Giulia Quaranta Provenzano nasce l’11 luglio 1989, a Imperia. Suo nonno uno stimato fabbro, il quale si è sempre distinto per estro e precisione: non usava mai stampi, ma ogni creazione dalla perfezione ed armonia millimetrica, le saldature invisibili.

Il dianese Enrico Damonte (Classe 1934) con mani di platino, un’intelligenza ed inventiva fuori dal comune, tant’è che è lui l’ideatore della chitarra per pulire le olive benché non abbia pensato a brevettarla …uomo fattosi dal nulla, era tutto impegnato nella costruzione della casa nella quale vivere con moglie e figlie e dedito al loro benessere. Enrico, fin da ragazzo, amò profondamente la musica, quella classica, la lirica, il teatro, il balletto e l’opera in particolare: amore ritrovato nel DNA della nipote speaker radiofonica, blogger, fotografa e critica d’arte, prolifica poetessa, scrittrice e saggista laureata a pieni voti, con Lode in Filosofia e poi pur in Metodologie Filosofiche. Evidentemente quindi certe Passioni sono ereditarie!


Ed è così che, a soli trent’anni, Giulia ha già ricevuto il Premio alla Carriera artistica da parte del prestigioso MACO MUSEUM, di Veroli (Fr). Questo si legge a proposito della giovane ligure <<(…) nel vasto e variegato panorama artistico contemporaneo, nei confronti del quale il nostro comitato scientifico di selezione ripone un’attenzione particolareggiata, alla ricerca di produzioni degne di interesse, la sua attività è risultata unanimemente rispondente ai nostri criteri. (…)>>.

Il MACO MUSEUM – un museo di arte contemporanea, ospitato in un ex Monastero Benedettino del VI sec. D.C., nel centro storico dell’antica città Ernica, avrebbe piacere di esporre e rendere manifesta, gratuitamente, al pubblico un’opera della Quaranta Provenzano per un periodo di un mese. L’iniziativa in questione come riconoscimento ai meriti artistici che contraddistinguono la produzione di Giulia e la sua ricerca d’Arte.

È l’imperiese ad ammettere: “Sono profondamente grata e onorata di tale inaspettato apprezzamento, inequivocabilmente sincero dato il carattere di totale gratuità, da parte del direttore Luciano Costantini e del vicedirettore Ivan Caccavale. Per una volta, letteralmente, non trovo parole bastevoli a rendere la gioia provata alla notizia”. Giulia poi continua <<Per me è importante il riscontro immediato, “di pancia” e come tale autentico; non potrei neppure permettermi infatti di aspettare la vecchiaia per iniziare a notare un riscontro, d’interesse, verso la mia creatività. Ovviamente un goal al 90° minuto è meglio che non farlo affatto, ma io sino a questo punto neppure potrei arrivare – non posso attendere così tanto; o mi dimostro in grado di scendere in campo da subito oppure d’obbligo per GQP il darsi ad altro, che qui riuscire a mangiare è più complicato del previsto!>>.

<<Immagino d’apparire cruda, forse a tratti anche un po’ presuntuosa nel pretendere opportunità abbastanza subitanee ma in realtà è poiché sono costretta ad esigere da me stessa tempestivi risultati dettati dalla necessità di uno stipendio ogni mese. La Passione non dipende dalle conferme altrui, però il tempo e le risorse pecuniarie da poter investire in essa sì. Per quanto uno possa avere i denti, ci vuole pure il pane, per mangiare. Credete che, se potessi fare del prediletto mestiere, non lo farei?! Sarebbe da autolesionisti e, per lo meno, insolito ignorare la fortuna…>> spiega la ligure.

La giovane non è una che resta a guardare, è una donna d’azione, non chiacchiera molto bensì preferisce passare direttamente ai fatti e semmai dopo argomentarli (nel condividere i perché). Ha una personalità molto forte e ben delineata, ciò nonostante sa che gli altri siamo noi, allorché tutti in cerca di dignità e proprio per questo lei non vorrebbe mettere in stand by cosa la caratterizza, tuttavia neanche può ostinarsi in ciò che non trova sbocco nel tempo presente.

“La rabbia è quel che provo ormai sovente, probabilmente più una feroce delusione nel notare d’essere alla mercé del potere e mi domando dove sia la democrazia se si perde la speranza e si amplificano maggiormente le disuguaglianze dettate da situazioni di partenza impari. Certo non è una colpa, come non è un merito nascere in famiglie agiate o no, conoscere persone influenti e che forniscono chance o no quantunque questo mi irriti perché io, in difetto, non ho avuto dono di discese ma ho soltanto esperito l’olio di gomito” afferma Giulia.

Ed ancora <<In verità mi sento sovente una “stateless”, un individuo senza cittadinanza e senza diritti bensì doveri. Invisibile chissà, mi ostino a tentare di crearmi un futuro in ogni istante ma senza accesso alla chiave di svolta e non comprendo con certezza quale lo sbaglio, cosa e come fare per conquistare finalmente un’occasione in cui ci sia scambio e non unicamente dare a senso unico. Non penso comunque di essere la sola a sentirmi “non vista”. È, credo, un problema che accomuna milioni di persone costrette in condizioni disumane dal momento che di loro non si parla, o non nella misura e maniera in cui si dovrebbe. Io per prima non percepisco dignità, quel decoro di sapermi parte di una conversazione più ampia dell’interiore, di quanto non manifestabile non acquista una più libera identità>>.

Infine Giulia Quaranta Provenzano confessa <<Se da un punto di vista economico ci si trova in un deserto, persino culturalmente vi si ricade. Le entrate, per pecunia, divengono oggi più che mai uno specchio sul mondo. Chi non ha soldi mal si trascina nel bisogno inevaso che diviene atroce tragedia nella privazione di compartecipata bellezza in un’immagine non con-vincente. Certo l’Arte  può farmi trascendere, ma più spesso mi sento fotografa a guardare la mia esistenza al contempo fuori e dentro la scena stessa ed altresì un’attrice su quel palco che smaschera ed evidenzia ogni debolezza>>.