con il proprio aggressore aggravando situazioni già problematiche. Questa situazione ha reso la violenza ancor più silenziosa e occulta ed è proprio da questo che nasce l’idea di un’App che in completo anonimato e sicurezza possa dare una prima risposta a tutti i quesiti iniziali delle donne vittime di violenza. Molte hanno imbarazzo a rivolgersi subito personalmente per richiedere informazioni a centri antiviolenza, presso i servizi sociali o anche solamente a contattare telefonicamente gli operatori ma, grazie a questo strumento di chatbot, la donna ha l’opportunità di navigare in piena riservatezza all’interno della propria abitazione, potendo avere risposte immediate alle sue domande. Da donna voglio lanciare un messaggio a tutte quelle donne che stanno vivendo una situazione difficile e che ancora non hanno trovato la forza di chiedere aiuto; un uomo che fa violenza, fisica, ma anche psicologica ed economica non vi ama! Voi non siete sole! Chiedete aiuto”.

Nel 2020 il lockdown ha mostrato a molte donne il suo lato peggiore, costrette a vivere con i propri maltrattanti e la difficoltà di chiedere aiutodichiara la presidente di ‘Save the Woman’,Rosella Scalone -. Durante le prime settimane l’ONU e altre organizzazioni, anche locali, iniziarono a denunciare la soluzione. Anche i centri antiviolenza locali iniziarono a registrare un calo netto di chiamate. E’ in quel momento che ho pensato che avrei dovuto fare qualcosa. Lavorando in ambito digitale, mi sono chiesta subito se con la tecnologia si sarebbe potuto trovare una soluzione. Ho così trovato l’appoggio di due aziende, SPX Lab (già promotore del progetto Save the Woman, digitale contro la violenza di genere) e di Dotvocal. Con loro siamo riusciti a realizzare un chatbot, un risponditore intelligente, uno strumento discreto in grado di interrogare il centro antiviolenza in modo silenzioso,di giorno e di notte, senza chiamate e senza lasciare dati sul proprio telefono.

 “Alessandria è una città che si cura delle donne, in particolare delle più fragili. E questa iniziativa lo dimostra – commenta la presidente della Consulta Pari Opportunità, Nadia Biancato -. Ho conosciuto l’associazione Save the Woman grazie alle colleghe di Zonta Club Alassio-Albenga che gestiscono il centro antiviolenza Artemisia Gentileschi. Per loro tramite, sul finire del 2020, i Comuni di Alassio e Albenga hanno offerto l’opportunità straordinaria alle loro cittadine di comunicare situazioni di violenza in completo anonimato, prendendo consapevolezza del potenziale rischio di vivere una relazione violenta. Nel corso della prima settimana di utilizzo i contatti erano stati quasi un centinaio a riprova della gravità vissuta all’interno di alcune famiglie.  La Consulta Pari Opportunità di Alessandria ha quindi individuato nel chatbot NONPOSSOPARLARE un alleato per contrastare i casi di abusi presenti  anche sul nostro territorio, senza far correre alcun pericolo a donne già tanto provate. E’ stato sufficiente segnalarne il valore all’assessore Lumiera e immediatamente si è attivata la procedura per conoscere meglio l’applicazione, coinvolgere il nostro centro antiviolenza Me.Dea e valutare l’inserimento del chatbot sul sito internet del Comune di Alessandria. Questa tecnologia da oggi rende le donne della nostra città più sicure nel chiedere consigli in assoluto animato, sempre libere di prendere la decisione più opportuna. Il primo passo è riconoscere la violenza. Il chatbot  #nonpossoparlare risponde innanzitutto a questo aspetto fondamentale”.

L’applicazione nasce per individuare un profilo di rischio di violenza sulle donne attraverso le risposte ad un questionario sviluppato da un team di esperti multidisciplinare, che nel caso del chatbot di Alessandria è stato attentamente vagliato dalle esperte volontarie di Me.Dea.

I chatbot sono da tempo parte integrante della quotidianità di molti utenti e nelle versioni più evolute cercano di capire, tramite le risposte dell’utente, il suo status emotivo, interagendo nella maniera più pertinente.

Il chatbot NONPOSSOPARLARE utilizza tecnologie innovative che, attraverso strumenti che operano il ruolo di ‘assistenti virtuali’ consentono di rispondere efficacemente a un numero illimitato di persone contemporaneamente fornendo delle risposte immediate in maniera anonima e non lasciando traccia e fornendo agli utenti supporto 24 ore su 24, 7 giorni su 7. La sicurezza della donna è la priorità di chi ha ideato il chatbot e dei Comuni che lo stanno installando.

L’app non ha lo scopo di criminalizzare il partner ma di conferire consapevolezza alla donna sulla propria condizione all’interno della coppia e renderla cosciente di un potenziale rischio. Solo in caso di pericolo reale, l’app invita a rivolgersi immediatamente  al centro antiviolenza.

Questo progetto è una grande opportunità per il nostro territorio e costituisce uno strumento in più di contrasto alla violenza di genere – dice la psicologa, Presidente di Me.Dea., dr.ssa Sarah Sclauzero -. Quando la presidente della Consulta P.O. di Alessandria, Nadia Biancato, insieme all’assessore alle Pari Opportunità Cinzia Lumiera, ce lo hanno presentato, lo abbiamo accolto con entusiasmo e, una volta verificata la fattibilità con il Comune di Alessandria, ci siamo messe al servizio del team di ideatori per adattare la chatbot alle prassi dei centri antiviolenza Me.Dea.Siamo felici di intraprendere questo nuovo percorso e grate a chi lo ha reso possibile, in quanto rappresenta un aiuto concreto per le donne e un ulteriore segnale di attenzione verso un problema sociale già ampiamente diffuso e ancor più acutizzato dall’emergenza Covid-19”.

Il Progetto non ha finalità di lucro ed è stato messo a disposizione gratuitamente.

Al chatbot si accede dall’homepage del sito www.comunealessandria.it attraverso l’omonimo banner #NONPOSSOPARLARE.