Una serie di proposte per collegare l’ospedale di Tortona al Territorio comprese in un documento che è stato inviato dalla Società medico Chirurgica Tortonese alla Regione Piemonte in questi giorni e che pubblichiamo integralmente di seguito.

Alcune proposte riguardano la realizzazione dei servizi ritenuti essenziali per l’ospedale di Tortona, fra cui Cardiologia, Neurologia, Rianimazione, Fisiatria. Tutti servizi che attualmente non ci sono, oltre al potenziamento del Pronto Soccorso.


“Si tratta delle proposte da noi ritenute essenziali per un rilancio effettivo dell’Ospedale di Tortona e del suo collegamento funzionale con il vasto territorio di riferimento – dice il presidente della Società medico Chirurgica Tortonese Claudio Massolo – questo documento, che rappresenta il punto di partenza imprescindibile, è stato inviato ai vertici della Regione, all’ASL e all’ASO e ai Sindaci del Tortonese per cui riteniamo che sia utile portarlo a conoscenza anche dell’opinione pubblica locale come contributo tecnico-professionale al dibattito in corso”

Di seguito la versione integrale del documento.

PROPOSTE PER IL RILANCIO DELLA SISTEMA SANITARIO NEL TERRITORIO TORTONESE

Premessa
L’occasione della elaborazione di un articolato progetto di rilancio e modernizzazione dello storico ospedale di Tortona consente di programmare interventi integrati che rappresentino un significativo innalzamento del livello di assistenza sanitaria e costituiscano un reale beneficio per l’intera comunità locale.
E’ tale, infatti, la forte e coesa aspettativa di questo territorio di quaranta comuni nel suo insieme : Amministrazioni Comunali, cittadini, medici.
Pertanto, l’Associazione Medico-Chirurgica Tortonese, in ragione della sua ampia rappresentatività ed in linea con la sua azione propositiva avviata alcuni mesi fa, intende cogliere l’opportunità di fornire il proprio
contributo professionale in un momento storico per il futuro del nostro Ospedale .

Obiettivo
Realizzare una effettiva integrazione funzionale tra Ospedale e Territorio come di recente unanimemente richiesto dall’Assemblea dei Sindaci del Tortonese.

Il Contesto di riferimento
Il discorso sulla sanità territoriale è ben più ampio di quello qui esposto. Andrebbero presi in considerazione tutti gli aspetti tra loro interagenti. Siamo consapevoli che ci vorrebbe un profondo ripensamento sul servizio sanitario ormai vecchio di 50 anni, ma questo, al momento, esula dal nostro
obiettivo. Un documento tecnico senza dati non si può elaborare, però si può partire dalla medicina basata sulla evidenza, che è incontrovertibile, per giungere a delle conclusioni operative.

I due grandi fornitori di prestazioni sanitarie su un territorio ampio, caratterizzato da diverse valli, sono i medici di famiglia e l’ospedale. Il paziente si rapporta con il medico di famiglia  per tutta la vita, con
l’ospedale per brevi o brevissimi periodi. Di conseguenza, il M.d.F. è l’anello di congiunzione tra il territorio e l’ospedale.  Il medico di famiglia ,però, deve essere messo in grado di interagire con l’ospedale (e
con i suoi servizi specialistici) se ,come è, il primo filtro, egli deve poter essere paritetico al Dea nelle funzioni;  ossia poter visitare il paziente e, quando necessario, inviarlo al Dea o ai sevizi specialistici con
un percorso programmato. Guardando al futuro, che ormai è passato remoto, ci vorrebbe uno strumento comune su cui agire: la cartella clinica computerizzata e/o il fascicolo elettronico.

Questo semplificherebbe il lavoro del Dea e darebbe più autorevolezza e responsabilità al M di F oltre
alla sicurezza al paziente di avere in qualsiasi condizione a disposizione immediata la sua storia clinica. Quindi, alle spalle del DEA e del medico di famiglia ci deve essere un ospedale con una forte autonomia e possibilità di gestire le richieste diagnostiche e i consulti specialistici in tempo reale.

Non abbiamo solo bisogno un ospedale di degenza, ma di diagnosi e cura che possa prevedere anche la degenza. Dobbiamo rivedere il modello Hub and Spoke (con il by pass a Novi e il successivo dislocamento in altri nosocomi non ha un senso oltre a provocare un disagio per gli addetti ai lavori è un deterrente per l’utenza e non solo). Il mozzo, sembra ovvio dirlo, è il centro la sede dove si prendono in carico le situazioni più complesse, non un centro di smistamento.

I servizi essenziali necessari per l’ospedale
Spendiamo ancora una parola sui servizi essenziali che permettono al sistema di funzionare bene  e dare delle risposte all’utenza  esaustive ed articolate. Più passa il tempo (liste di attesa), più c’è disgregazione
(specialisti diversi, ospedali vari), più c’è difficoltà logistica ( turismo sanitario) più la risposta è scadente .
In aggiunta ai reparti attualmente esistenti si ritengono fondamentali:

– La cardiologia è un reparto cardine di un ospedale  di qualunque dimensione. Le malattie cardiovascolari sono ancora la prima causa di morte.

– La neurologia  con lo STROKE UNIT.  L’ictus è la seconda causa di morte e la prima causa di invalidità; per fare solo due esempi di patologie tempo dipendenti.

– La rianimazione con struttura autonoma è diventata imprescindibile per il funzionamento degli altri reparti ed una garanzia per una società che non accetta più la morte.

– La riabilitazione motoria ( già finanziata e deliberata ) .

– Il potenziamento tecnologico della radiologia con l’acquisizione di una strumentazione per angio tac .

– Un Pronto Soccorso potenziato con personale dedicato di comprovata esperienza professionale.

– Il collegamento organico con un Centro di elezione in grado di assicurare stand by e assistenza primaria urgente .

La sanità va fatta a misura dei malati non solo della malattia. Gli interventi sanitari devono essere improntati ad efficacia, efficienza, appropriatezza ed equità, aggiungiamo in tempo utile. Non si può, quindi, dire di aver offerto un servizio se la lista di attesa supera  il decorso clinico della malattia. All’ingresso dell’ospedale di Alessandria sul pavimento sta scritto: “bis dat qui cito dat”.

In sintesi sul territorio i bisogni  essenziali sono :
•    Abbiamo bisogno di un superamento della delibera 1-600 2014 che non consente di potere dare una risposta adeguata non secondo la legge, ma secondo il bisogno.
•    Abbiamo bisogno di un fascicolo elettronico.  
•    Riqualificazione dei compiti del m di f per metterlo in condizione di integrarsi con ospedale e distretto.
•    Ci sono patologie trattabili a casa tenuto conto della intrasportabilità del paziente  e qui arriva l’assistenza domiciliare. Non si può curare uno scompensato mandandolo a Novi quando arriva là è da
ricoverare in terapia intensiva.  

L’ADI (Assistenza Domiciliare Integrata – ndr) va implementata e deve essere immediatamente usufruibile, se non si vuole ospedalizzare, riducendo al minimo le pratiche burocratiche e potendo usufruire di servizi ambulatoriali sia per tutte le specialità ospedaliere dotate di letti sia per le specialità senza letti come otorino, urologia ed oculistica .

•    Completamento quindi di tutte le specialità ambulatoriali medico-chirurgiche con un poliambulatorio dedicato realizzato in modo integrato e logisticamente funzionale ;
•    Individuazione sul territorio tortonese di comuni centri-zona dove delocalizzare in giorni prefissati alcune attività ambulatoriali e di diagnostica strumentale ;
•    Decentramento di alcuni servizi
•    Abbiamo bisogno che le cose deliberate vengano attuate in tempi fisiologici.

Conclusione
Con queste sintetiche proposte la Società Medico-Chirurgica Tortonese ha inteso elaborare in modo obiettivo un contributo costruttivo che viene da diversificate esperienze professionali e da una attenta conoscenza delle esigenze della Sanità del territorio.
Ovviamente, vi è la più ampia disponibilità ad approfondire le tematiche trattate nell’ambito di un comune confronto finalizzato a produrre concreti e innovativi progressi nell’interesse della cittadinanza.
In questo senso, ringraziando per la cortese attenzione, chiediamo, in considerazione della nostra natura di associazione, aperta e indipendente, che storicamente raggruppa i medici del Tortonese (sia ospedalieri che di base ), di poter essere coinvolti attivamente nella fase in corso di formulazione del progetto di rilancio dell’Ospedale di Tortona e, conseguentemente, dell’intero sistema sanitario locale.