Vista la situazione, l’unica possibilità di rinascita per l’ospedale di Tortona è quella di realizzare un progetto di partenariato pubblico-privato finalizzato a creare un centro clinico di eccellenza con la riattivazione delle specialità soppresse e con il supporto dei servizi diagnostici, di quelli ambulatoriali estendibili, per servizio, al territorio.

Un progetto che all’utente non costerà nulla in più ai cittadini perché le prestazioni saranno convenzionate col Servizio Sanitario Nazionale ma l’ospedale di fatto, sarà gestito da un soggetto privato.


E’ quello che i 40 sindaci del Tortonese prospettano alla Regione Piemonte in un documento approvato durante l’ultima l’assemblea dei Sindaci dei 40 sindaci del Tortonese.

A fine articolo trovate il documento integrale con tutte le richieste dei Sindaci – peraltro molto interessanti – che il privato sarebbe quasi certamente disposto ad attuare per rilanciare l’ospedale di Tortona, prima però riassumiamo brevemente quello che è accaduto durante l’assemblea dei Sindaci ai quali già da diverso tempo era stato dato in visione il documento, in modo da poterlo esaminare ed eventualmente confrontare con chi ritenessero utile.

Un documento importante che rappresenta una svolta positiva per l”ospedale ed è stato approvato all’unanimità dall’assemblea dei sindaci del CISA anche se non ha partecipato alla votazione il sindaco di Pontecurone uscito “virtualmente” dalla seduta online.

Parliamo della delibera riguardante l’apertura di un tavolo di confronto con la Regione proprio sull’ospedale di Tortona.

Nel dispositivo si legge che “In particolare, qualora non esista, come pare, una qualsiasi strategia di investimento sull’ospedale di Tortona che, al momento, non sembra essere visto come prioritario nelle politiche sanitarie pubbliche, propongono e sostengono a parità di costi per il pubblico l’avvio di un confronto e di un tavolo di lavoro tematico” ovvero laddove il pubblico non abbia risorse si possa aprire un confronto di partenariato pubblico-privato.

“Sono molto soddisfatto – dice il presidente dell’assemblea dei Sindaci Gianni Tagliani –  perché nel documento poniamo l’attenzione non solo sulla tematica che riguarda l’ospedale ma anche l’aspetto della sanità territoriale. E’ un punto di partenza per poter avviare un confronto con la Regione Piemonte, con le parti sociali e coloro che hanno titolo”. 

“Crediamo che i  i servizi e i potenziamenti minimi e indispensabili a restituire al presidio ospedaliero il ruolo di riferimento a tutela della salute dei cittadini residenti sull’intero territorio dei 40 Comuni che fanno parte del nostro Consorzio – ha aggiunto il Sindaco di Tortona Federico Chiodi – siano la riclassificazione del Pronto soccorso come DEA di I livello, la riapertura dei reparti di Cardiologia e Rianimazione (indispensabili per il DEA), la riapertura di Neurologia almeno come struttura semplice, l’attivazione di un day hospital pediatrico a supporto dell’ambulatorio, l’ampliamento degli orari degli ambulatori già presenti, il completamento ed apertura, nei tempi più brevi possibili, del nuovo reparto di Riabilitazione che da anni è stato previsto, ma non ancora realizzato, l’ aumento dell’organico in forza all’Ospedale per garantire l’efficienza dei servizi attuali ed in numero adeguato al potenziamento richiesto”.

Di seguito il Documento integrale approvato dai Sindaco che ovviamente sarà inviato in Regione al fine di aprire, non appena sarà possibile, un tavolo sul futuro dell’ospedale e, visto che la Regione, a quanto pare, non ha le risorse per soddisfare tutte le richieste dei Sindaci e visto che non si è affatto dichiarata contraria a un progetto di partenariato col Privato, anzi, avviare le pratiche per affidare al privato la gestione dell’ospedale di Tortona.

E a questo punto prima si fa, meglio è.

IL DOCUMENTO APPROVATO DAI SINDACI

L’ASSEMBLEA CONSORTILE

Premesso che:

  • in attuazione delle previsioni del Piano socio-sanitario relative alla rete ospedaliera e della sopravvenuta normativa statale che stabiliva in 3,7 per 1000 abitanti il numero massimo dei posti letto a carico del servizio sanitario regionale (incluse le strutture private convenzionate), la Regione Piemonte, tramite la Giunta, adottò le seguenti deliberazioni:
  • nr. 6-5519 del 14 marzo 2013 “Programmazione sanitaria regionale. Interventi di revisione della rete ospedaliera piemontese, in applicazione della D.C.R. nr. 167-14087 del 03/04/2012;
  • nr. 26-6992 del 30 dicembre 2013 “Approvazione programmi operativi 2013 – ridefinizione della rete ospedaliera per acuti e post-acuti” con la quale la Regione completò il disegno riorganizzativo individuando, per ciascun presidio ospedaliero pubblico, le discipline specialistiche e i relativi posti letto (in ricovero e in c.d. day-hospital);
  • tali deliberazioni, unitamente a quella di approvazione del Piano socio-sanitario, sono note nell’ambiente degli addetti ai lavori come “Piano Monferino” dal nome dell’allora Assessore regionale che ne curò la predisposizione;
  • nel “Piano Monferino”  l’ospedale di Tortona, facente parte dell’area sovra zonale Piemonte sud-est era classificato come ospedale cardine, con DEA di primo livello, dotato di 173 posti letto e delle seguenti discipline specialistiche corrispondenti a distinti reparti: Anestesia-Rianimazione/Terapia Intensiva; Cardiologia; Chirurgia generale; Chirugia maxillo; Medicina e Chirurgia d’accettazione e urgenza; Neurologia; Oculistica; Oncologia; Otorinolaringoiatria; Ortopedia; Pneumologia e unità di Terapia Intensiva cardiologica.
  • i successivi atti generali comportarono un ridimensionamento dell’ospedale di Tortona, fra cui la chiusura del “punto nascita”, disposta con la citata deliberazione della Giunta regionale nr. 6-5519/2013.

Considerato che:

  • in data 10 luglio 2014 venne sancito il Patto della salute 2014/2016 con intesa tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano convenendo sull’adozione del regolamento per la definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera;
  • sul regolamento, il Ministero della Sanità (così definito allora) non revisionò lo stesso come richiesto dal Consiglio di Stato ne venne raggiunta l’intesa in Conferenza Stato – Regioni;
  • la Giunta regionale adottò quindi la delibera 1-600 il 19 novembre 2014 “Adeguamento della rete ospedaliera agli standard della legge 135/2012 e del Patto per la salute 2014/2016 e linee di indirizzo per lo sviluppo della rete territoriale” senza alcun confronto con i territori, nessun dibattito con i Comuni e con le realtà sociali toccate dalla riorganizzazione della rete ospedaliera;

Dato atto che:

  • in forza della suddetta deliberazione l’ospedale di Tortona venne declassato da ospedale cardine con DEA di I livello a ospedale di base, sede di pronto soccorso semplice. In termini concreti significò una marcata riduzione delle discipline specialistiche operative.

Ricordato che:

  • il presidio tortonese, all’epoca della delibera adottata dalla Giunta regionale, disponeva di 173 posti letto per ricovero ordinario e 26 per day hospital. Le strutture operative erano: Anatomia patologica, Anestesia e Rianimazione, Cardiologia, Day Surgery multi specialistico, Diabetologia, Epatologia ed Ecografia Interventistica, Farmacia ospedaliera, Gastroenterologia/Endoscopia digestiva, Immunoematologia e Trasfusionale, Laboratorio analisi e Microbiologia, Medicina interna, Medicina e Chirurgia d’accettazione e urgenza, Neurologia, Oculistica, Oncologia, Ortopedia, Ostreticia e Ginecologia, Otorinolaringoiatria, Pediatria, Pneumologia, Radiologia, Recupero e Rieducazione funzionale, Senologia, Terapia del Dolore e Urologia.
  • con la delibera 1-600 vennero mantenute presso il presidio di Tortona Medicina generale, Chirurgia generale, Ortopedia, Terapia intensiva e Radiologia chiudendo discipline all’avanguardia come Cardiologia e Ginecologia e assegnando una brest unit di Senologia che sarebbe scomparsa anch’essa secondo i piani.

Considerato che:

  • tale declassamento non sembra, a distanza di sei anni, aver conseguito un risparmio finanziario né un miglioramento del servizio che, invero, ha favorito nosocomi oltre i confini regionali. Proprio in ragione della collocazione geografica gran parte dei cittadini non si sono rivolti, in questi anni, agli ospedali di Novi Ligure né al Presidio ospedaliero di Alessandria preferendo strutture lombarde che sono più facilmente raggiungibili e assicurano una elevata qualità interventistica con un’ampia scelta delle discipline e delle specialità;
  • ciò ha originato una mobilità sanitaria extra regionale con un inevitabile aggravio di spesa sul già deficitario bilancio della Regione Piemonte, tenuta al rimborso delle prestazioni rese ai cittadini piemontesi a favore della regione erogante;
  • i 40 comuni del tortonese hanno, pertanto,  subìto un’importante riduzione dell’offerta sanitaria sul loro territorio e sono costretti, dopo aver visto il progressivo impoverimento e depauperamento dell’ospedale di Tortona (a sei anni dalla delibera 1-600 che aveva stabilito all’interno dello stesso la nascita di un importante Dipartimento di rieducazione funzionale non ancora realizzato, a ribadire la netta opposizione al provvedimento assunto.  Soprattutto per la mancanza di attenzione da parte della politica sanitaria regionale in termini di garanzia del diritto alla Salute, per la propria popolazione e l’ offerta sanitaria su un territorio di confine, particolarmente disagiato geograficamente per far riferimento ad altre strutture piemontesi.

Considerato, inoltre, che la Regione è comunque titolare del potere di programmazione della rete ospedaliera e, nell’esercizio di tale potere, può stabilire criteri cui conformare il proprio disegno, vale la pena ricordare che secondo il Piano socio-sanitario e il Programma 14, il presidio di Tortona era ospedale cardine con DEA di I livello, mentre la deliberazione di giunta lo declassò a ospedale di base, sede di pronto soccorso semplice;

Ritenuto opportuno sottolineare che la deliberazione regionale fu gravemente viziata per essere stata assunta senza la partecipazione dei Comuni, obbligo che ricorre secondo vari precetti (principi di sussidiarietà e leale collaborazione nonché all’ art. 97, Cost., artt. 3 e 4 Statuto della Regione Piemonte, art. 2 l. n. 419/1998, artt. 1 e 2, d.lgs. nr. 502/1992, artt. 1 e 11 l.r. 6.8.2007 n.18):

Richiamati, in particolare gli artt. 3 e 4 delle Statuto della Regione Piemonte che testualmente dispongono la partecipazione delle amministrazioni comunali all’attività di programmazione regionale e precisamente:

  • art. 3: “La Regione, ispirandosi al principio di sussidiarietà, pone a fondamento della propria attività legislativa, amministrativa e di programmazione la collaborazione con le Province, i Comuni e le Comunità montane nonché con le autonomie funzionali e con le rappresentanze delle imprese e dell’associazionismo per realizzare un coordinato sistema delle autonomie”;
  • art. 4,” la Regione, nel realizzare le proprie finalità, assume il metodo della programmazione e della collaborazione istituzionale, perseguendo il raccordo tra gli strumenti di programmazione della Regione, delle Province, dei Comuni, delle Comunità montane e delle Unioni di Comuni collinari”;

Rilevato che con specifico riferimento alla materia “tutela della salute” sia la legge statale sia la legge regionale assegnano un ruolo decisivo nella partecipazione dei Comuni alla programmazione sanitaria, così pure come nella legge delega viene sancito il principio del potenziamento del “ruolo dei comuni nei procedimenti di programmazione sanitaria e sociosanitaria a livello regionale e locale”;

Dato atto che, ad abundantiam, la l.r. Piemonte 6.8.2007 n.18, recante “Norme per la programmazione socio-sanitaria e il riassetto del servizio sanitario regionale” fissa come principio della programmazione socio-sanitaria la partecipazione degli enti locali… alla definizione delle linee programmatiche (art.1-co. 3, lett. e) e detta partecipazione è concretamente assicurata, da un lato, dal parere preventivo che deve rendere sul piano socio-sanitario la Conferenza permanente per la programmazione socio-sanitaria (art. 11, co.2) che è definito come “l’organo attraverso cui gli enti locali territoriali concorrono alla definizione e alla valutazione delle politiche regionali in materia sanitaria e socio-sanitaria”. Ovvero, gli enti locali rappresentativi del territorio, cioè i Comuni, debbano partecipare alla programmazione sanitaria;

Ribadito altresì che non è stato sufficiente ridurre i posti letto chiudendo strutture complesse per ottenere risparmi di spesa mentre si sarebbero raggiunti attraverso una meditata riorganizzazione dei presidi ospedalieri tenendo conto delle specificità territoriali in cui gli stessi sono inseriti con il risultato di un innalzamento della mobilità passiva e un netto decremento dei servizi ospedalieri e territoriali;

Richiamati a tal proposito i dati del Programma Nazionale Esiti 2013 dell’AGENAS (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali) che risultavano avere un numero di accessi appropriati al pronto soccorso (23 mila Tortona, 24 mila Novi Ligure) e calcolando il tempo di percorrenza verso l’ospedale di Alessandria sede del DEA di II livello (25 minuti) con un bacino presunto di utenza di 60 mila abitanti, del tutto simile all’ospedale di Novi Ligure che venne però mantenuto e incrementato nei numeri dei reparti stante la chiusura di quelli tortonesi nonostante l’omogeneità territoriale e dei numeri che vennero derogati rispetto a quelli contenuti nello schema di regolamento applicato dalla Regione sempre in favore di Novi Ligure con un criterio del tutto arbitrario e poco ragionevole in termini di economicità e riduzione delle prestazioni oltreché nella scelta delle strutture atte a ospitare il DEA di I livello;

Vista la situazione attuale che ha comportato un progressivo depauperamento dell’ospedale di Tortona e una riduzione dei servizi sul territorio con la compressione delle prestazioni erogate a livello di distretto e sub distretto;

tutto ciò premesso

i sindaci del tortonese, in forza della richiamata sussidiarietà rivolta alle strategie di politica sanitaria, si rivolgono alla Regione Piemonte e all’Assessore competente per chiedere l’apertura di un tavolo di confronto sulla situazione socio-sanitaria del loro territorio.

In particolare, qualora non esista, come pare, una qualsiasi strategia di investimento sull’ospedale di Tortona che, al momento, non sembra essere visto come prioritario nelle politiche sanitarie pubbliche, propongono e sostengono a parità di costi per il pubblico l’avvio di un confronto e di un tavolo di lavoro tematico al fine di:

  1. realizzare nei locali dell’Ospedale di Tortona un progetto di partenariato pubblico-privato finalizzato a creare un centro clinico di eccellenza con la riattivazione delle specialità soppresse e con il supporto dei servizi diagnostici, di quelli ambulatoriali estendibili, per servizio, al territorio. Ciò comporterebbe l’apporto di nuovi capitali, investimenti infrastrutturali più agili, aggiornamenti tecnologici costanti, riduzione della mobilità passiva e aumento di quella attiva, mantenimento sul territorio di elevate professionalità cliniche, maggior flessibilità del personale, efficienza gestionale e trasferimento know how ed innovazione. Il tutto con la regia e la governance pubblica;
  2. applicare la formula migliore di sinergia pubblico-privato attualmente previsto dalla normativa (Convenzione, project financing, partenariato pubblico-privato) in grado di permettere investimenti privati in forme sufficientemente garantiti e trasparenti;
  3. garantire che la componente pubblica alzi i livelli di controllo nelle sue forme sia di costante supervisione sia di sorveglianza estemporanea;
  4. incrementare l’attrazione per professionisti di alto livello clinico in territori che, altrimenti, difficilmente risulterebbero attrattivi per queste figure con un modello gestionale più snello e non ridondante, a vantaggio della sicurezza dei lavoratori e dei pazienti e della qualità dei servizi erogati;
  5. formulare un modello di interazione pubblico-privato assicurando la governance dei processi da parte del Pubblico che non potrà essere derogata ma avrà la funzione di garanzia esclusiva a tutela del diritto alla salute;
  6. legare chiaramente i servizi ospedalieri erogati al territorio evidenziando nella stessa offerta migliorativa il sostegno e l’incremento delle azioni distrettuali in termini di medicina del territorio;
  7. incrementare e non penalizzare l’occupazione prevedendo anche forme di ulteriore integrazione e progressione nei percorsi professionali;
  8. rafforzare gli uffici preposti al controllo valutativo della qualità, degli esiti e della programmazione con la governance pubblica che dovrà occuparsi del controllo dell’adeguatezza delle prestazioni fornite dal Privato ai bisogni della popolazione;
  9. fornire un futuro ad un presidio importante come l’ospedale di Tortona, radicando i professionisti sul territorio, promuovendo azioni politiche che inducano il Privato a dedicare una parte significativa delle sue attività a far lavorare in elezione i medici pubblici;
  10. integrare l’Ospedale con il territorio recuperando il rapporto con il territorio del tortonese con i Medici di Medicina Generale, i Pediatri, gli specialisti ambulatoriali e coloro che operano distaccati dal nosocomio;
  11. valorizzare il volontariato con accordi per accoglienza sia territoriali che ospedalieri condividendo la programmazione dei servizi erogati, integrare le reti dei servizi dalla rete riabilitativa ai percorsi nascita, governare congiuntamente i tempi di attesa della specialistica ambulatoriale e dei ricoveri incidendo, nella comunità più numerose, con una nuova offerta di servizi;
  12. ripristinare con la proposta di collaborazione pubblico – privato in tempi brevi un Polo sanitario territoriale di eccellenza in grado di riattivare tutti i reparti specialistici preesistenti e realizzare un positivo raccordo con il sistema di Medicina Territoriale stante l’ eventuale indisponibilità di nuove risorse pubbliche a copertura di significative iniziative

I sindaci del tortonese ritengono, inoltre necessario, ricordare quali siano i servizi e i potenziamenti minimi e indispensabili a restituire al presidio ospedaliero il ruolo di riferimento a tutela della salute dei cittadini residenti sull’intero territorio dei 40 Comuni che fanno parte del nostro Consorzio:

  1. riclassificazione del Pronto soccorso come DEA di I livello;
  2. riapertura dei reparti di Cardiologia e Rianimazione (indispensabili per il DEA);
  3. riapertura di Neurologia almeno come struttura semplice;
  4. attivazione di un day hospital pediatrico a supporto dell’ambulatorio;
  5. ampliamento degli orari degli ambulatori già presenti;
  6. completamento ed apertura, nei tempi più brevi possibili, del nuovo reparto di Riabilitazione che da anni è stato previsto, ma non ancora realizzato;
  7. aumento dell’organico in forza all’Ospedale per garantire l’efficienza dei servizi attuali ed in numero adeguato al potenziamento richiesto.

Visti:

– il D.Lgs. N. 267/2000;

– lo Statuto Consortile;

Con i seguenti voti unanimi resi ed espressi nei modi e forme di legge,

DELIBERA

  1. Di considerare quanto in premessa esposto parte integrante e sostanziale del presente atto;
  • Di chiedere alla Regione Piemonte e all’Assessore competente l’apertura di un tavolo di confronto sulla situazione socio-sanitaria del loro territorio. In particolare, qualora non esista, come pare, una qualsiasi strategia di investimento sull’ospedale di Tortona che, al momento, non sembra essere visto come prioritario nelle politiche sanitarie pubbliche, propongono e sostengono a parità di costi per il pubblico l’avvio di un confronto e di un tavolo di lavoro tematico al fine di:
  • realizzare nei locali dell’Ospedale di Tortona un progetto di partenariato pubblico-privato finalizzato a creare un centro clinico di eccellenza con la riattivazione delle specialità soppresse e con il supporto dei servizi diagnostici, di quelli ambulatoriali estendibili, per servizio, al territorio. Ciò comporterebbe l’apporto di nuovi capitali, investimenti infrastrutturali più agili, aggiornamenti tecnologici costanti, riduzione della mobilità passiva e aumento di quella attiva, mantenimento sul territorio di elevate professionalità cliniche, maggior flessibilità del personale, efficienza gestionale e trasferimento know how ed innovazione. Il tutto con la regia e la governance pubblica;
  • applicare la formula migliore di sinergia pubblico-privato attualmente previsto dalla normativa (Convenzione, project financing, partenariato pubblico-privato) in grado di permettere investimenti privati in forme sufficientemente garantiti e trasparenti;
  • garantire che la componente pubblica assicuri i livelli di controllo nelle sue forme sia di costante supervisione sia di sorveglianza estemporanea;
  • incrementare l’attrazione per professionisti di alto livello clinico in territori che, altrimenti, difficilmente risulterebbero attrattivi per queste figure con un modello gestionale più snello e non ridondante, a vantaggio della sicurezza dei lavoratori e dei pazienti e della qualità dei servizi erogati;
  • formulare un modello di interazione pubblico-privato assicurando la governance dei processi da parte del Pubblico che non potrà essere derogata ma avrà la funzione di garanzia esclusiva a tutela del diritto alla salute;
  • legare chiaramente i servizi ospedalieri erogati al territorio evidenziando nella stessa offerta migliorativa il sostegno e l’incremento delle azioni distrettuali in termini di medicina del territorio;
  • incrementare e non penalizzare l’occupazione prevedendo anche forme di ulteriore integrazione e progressione nei percorsi professionali;
  • rafforzare gli uffici preposti al controllo valutativo della qualità, degli esiti e della programmazione con la governance pubblica che dovrà occuparsi del controllo dell’adeguatezza delle prestazioni fornite dal Privato ai bisogni della popolazione;
  • fornire un futuro ad un presidio importante come l’ospedale di Tortona, radicando i professionisti sul territorio, promuovendo azioni politiche che inducano il Privato a dedicare una parte significativa delle sue attività a far lavorare in elezione i medici pubblici;
  • integrare l’Ospedale con il territorio recuperando il rapporto con il territorio del tortonese con i Medici di Medicina Generale, i Pediatri, gli specialisti ambulatoriali e coloro che operano distaccati dal nosocomio;
  • valorizzare il volontariato con accordi per accoglienza sia territoriali che ospedalieri condividendo la programmazione dei servizi erogati, integrare le reti dei servizi dalla rete riabilitativa ai percorsi nascita, governare congiuntamente i tempi di attesa della specialistica ambulatoriale e dei ricoveri incidendo, nella comunità più numerose, con una nuova offerta di servizi;
  • ripristinare con la proposta di collaborazione pubblico – privato in tempi brevi un Polo sanitario territoriale di eccellenza in grado di riattivare tutti i reparti specialistici preesistenti e realizzare un positivo raccordo con il sistema di Medicina Territoriale stante l’eventuale indisponibilità di nuove risorse pubbliche a copertura di significative iniziative
  • di dare atto siano i servizi e i potenziamenti minimi e indispensabili a restituire al presidio ospedaliero il ruolo di riferimento a tutela della salute dei cittadini residenti sull’intero territorio dei 40 Comuni che fanno parte del nostro Consorzio:
  • riclassificazione del Pronto soccorso come DEA di I livello;
  • riapertura dei reparti di Cardiologia e Rianimazione (indispensabili per il DEA);
  • riapertura di Neurologia almeno come struttura semplice;
  • attivazione di un day hospital pediatrico a supporto dell’ambulatorio;
  • ampliamento degli orari degli ambulatori già presenti;
  • completamento ed apertura, nei tempi più brevi possibili, del nuovo reparto di Riabilitazione che da anni è stato previsto, ma non ancora realizzato;
  • aumento dell’organico in forza all’Ospedale per garantire l’efficienza dei servizi attuali ed in numero adeguato al potenziamento richiesto.
  • di trasmettere alla Regione Piemonte il presente provvedimento:

L’ASSEMBLEA CONSORTILE

con voti unanimi, resi ed espressi nei modi e forme di legge, delibera di dichiarare la presente deliberazione immediatamente eseguibile, ai sensi dell’art. 134, comma 4, del T.U. 18 Agosto 2000, n. 267.