Il nostro giornale non tratta la cronaca giudiziaria, ma stavolta facciano uno strappo alla regole perché la vicenda è davvero importante e merita di essere riportata dalle colonne del nostro quotidiano, visto che ne demmo notizia ai tempi dell’arresto. Una notizia che fece piuttosto scalpore all’epoca.

Parliamo della Tortonese Lara Bombonati che è stata condannata a due anni e 8 mesi di reclusione per l’accusa di associazione con finalità di terrorismo.


La giovane tortonese di 28 anni che fino a qualche anno fa abitava a Garbagna è stata ritenuta colpevole di aver fiancheggiato associazioni terroristiche di matrice islamica mentre era in Siria.

Era stata arrestata nella notte tra il 22 e 23 giugno in esecuzione del relativo ordine emesso dalla Procura della Repubblica di Torino, nell’ambito di un’indagine coordinata dalla procura della Repubblica e congiuntamente condotta dalle DIGOS delle Questure di Torino ed Alessandria,

Quella notte la Digos di Alessandria aveva proceduto al fermo della tortonese, indagata per avere partecipato – secondo l’accusa – ad una associazione che si propone il compimento di atti di violenza con finalità di terrorismo).  

Il fermo, secondo quando emerso, era stato disposto per il pericolo di fuga conseguente al progetto della donna di abbandonare il territorio nazionale per raggiungere nuovamente la SIRIA utilizzando contatti in BELGIO.

Secondo gli inquirenti Lara Bombonati aveva svolto attività di logistica e di assistenza nell’ambito di una neo formazione terroristica operante nelle aree di Idlib ed Aleppo.

Il marito Francesco Cascio, originario di Trapani, italiano come lei, era era un foreign fighter ed è morto in Siria nel 2016 durante un’irruzione in un campo di addestramento.
Un anno fa Lara Bombonati è stata rinviata a giudizio e in questi giorni, dopo una serie di udienze, è arrivata la condanna.