Giancarlo Lorenzetto

Due Tir nella foto, entrambi precipitati dal viadotto Morandi Martedì 14 agosto: il camionista che si trovava nel Tir bianco, è morto, quello che invece si trovava alla guida del camion rosso che vedete a sinistra della foto in alto è miracolosamente illeso.

E’ una delle tante storie dei sopravvissuti alla tragedia che il 14 agosto ha visto crollare il ponte Morandi a Genova, ma stavolta a viverla è stato un tortonese: Giancarlo Lorenzetto, 55 anni, camionista di Carezzano.

E’ lui che si trovava alla guida del camion rosso che è precipitato dal viadotto Morandi.

Giancarlo fa l’autista per la ditta MCM autotrasporti e stava portando un rotolo di 300 quintali dal’Ilva di Genova a quella di Novi Ligure, quando il ponte è crollato nel preciso istante in cui il tortonese, alla guida del camion, ci stava passando sopra

Un volo di oltre 40 metri nel vuoto con  Giancarlo che ha visto in faccia la morte per alcuni lunghi interminabili secondi: “stava piovendo forte e improvvisamente mi sono visto spaccare l’asfalto davanti e il camion che cadeva. Ho chiuso gli occhi e ho pensato – è finita.” 

In realtà non è andata così perché per una serie di fortunate coincidenze il carico, più pesante dalla cabina, ha fatto in modo che il camion  si alzasse e la cabina precipitasse al suolo per ultima.

Sono atterrato ed oltre ad essere vivo – prosegue nel suo racconto Giancarlo – sentivo di non aver subito traumi. Se si guardano bene le foto si vede che sotto al camion c’è una striscia d’asfalto. Credo che ci siano state una serie di coincidenze favorevoli per cui l’impatto è stato attutito. L’asfalto sotto di me non si è sgretolato e la striscia è stata la prima ad appoggiare. Sotto di me c’era un terrapieno dove il camion ha impattato e si è piegato su un lato.”

Giancarlo a quel punto ha aperto gli occhi e si è accorto di essere vivo, ma soprattutto illeso. Non sentiva dolore da nessuna parte e stava bene. Si è reso conto che il viadotto si era spezzato e lui era volato giù però, non si è mosso e non è uscito dalla cabina.

Mi sono accorto che la posizione in cui mi trovavo – aggiunge –  era pericolosa, stava ancora piovendo forte così ho aspettato l’arrivo dei Vigili del Fuoco per uscire in sicurezza. Mi sono tolto la cintura e ho cercato di recuperare gli oggetti che nel frattempo erano sparsi nell’abitacolo, tra cui i cellulari per poi avvisare casa e il datore di lavoro.”

Un’altra immagine di Giancarlo Lorenzetto

Una volta uscito dal camion Giancarlo ha constatato che stava bene e incredibilmente, come in quei film di super eroi dove si vede l’eroe precipitare da un’altezza incredibile scrollandosi la polvere dalla spalla perché non si è fatto assolutamente nulla, Giancarlo Lorenzetti ha continuato la sua avventura: “Stando bene – aggiunge – ho lasciato le mie generalità ad un agente della Polizia Municipale, mi sentivo a posto e non avevo bisogno di cure mediche. Ho preso un bus e sono andato a Bolzaneto dove sono venuti a prendermi i miei familiari.  Certo mi sono sentito miracolato, ma credo che lo spavento maggiore l’abbiano avuto proprio i miei familiari.”

Il resto dell’intervista la potete leggere sul blog “Bio correndo” da cui questa intervista (confermata dallo stesso protagonista ad Oggi Cronaca parola per parola) è stata tratta.

La trovate al link https://deandreafausto.blogspot.com/2018/08/giancarlo-lorenzetto-e-precipitato-dal.html?m=1

Ringraziamo Fausto De Andrea, autore del blog, che conosce personalmente il protagonista ad aver pubblicato l’intervista. Giancarlo Lorenzetto, infatti è una persona schiva e non si è fatto pubblicità, nè ha chiamato i giornalisti.

Noi siamo venuti a saperlo per caso, leggendo proprio il blog  di Fausto De Andrea e ovviamente abbiamo subito chiamato il protagonista.

Giancarlo è sposato e la coppia vive a Carezzano insieme alla moglie e alla mamma. La coppia non ha figli..

In aggiunta alla bella intervista vi raccontiamo il seguito che non trovate ovviamente sul blog: oggi pomeriggio Giancarlo è andato dal medico per una visita e domattina andrà in ospedale a fare degli esami.

“Qualche dolore al collo e alla braccia lo sento – ci dice – è stato un bel volo. Spero non ci sia nulla, perché io mi sento bene.”

Con noi ritorna su quei momenti terribili e su come l’ha scampata: “Pensavo davvero di morire -conclude – e quando dopo aver visto l’asfalto sgretolarsi sotto i miei occhi li ho riaperti, non sapevo dove mi trovavo. Ero nella cabina e stavo bene ma non sapevo cosa c’era fuori o sotto di me. Credo che qualcuno lassù mi abbia aiutato. Davvero non ci rendiamo conto di quanto sia fragile la nostra vita e di come sia facile perderla.”