Lavorare gratis per abbellire una città (che non è neppure quella in cui abiti) dal degrado e a proprie spese: quanti lo fanno?

Quanti sono disposi a spendere tempo e denaro per il sogno di rendere più vivibile il mondo in cui viviamo?

Qualcuno a Tortona c’è ed è un’artista conosciuto da tutti che lascia un marchio indelebile.

Stavolta ha agito su una delle più belle piazze del centro storico, deturpata dai vandali: la piazza interna del teatro civico, dove sorge l’ex convento dell’Annunziata che diventerà presto biblioteca dei ragazzi, a fianco di piazza Julia Dertona.

Le scritte vandaliche a fianco del Teatro civico hanno trasformato un angolo di una piazzetta tra le più belle della città e in una  tra le più bistrattate di Tortona e sono un obbrobrio, un pugno in un occhio per chi ama la città che l’artista non ha potuto fare a meno di intervenire.

Il muro com’era prima dell’intervento dell’artista che vedete nella foto in alto

“Sono certo – dice l’artista – che l’Amministrazione ha in animo di recuperarlo completamente e di offrire il luogo alla comunità per eventi culturali come ha fatto di recente con la mostra sui contemporanei nel maggio scorso e con una serata benefica Lions, subito dopo. Nel frattempo mi sono preso la libertà di fare un’incursione d’artista e quell’angolo degradato e da come si vede nelle foto l’ho camuffato cercando di abbellirlo. Vero è che non è cambiato di molto, però è stato più forte di me lanciare un messaggio di educazione civica, dal momento che mi è incomprensibile capire come di possano lasciare bottiglie e rifiuti nei pressi o nascoste nell’atrio, quando a un metro di distanza vi è un cassonetto dell’immondizia nel quale si possono riporre senza alcuna fatica. Ed anche quelle scritte fatte così senza un minimo di decenza e senza un briciolo di valore estetico o di messaggio sociale, danno un fastidio.”

Un’incursione fatta a scopo sociale.

“Naturalmente – conclude il nostro animo (ma non più di tanto) artista – niente da biasimare con l’Amministrazione comunale e  i suoi operatori ecologici che la mattina di ferragosto, alle 6,15 erano già al lavoro, e contro i writer è una battaglia persa se non li si educa al bello, perché si sa, sono tanti, incontrollabili e operano nell’ombra come i ratti (“rat” è l’anagramma di “art” in inglese). Anzi un plauso a questa Amministrazione che – almeno, fin ora – pare non ostacoli l’arte intelligente anche se fatta … un po’ nell’ombra. Ora, se il mio intervento disturba o offende qualcuno, mi impegno a rimuoverlo quanto prima (è carta incollata e con dell’acqua, una spazzola di gomma e dell’olio di gomito dovrebbe venir via senza fare danni); precisato ciò se il Comune mi dà i codici del colore della tinta della facciata o – meglio ancora – qualche tanica di quella pittura mi impegno a ridipingere quella parte di muro inzaccherato. E ai writer dico che i muri bisogna rispettarli e che non è onesto sprecare vernice senza arte né parte. A onore della verità è doveroso precisare che i disegni che ho affisso non sono opere mie (magari lo fossero): il primo è di Magritte ed è universalmente conosciuto e mi piaceva utilizzare il “tradimento delle immagini” e le sue annesse profonde riflessioni per sottolineare che quell’angolo – cosa così evidente – non era una pattumiera; l’altro è un particolare tratto da una mia fotografia presa da un cartellone pubblicitario – fatta a Vienna nell’agosto del 1987 – dove si evidenziava che “Wien ist … anders” a firma di P. Sengl 87 (mi pare di leggere nella foto, e penso si riferisca al noto pittore austriaco Peter Sengl) e quell’immagine – troppo bella – si adattava così bene al nostro teatro che non ho resistito a riprodurla.”

“Spero che gli autori – conclude l’artista amico di Tortona – non ne abbiano a male se ho usato delle loro immagini per sensibilizzare comportamenti civili, e che la Comune perdoni la mia incursione e consideri la mia disponibilità a ridipingere il muro, prima di tirarmi le orecchie, perché la social art non è un crimine e dovrebbe essere tollerata, a differenza degli scemi che deturpano i muri.”

 

il muro dell’ingresso degli artisti al teatro Civico com’era prima

Com’è adesso, dopo l’intervento dell’artista