Nasce a Tortona nel 1885 conosce probabilmente la miseria, tanto da abbracciare la causa dei lavoratori sottopagati senza un avvenire senza un’assistenza per gli infortuni nella prospettiva della vecchiaia in miseria

Carlo non compie ancora il ventesimo anno d’età quando comprende il disagio della categoria di tutti i lavoratori, facendo proprio il loro avvenire.

Il suo impegno sociale inizia a Novi Ligure nel 1919 quando, iscritto al Partito Socialista è assunto dalle ferrovie, in primo passo per diventare fra i dirigenti del sindacato ferrovieri, la sua categoria la quale acquisisce un valido militante però, al nostro giovane non basta.

L’impegno verso il sociale è prevalente nel sui istinto, nel tempo libero si dedica alla politica, con l’incarico a consigliere comunale, successivamente come vicesindaco.

L’interesse per la giustizia lo coinvolge, tanto da essere eletto Presidente dell’eroica Cooperativa Proletaria.

Il Partito Comunista Italiano lo annovera fra i suoi primi seguaci, unitamente a Teresio Testa, nonché ad altri volenterosi i quali formano, ai piedi dei Giovi, la Sezione giovanile, considerata una fra le più compatte dell’Italia, sia dal punto di vista degli iscritti, come la meglio organizzata sul piano della combattività.

La sua figura non sempre è gradita, è perseguitato, più volte aggredito, tuttavia non si perde d’animo anzi, pare ad ogni maltrattamento subito, sappia trovare nuove energie tanto da organizzare lo sciopero generale non solo nella sua città, piuttosto in tutta la Penisola, purtroppo l’ultimo di quegli anni, nonostante abbia difeso strenuamente l’istituzione della Camera del Lavoro.

La sua posizione, considerati i tempi, non ha più scampo per cui è costretto ad espatriare imbarcato clandestinamente su piroscafi: è in Francia, Spagna, Portogallo,

dall’Europa all’oltreoceano. Raggiunge Cuba, è in Messico, in Argentina, arriva negli Stati Uniti laddove è accolto nella sezione di New York del Partito Comunista Italiano ove i Compagni gli affidano l’incarico delle relazioni fra il Partito ed i connazionali immigrati.

Il suolo natio lo calpesta nuovamente nel 1946 quando ritorna nella sua città di adozione per rioccupare il suo posto di lotta nella sezione novese del PCI; nel contempo è reintegrato al suo lavoro come capostazione superiore a Novi, lasciato nel periodo in cui fu costretto ad espatriare.

La politica è sempre il suo polo d’attrazione, riorganizza il Sindacato Ferrovieri, è presente ai Congressi Nazionali, tanto del Partito quanto del Sindacato stesso.

L’elezione a Sindaco dell’Amministrazione composta da socialisti, comunisti è mantenuta per 12 anni consecutivi: suggella l’ultimo scorcio della sua intensa generosa vita.

                                                                  Franco Montaldo