I Carabinieri di Ovada hanno nella giornata di venerdì tratto in arresto, in flagranza di reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, G.P. 18enne ovadese, ed hanno proceduto al deferimento in stato di libertà di altri due giovani, I.T. 22enne e S.P. 19enne entrambi di comuni dell’ovadese. L’attività dei Carabinieri di Ovada conclude un’indagine avviata alcuni mesi fa e riguardante una sospetta attività di spaccio di sostanze stupefacenti nei pressi di un noto istituto superiore della città. Nell’ambito dei rapporti di collaborazione sempre esistenti tra i Carabinieri di Ovada e l’istituto Barletti di Ovada che si sono estrinsecati anche in incontri formativi e su una vicinanza sempre mostrata all’istituto, nel mese di aprile scorso i militari, coadiuvati dall’unità cinofila di Volpiano si sono recati nella sede dell’istituto di Via Voltri procedendo ad ispezionare alcune classi ed i locali comuni della scuola. Il fiuto del cane Quark ha permesso di rinvenire, all’esterno dell’istituto, un sacchetto contenente quasi 25 grammi di marijuana, ovviamente abbandonata. Il ritrovamento ha immediatamente fatto scattare un’attività di indagine per poter risalire al proprietario dello stupefacente. Le indagini, corroborate anche da ascolto di testimoni, hanno permesso di giungere all’identificazione dei tre giovani, tutti studenti dell’istituto, che nella giornata di venerdì si sono visti perquisire le proprie abitazioni. Se nell’abitazione di P.S. nulla è stato rinvenuto, ben diversa la situazione di I.T. e, soprattutto di G.P.. Nella casa del primo, infatti, sono stati rinvenuti oltre 16 grammi di marijuana che è stata sottoposta a sequestro mentre nell’abitazione di G.P. i carabinieri hanno rinvenuto alcuni barattoli contenenti complessivamente quasi 70 grammi di marijuana, alcuni grammi di hashish, materiale per il confezionamento e la pesatura, nonché la somma contante di € 665,00, ritenuta provento di spaccio. Per il 18enne sono scattate le manette per detenzione ai fini di spaccio e, su disposizione dell’A.G. è stato ristretto presso il proprio domicilio in regime di arresti domiciliari. Nella mattinata di sabato, poi, all’esito del giudizio direttissimo, il G.P. ha inteso patteggiare una pena di cinque mesi di reclusione e 700 euro di multa