Presso la chiesa di S. Antonino di Borghetto Borbera (messa a disposizione dal parroco, don Fulvio Berti, con la collaborazione della locale amministrazione comunale), è stato “dato il la” alla quarantesima stagione di concerti sugli organi storici della provincia di Alessandria, organizzata anche quest’anno dall’Associazione “Amici dell’Organo”.

Non si è trattato però di un concerto (ne seguiranno altri, in tutta la provincia, secondo il programma che troverete di seguito a questa email), ma di un incontro con un esperto, il fisico Walter Chinaglia, che ha illustrato alcuni dei segreti dell’eccellenza raggiunta dall’arte organaria italiana a cavallo tra Rinascimento e Barocco.


E’ l’epoca di Claudio Monteverdi, compositore cremonese del quale, nel 2017, si è ricordato il 450° anniversario della nascita: in tale occasione Walter Chinaglia ha realizzato un organo con canne in legno per uso “non liturgico” che non è una copia di uno strumento esistente (perché, di quell’epoca non ne sono sopravvissuti) ma una replica verisimile basata non solo su fonti iconografiche ma soprattutto sulla lettura di testimonianze scritte (inventari d’archivio, trattatistica musicale) e sull’applicazione dell’analisi degli spettri acustici (un metodo per valutare scientificamente e quantitativamente ciò che gli antichi maestri organari conoscevano come “segreto del mestiere”).

Walter Chinaglia ha portato con sé uno dei “Duoi organi per Monteverdi” (questo il titolo della serata) che Letizia Romiti, vera anima dell’Associazione “Amici dell’Organo” e per anni docente al Conservatorio di Alessandria, ha suonato utilizzando musiche d’epoca, che ci hanno fatto apprezzare in pieno quelle qualità dell’organo con canne in legno che ne fecero uno strumento particolarmente adatto ad accompagnare le arie vocali del nascente melodramma (di cui Monteverdi, con il suo “Orfeo”, fu uno dei precursori).