Pensavamo di poter essere pronti dopo quattro mesi ad una prevedibile ripresa dei contagi, anche se più contenuta (per il momento e per fortuna) nel numero dei ricoveri rispetto alla primavera.

Invece dobbiamo registrare che nonostante siamo all’inizio le criticità iniziano a rappresentarsi e le modalità di approccio per affrontarle non sembrano essere cambiate.


Sono diverse le problematiche che ci preoccupano, a cominciare come già più volte in questi mesi  ribadito, il numero insufficiente del personale.

Le aziende possono assumere tutto il personale necessario dichiarava l’assessore Icardi qualche giorno fa. Forse avrebbero già dovuto farlo e avremmo dovuto già saperlo, comunque quello assunto sino ad oggi non è sufficiente a garantire la riapertura dei reparti covid, l’assistenza domiciliare necessaria e ad eseguire gli accertamenti diagnostici, ossia l’esecuzione dei tamponi. Sotto questo aspetto iniziano i primi disagi che non potranno che peggiorare. 

La sorveglianza sanitaria sul personale che come da indicazione regionale doveva partire il 3 settembre attraverso l’esecuzione di tamponi periodici a secondo del rischio non è ancora partita in molte aziende.

Non basta evidentemente come sempre fornire indicazioni ma è necessario verificare che queste siano attuate e capire il perché non siano state seguite.

Vorremmo comprendere se la quarantena preventiva sarà o meno garantita al personale per evitare circolazione del virus nei servizi che ricordiamo divennero il più grande focolaio. Ovviamente sarà necessario un numero di personale sufficiente.

Le condizioni dei colleghi impiegati nei pit-stop per l’esecuzione dei tamponi non sono adeguate, anche in considerazione dell’arrivo di condizioni meteo peggiori. I luoghi, spesso inappropriati, senza coperture e nessun tipo di controllo per quanto attiene la sicurezza del personale, abbandonato alle ire della gente in coda.

Sembrerebbe che le aziende non possano intervenire e allora dovremmo prevedere l’intervento della protezione civile. E’ evidente inoltre come le code per l’esecuzione dei tamponi sottolineano come sia necessario rafforzare le risorse. 

Al di là di quali siano le responsabilità nazionali o regionali, i lavori strutturali che dovevano facilitare la gestione dei pazienti covid sono fermi e questo rappresenterà un problema.

Oggi, a distanza di 4 mesi, avremmo dovuto avere un quadro chiaro e preciso di tutte le aziende rispetto alle risorse impiegate, ai piani e all’ iniziative intraprese sul piano organizzativo. Non ci sembra sia proprio così. 

Francesco CoppolellaSegreteria Regionale NurSind Piemonte