Costi per la mobilità fuori controllo: la Regione Piemonte in clamoroso autogol a soli tre anni dal ridimensionamento che ha fortemente penalizzato la sanità alessandrina.

I dati delle schede di dimissione ospedaliera e i bilanci della ASL AL rendono una impietosa immagine dei costi per la mobilità, fortemente aumentati dopo il declassamento dell’Ospedale di Tortona.

Eppure l’assessore Saitta continua imperterrito nella difesa del suo operato.

Nella delibera di giunta regionale 3 agosto 2017(1) Saitta riporta quanto espresso dalla Conferenza delle Regioni come giustificativo al processo di rideterminazione della rete ospedaliera che ha smembrato l’ospedale di Tortona. Nel documento l’assessore regionale alla sanità rivendica la bontà del proprio operato poiché in base all’analisi dei dati 2013 – 2015 il complessivo incremento della mobilità evidenziava un andamento dei flussi oltre il confine regionale in molti casi non compatibile con le esigenze di certezza dei bilanci regionali”. E quindi bisognava prontamente intervenire, a parer suo, abbattendo l’offerta di servizi alla salute proprio negli ospedali a ridosso dei confini maggiormente “attrattivi” sotto il profilo delle cure, Tortona e Acqui Terme, rispettivamente per la prossimità di confine con Lombardia e Liguria.

Eppure nel 2017 l’aumento della mobilità interregionale verso la Lombardia era già emerso in tutta la sua evidenza, con l’approvazione del bilancio consuntivo 2016 ASL AL, adottato su indicazione regionale, con Deliberazione Direttore Generale n. 349 del 26/05/2017.

Saitta poteva non esserne a conoscenza? Come è possibile?

Da questo bilancio di esercizio(2) apprendiamo che ammontano a  60 milioni di Euro i costi sostenuti dalla ASL AL per la mobilità extra regione ed è probabile che gran parte siano dovuti a Tortonesi che vanno in ospedale a Voghera piuttosto che a Novi Ligure o in Alessandria.

Le due voci che incidono maggiormente sono BA0560 “Acquisti servizi sanitari per assistenza specialistica ambulatoriale” (€ 9.462.906) e BA0830 “Acquisti servizi sanitari per assistenza ospedaliera” (€ 42.355.066).

Il raffronto con il 2013(3), anno in cui è iniziato lo smantellamento dell’ospedale di Tortona con la chiusura del punto nascite fotografa l’aumento dei costi in maniera impietosa:

Un aumento del 30% secco in tre anni dopo la chiusura dei reparti dell’Ospedale di Tortona, pazienti che per le visite ambulatoriali si indirizzano in Lombardia su Voghera anziché recarsi a Novi o Alessandria, costi per la mobilità passiva che salgono del 6,4% nell’arco di tre anni in una Regione sottoposta a piano di rientro che dovrebbe contenere i costi.

Se questa, secondo la Regione Piemonte, la si vuole definire una vittoria, può essere solo una vittoria di Pirro.

 

Eppure il rapporto IRES 2018 (allegato in forma sintetica all’articolo) appositamente commissionato dalla Regione per valutare i fabbisogni di salute dell’Alessandrino e i flussi di domanda era appositamente concentrato sulla ASL di Alessandria, portando alla luce evidenze macroscopiche.

Tale documento afferma che nel 2017 circa il 28% dei residenti nel territorio della ASL di Alessandria ha scelto il ricovero in strutture ospedaliere che non appartengono all’ Azienda per discipline che in tale ASL sono presenti sia come ricovero ordinario che in day hospital.

Non si tratta quindi di mobilità per fabbisogni non soddisfatti, ma di mancanza di attrattiva, vuoi per i lunghi tempi di attesa o per difficoltà di accesso alle strutture, quali le carenze nei trasporti, ad esempio. In particolare, una quota consistente dei residenti dell’alessandrino (15%) sceglierebbe il ricovero in strutture fuori Regione per discipline quali chirurgia plastica, malattie endocrine, oculistica, lungodegenza e riabilitazione.

Una riflessione d’obbligo: se la riabilitazione, secondo la Regione, rappresenta un settore così strategico per frenare la mobilità extraregione, perché questo lungo temporeggiare nell’attivazione di tale specialità nell’ospedale di Tortona, riconversione peraltro già programmata in sede di riordino della rete ospedaliera? Altro mistero.

 

La mobilità sanitaria assume rilevanza non solo nel caso dei bilanci e della distribuzione delle risorse, ma anche per l’opportunità che l’analisi dei dati ricavati dalla mobilità offre per ripensare l’offerta, riprogettare la rete dell’assistenza, riqualificare il sistema e, soprattutto, prendere atto dei macroscopici errori compiuti nella gestione di un territorio di confine quale è l’Alessandrino.

Annamaria Agosti



 

Prima parte del dossier Sanità in esclusiva su Oggi Cronaca

https://www.oggicronaca.it/2018/09/ridimensionare-lospedale-di-tortona-ha-aumentato-i-costi-della-sanita-invece-di-ridurli-cittadini-soddisfatti-i-dati/

 

Studio Ires Alessandria sintesi