Se ne parla ormai da diversi anni che il Pronto Soccorso dell’ospedale di Tortona non è più quello di una volta, ma un conto è per sentito dire, un altro è vivere da vicino l’esperienza, constatando in prima persona la situazione.

E’ quello che emerge dal racconto di una nostra lettrice, Elena Piccinini (nella foto in alto), che nella giornata di sabato sera ha avuto bisogno del Pronto Soccorso dell’ospedale di Tortona e ha scoperto sulla propria pelle, lo stato in cui si trova grazie alla “spolpatura” disposta negli anni scorsi dalla Regione Piemonte.


E’ lei stessa a raccontarlo ad Oggi Cronaca.

” Ieri sera – racconta Elena Piccinini – mia figlia è caduta facendosi male a un ginocchio, era gonfio e non riusciva a piegarlo. Preccocupati decidiamo di portarla al Pronto Soccorso dell’ospedale di Tortona dove, senza neanche guardarla, mi consegnano il foglio per tornare stamattina (domenica) dopo le 9 perché al sabato sera NON C’È IL RADIOLOGO REPERIBILE.”

E già qui, per un Pronto Soccorso, è una situazione che può apparire strana a un normale cittadino, ma la cosa non finisce qui.

“Domenica mattina – aggiunge Elena Piccinini – mi dicono che il radiologo sarebbe reperibile ma lo chiamano SOLO PER CASI URGENTI (e mia figlia NON È URGENTE), per cui io e mia figlia avremmo dovuto recarci al Pronto Soccorso di Tortona alle 9 di domenica mattina e aspettare fino all’arrivo di un caso urgente. A quel punto quando chiameranno il radiologo faranno lastre anche a mia figlia. Il primo caso urgente potrebbe arrivare anche alle 6 di sera o non arrivare proprio, per cui avremmo dovuto aspettare che un tortonese si facesse male e arrivasse in urgenza al Pronto Soccorso di Tortona prima possibile.”

Sembra assurdo? No non ancora, perché c’è un seguito.

“Dopo aver fatto le lastre, sempre che nella giornata di domenica si verifichi un caso urgente da dover chiamare radiologo reperibile – aggiunge Elena Piccinini – dovrei tornare lunedì per la visita ortopedica perché SABATO E DOMENICA L’ORTOPEDICO NON È IN REPERIBILITÀ. Quindi – conclude la nostra lettrice – per una caduta di sabato io DOVREI ANDARE AVANTI E INDIETRO IN OSPEDALE PER TRE GIORNI!”

LA SOLUZIONE

” A quel punto – conclude Elena Piccinini – ci siamo recati al Pronto Soccorso dell’ospedale a Voghera dove ci hanno visitato, fatto le lastre e, appurato che non erano presenti fratture, ci hanno dimesso con apposita cura e prognosi. Che dire? Ormai l’Ospedale di Tortona non è neanche più un ambulatorio, è un ufficio dove neanche ti guardano più.”

Naturalmente – aggiungiamo noi – altri soldi che la Regione Piemonte ha speso per l’ennesimo caso di mobilità passiva, un caso da sottoporre all’Asl di Alessandria e all’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi affinché oltre a realizzare il reparto di Fisiatria, facciano qualcosa per ridare dignità e un ruolo al Pronto Soccorso dell’ospedale di Tortona.

Non spetta a noi farlo ma vogliamo sperare che qualcuno – leggendo questo articolo – si renda conto di quanto la sanità tortonese sia caduta in basso.