Forse una delle malattie più brutte di cui è vittima l’uomo sono i Social.

Noi ne faremmo volentieri a meno ma, purtroppo, un quarto dei lettori di Oggi Cronaca (e solo un quarto per fortuna) legge il giornale passando esclusivamente dai Social e quindi, nostro malgrado, siamo costretti ad usarli, ma – credeteci – potessimo evitarlo perderemmo molto meno tempo.


I Social, infatti, possono essere deleteri. Non tanto per l’uso indiscriminato che se ne fa ma con l’avvento dei social, tante persone hanno perso fiducia nelle fonti ufficiali e hanno iniziato a credere a tutto ciò che altre persone – non si sa a quale titolo – diffondono in rete. Giornalisti, politici, istituzioni e tanti altri, all’improvviso sono diventati inaffidabili e tanta gente gente è propensa più a credere al coglione di turno (perdonate l’espressione) che non a loro.

Fake news come si chiamano in gergo, ma anche notizie diffuse alla velocità della luce che non sono veritiere o non corrispondono totalmente alla realtà, com’è accaduto ieri sera, a Tortona, quando la notizia che c’era un primo caso di Coronavirus poco dopo le 19 ha iniziato a diffondersi sul web e sui gruppi whatsapp.

Quello che era successo lo sappiamo tutti e lo potete leggere in QUESTO ARTICOLO.

Ovviamente noi della Redazione, come il Comune e tutti gli altri soggetti interessati, siamo in costante contatto con le istituzioni e con il Centro Regionale del Piemonte appositamente realizzato per l’emergenza Coronavirus ed eravamo in attesa di notizie UFFICIALI e corrette in merito al caso di Tortona, per poterle divulgare tempestivamente alla popolazione e metterla al corrente della realtà, perché è questa la grande utilità di internet.

Purtroppo verso sera quando non si sapeva ufficialmente ancora nulla, sui social ha iniziato a diffondersi la nostra – ERRATA – che a Tortona ci fosse il primo caso di Coronavirus.

In poche ore, in città, in maniera molto sommessa, con fitti scambi di messaggi e telefonate, si è diffusa tanta apprensione e paura: quella che invece non dovrebbe mai verificarsi in casi di emergenza.

Abbiamo ricevuto alcune telefonate di gente preoccupata e abbiamo cercato di rassicurala scrivendo loro che a breve avremmo pubblicato notizie certe.

Purtroppo i Social hanno rovinato anche il lavoro dei giornalisti seri a cui pochi credono ancora, perché se prima i giornalisti avevano troppo potere, oggi non ne hanno quasi più: meglio fidarsi dell’imbecille che scrive sui social, che arriva prima e scrive alla cazza (e perdonate per la seconda volta l’espressione) senza verificare notizie e fonti che quello che affermano giornalisti e istituzioni, tutti bugiardi e infidi.

Per farla breve, poco dopo le 21,30 quando le notizie erano certe e dopo averle verificate (e questo comporta comunque un po’ di tempo) abbiamo scritto QUEST’ALTRO ARTICOLO dove riportiamo i fatti e cioé che è stato fatto un secondo tampone all’uomo e solo verso mezzogiorno di oggi, lunedì 2 marzo, se non oltre, sarà possibile conoscerne l’esito.

L’Asl afferma che il primo “tampone” era illeggibile. Forse sarà vero o forse no e il fatto che fosse “illeggibile” magari è stato detto – giustamente – per non scatenare paura e panico, ma noi non possiamo saperlo e – come dovrebbe fare ogni giornalista serio – ci atteniamo alle fonti ufficiali.

Forse era davvero “positivo” al Coronavirus il primo tampone fatto al tortonese ricoverato in terapia Intensiva all’ospedale di Tortona, e per questo ne è stato fatto un secondo per avere la certezza, ma diffondere la notizia che c’è il Coronavirus a Tortona, così come riportare nome e cognome del paziente, come hanno fatto alcuni colleghi, è un modo sbagliato di divulgare informazioni.

E’ bene ricordare, infatti, che fino a pochi giorni fa, due cinesi di Cuneo al primo tampone erano risultati positivi al Coronavirus e poi, in seguito alle successive analisi, negativi.

Bene fanno, quindi le autorità sanitarie ad andare coi piedi di piombo.

Se poi dovesse essere Coronavirus a Tortona, tutti dovremo farcene una ragione e pensare che non si tratta di Ebola, i cui tassi di mortalità sono molto elevati.

Come riportato da più parti da fonti mediche e sanitarie, il Coronavirs uccide poco più che un influenza (si parla del 5% forse meno), il vero problema, è che circa un quinto delle persone colpite da questo nuovo virus, in attesa che venga sviluppato un vaccino (e si parla di circa un anno) per salvarsi devono essere ricoverate in Terapia Intensiva ed i letti in Italia non sono illimitati.

Certo si sta cercando di ricavarne altri ma un conto e diluire il contagio in un lungo lasso di tempo in modo da poter avere a disposizione letti e personale, un altro è avere un’epidemia dilagante in brevissimo tempo con tutto ciò che ne conseguirebbe in questo caso.

Le misure restrittive in fondo servono a questo così come ogni cittadino dovrebbe usare quelle precauzioni necessarie divulgate su tutti gli organi di informazione per fare in modo che – nella malaugurata ipotesi contragga il Coronavirus – possa essere curato e guarire come accade nel 95% dei casi.

Angelo Bottiroli