Una delle sue ultime apparizioni in pubblico, durante uno spettacolo dal vivo, risale a circa due anni fa, in piazza Arzano per la festa dei 50 anni di attività del barbiere Fioravante Bottone, conosciuto da tutti come Fiore. I giovani che non lo conoscevano, così, grazie a quell’apparizione, hanno avuto il modo di apprezzare una persona il cui grado d’artista traspariva in ogni suo gesto e in ogni sua parola.

Parliamo ovviamente di Luigi Albertelli, paroliere di fama internazionale e deceduto ieri all’età di 86 anni.


Albertelli aveva scritto centinaia di canzoni fra cui alcuni dei più grandi successi degli anni settanta e ottanta; un successo iniziato con la vittoria al Festival di Sanremo nel 1969 con “Zingara” cantata da Iva Zaniccchi e Bobby Solo.

Albertelli è stato autore di tante altre canzoni e soprattutto di sigle di telefilm e cartoni animati fra cui Goldrake, Daitan III e molti altri. Chi vuole saperne di più sulla sua vita professionale può collegarsi al link di https://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Albertelli qui noi vogliamo ricordare l’Albertelli tortonese, l’uomo che anche da pensionato e ultra ottantenne, riusciva a condurre una trasmissione radiofonica ed essere il mentore della cantante Furia, che ha preso il nome del famoso cavallo, la cui sigla dei telefilm – tanto per cambiare – era stata scritta dallo stesso Albertelli.

Luigi Albertelli era famoso in tutto il mondo ma era soprattutto un Tortonese ed era un personaggio schivo. Lo è stato per lungo tempo, soprattutto quando era all’apice della carriera, intento a scrivere una miriade di canzoni per tanti artisti e sigle per la TV e solo negli ultimi anni si è fatto vedere un po’ in pubblico.

Chi scrive ha avuto il piacere di conoscerlo solo qualche lustro fa, mio padre, invece, conosceva personalmente sia lui che Riccardi, il musicista con quale formò un sodalizio incredibile e mi riferiva spesso come entrambi fossero artisti sublimi.

L’ultima volta che ho visto Albertelli è stato a Settembre: camminava lungo i portici Frascaroli appoggiandosi a quel carrello che è sempre più vicino a tanti anziani fino a diventarne l’inseparabile compagno. Camminava e guardava i portici, simbolo della nostra città, quelli belli, dove spiccano i tortonesi che hanno fatto la storia di Tortona e hanno dato lustro alla nostra città, fra cui spicca Lorenzo Perosi.

Albertelli non era un musicista come il grande Perosi, anche perché trattava un genere diverso, ma sapeva dare vita e, soprattutto, un senso, alle canzoni, perché una canzone non può esistere senza parole e le sue ne hanno reso celebri così tante che forse, un posto lassù, sopra i portici, insieme ai tortonesi più famosi, lo meriterebbe senz’altro.

Angelo Bottiroli