Situazione mai vista in precedenza ed imprevedibile, che tanto a livello locale quanto nazionale, sta avendo forti ripercussioni sul turismo, facendo segnare, lungo tutta la Penisola, un crack da mezzo miliardo per i quasi 24mila agriturismi presenti, a causa dell’impossibilità  delle classiche gite di primavera, con gli italiani costretti a rimanere chiusi tra le mura domestiche per il lockdown iniziato da quasi due mesi a causa del Coronavirus. I turisti che avevano scelto la Liguria nel 2019 erano in crescita dell’1,5% (arrivi)rispetto all’anno precedente: quest’anno le previsioni, vista l’attuale situazione, non sono altrettanto ottimistiche, e, anche per questo, sono necessari interventi urgenti ed immediati a sostegno delle imprese agrituristiche del territorio, in modo che abbiano nel più breve tempo possibile l’opportunità di ripartire .

È quanto commenta Coldiretti Liguria la stima della Coldiretti, sulla base delle indicazioni di Terranostra, in occasione del ponte del 25 aprile, in attesa del prossimo inizio della Fase 2 dell’emergenza con la progressiva ripartenza del Paese. Con il fatturato fermo, lavoratori in cassa integrazione o, se stagionali, non assunti, e il blocco delle attività, uno dei settori che in Liguria sta patendo fortemente la situazione è appunto l’agriturismo, in una regione dove, negli ultimi anni, si stava riscontrando una sempre più marcata destagionalizzazione del turismo, che usciva  dai margini della sola stagione balneare per la presenza di offerte turistiche differenti in grado di soddisfare i tutti i generi di viaggiatori.  


“Per la filiera turistica ligure – afferma Marcello Grenna, Presidente di Terranostra Liguria –   si tratta di duro colpo all’economia e all’occupazione, soprattutto alla luce delle condizioni climatiche particolarmente buone che avrebbero favorito la riapertura delle attività stagionali della nostra regione, sia al mare sia nell’entroterra dove i 600 agriturismi presenti avrebbero permesso di passare i ponti primaverili in relax lontani dalla città,  dando modo di assistere al risveglio della natura, che riguarda piante, fiori e uccelli migratori, ma anche alle attività agricole con i lavori di preparazione dei terreni, la semina e la raccolta delle primizie. Tuttavia nonostante le grandi difficoltà patite dal comparto, molte aziende agricole e gli agriturismi di Campagna Amica Terranostra, continuano ad impegnarsi a consegnare prodotti a km0 e pasti con ricette tipiche, direttamente nelle case dei liguri facendosi apprezzare, con l’obiettivo di garantire a tutti, restando a casa, un viaggio del gusto e della tradizione con prodotti freschi e di qualità nell’ambito della campagna #MangiaItaliano a difesa del territorio, dell’economia e del lavoro.”

 “Il conto salato delle mancate prime uscite di primavera – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa–  colpisce ulteriormente il nostro sistema agrituristico, che era già in gravi difficoltà dopo settimane di chiusura. A pesare sono state anche le cancellazioni forzate delle cerimonie religiose (cresime, battesimi, comunioni, matrimoni) che si svolgono tradizionalmente in questo periodo dell’anno. In primavera si concentrano, inoltre, tutte le attività di fattoria didattica, che molti agriturismi svolgono per dare la possibilità ai ragazzi di stare all’aria aperta in collaborazione con le scuole, ora chiuse. È per questo che come Coldiretti Liguria abbiamo chiesto alla Regione di riconoscere lo stato di Calamità per il settore, mentre a livello nazionale stiamo lavorando, come Coldiretti, per realizzare un piano con risorse economiche di sostegno e misure straordinarie di intervento, che preveda anche l’annullamento delle imposte locali e della tassa di soggiorno, oltre alla richiesta di sostegno economico legato alle mancate presenze effettive sia come alloggio sia come ristorazione, a fronte del completo annullamento di tutte le prenotazioni per le strutture diffuse su tutto il territorio nazionale”.

Coldiretti Liguria – Giulia Nicora