Chi come noi ha sempre difeso la sanità pubblica denunciando i tagli dei governi e la sua privatizzazione può e deve riflettere politicamente e pubblicamente su alcuni concetti chiave, sia a livello nazionale sia locale.

1. La difesa della sanità pubblica e dei suoi operatori (medici-infermieri- oss ), presidio bene comune violentato per anni dai governi neoliberisti (sia del centrodestra, sia del centrosinistra), interessati alla sua privatizzazione ed esternalizzazione. Presidio impegnato in prima linea tra estreme difficoltà, ritardo di interventi adeguati, precarietà delle condizioni lavorative, mancanza di materiale sanitario.


2. La presa d’atto da parte di tutte/i (non solo da noi che lo abbiamo sempre dichiarato) della sua indispensabilità e, di conseguenza, della necessità di un rafforzamento riorganizzativo, in controtendenza con le scellerate scelte attuate dai vari governi succedutisi.

3. La consapevolezza di una prevenzione permanente (anch’essa sacrificata da tagli e sottovalutazioni).

4. La presa d’atto di una gravità virale che però non deve portare a derive isolazioniste, razziste e classiste (come si è verificato in molteplici vergognose situazioni nazionali).

5. Accanto al giusto contenimento, alla razionale precauzione igienico-sanitaria, non dobbiamo abbandonare l’umanità relazionale, il rispetto sia per gli ammalati di COVD-19 e per i loro familiari che spesso non possono condividerne il dolore, in quanto persone in sofferenza, sia per tutti i colpiti da malattie cronico- patologiche, che hanno il diritto di assistenza adeguata , di interventi, operazioni non rinviabili né derogabili.

6. La chiusura scolastica obbliga tutti a riflettere sul ruolo fondamentale della scuola pubblica , presidio bene comune anch’esso indebolito e aziendalizzato. Tutti gli studenti di ogni ordine e grado, esclusi temporaneamente dal percorso didattico (alcune scuole anche locali hanno attivato modalità di lezioni audiovisive), sentiranno certamente la mancanza di un rapporto socializzante giornaliero, di crescita umana e culturale.

7. Per ultimo, palese accertamento di un ritardo degli interventi su tutto il territorio nazionale, dalla comparsa dell’infezione in Cina: la finestra di un mese di latenza non è stata impiegata adeguatamente a predisporre un piano, un protocollo razionale anticipatore di interventi mirati che escludessero la drammatizzazione finale.

In base a queste considerazioni preliminari, nasce la necessità di una maggiore responsabilizzazione della cittadinanza, su base volontaria, non costrittiva, per ricostruire quegli anticorpi difensivi sanitari e umani, indispensabili nella gestione della contingenza (ad esempio rinuncia volontaria alle visite non urgenti!!), responsabilizzazione non sollecitata né valorizzata dai governi… Le proposte più urgenti potrebbero riguardare il blocco dell’attività intramoenia che impegna i medici pubblici in visite private a pagamento; l’obbligo per le strutture private ( che hanno goduto di accreditamenti) nel ​rendere disponibili gli ambulatori e le visite al costo del ticket pubblico, senza speculazioni e business; la non sospensione delle visite urgenti; la messa a disposizione di un mezzo di trasporto. In questa contingenza, la piccola e resistente struttura ospedaliera tortonese si trova oggi sotto grande pressione per garantire la salute di tutte e di tutti. Vogliamo massima attenzione e sorveglianza in merito a quanto succede all’interno, a quanto tempo gli operatori sono al lavoro e in quali condizioni. Finita questa pesante emergenza, la nostra comunità dovrà avere parola per poter ridiscutere a fondo il ruolo del servizio sanitario nazionale pubblico. Non rivendichiamo posizioni di chiusura tipiche dell’ultra sovranismo e vogliamo che la discussione diventi davvero collettiva e partecipata.

Partito della Rifondazione Comunista Federazione di Alessandria-Circolo di Tortona