Oggi Facebook dà la possibilità a tante persone e di credersi qualcuno e di “scimmiottare“ ruoli e professioni che un tempo erano definite nobili, come quella del giornalista, ma adesso cadono nella melma perché chiunque batte sui tasti, si sente padrone della notizia ed è convinto di essere chissà chi.

Indro Montanelli? Giorgio Bocca? Gianni Brera? Oriana Fallaci? Ma chi sono costoro di fronte a quei giornalisti, originali o d’adozione, che oggi aprono un blog, o anche solo una pagina o un profilo Facebook, e si sentono Dio?

Cronisti improvvisati che si credono in dovere di dare lezioni a chi il giornalismo lo fa da oltre quarant’anni?

Per carità, non abbiamo nulla contro chi cerca un briciolo di notorietà aprendo un blog, iscrivendosi ad ogni associazione allo scopo di inviare comunicati stampa sentendosi grande, ma suvvia, queste persone  dovrebbero capire che un giornalista, equilibrato e obiettivo non può e non deve per nessun motivo schierarsi perché in quel caso perderebbe ogni sua credibilità.

Può essere credibile chi fa interventi in un picchetto di estrema sinistra e fa finta di essere obiettivo cercando di lodare la destra ma poi  trova una scusa per non scrivere nulla?

O chi solo perché riprende col telefonino alcuni eventi da vivo come potrebbe fare anche un bambino di tre anni, si autonomina TV?

Sicuramente no, così come non può essere credibile qualcuno che si schiera a destra e poi cerca di lodare la sinistra.

L’obiettività è solo appannaggio di chi sta sopra le parti e di chi non si schiera a favore di una fazione o delle sue idee, perché il giornalista, anche quello critico, sta a destra, a sinistra e anche in centro: vive, frequenta, analizza le varie situazioni, si spoglia della propria ideologia per capire le altre ideologie, e poi, soltanto allora, potrà scrivere un articolo obiettivo.

Chi è schierato, chi parla ad una manifestazione estremista sostenendo quelle idee, non è un giornalista. Neanche se crede di esserlo.

Non c’entra avere la tessera dell’Ordine o meno, perché si è giornalisti dentro, nell’anima.

E il Giornalista, quello vero, non amici ma è solo, perché dice la verità: contro tutto e contro tutti.

Il Giornalista non si sente importante perché è tale o perché  tutti pendono dalle sue labbra: lui sa che gli inchini e i salamelecchi sono solo una facciata di chi cerca gloria e notorietà grazie ai suoi articoli, ma è pronto a rinnegarti subito quando non gli servi più.

Chi vuol fare (o sentirsi) un giornalista e non un semplice registratore di eventi, come fanno tanti, deve abbandonare le sue idee di sinistra o di destra e invece che ispirarsi ad Karl Marx o Ezra Pound scegliere Don Chisciotte: da solo contro i mulini a vento, senza cercare il consenso altrui.

Sì lo so, non è ciò la gente vuole.

Angelo