GIOVEDI’ 20 LUGLIO –  APERINCHIOSTRO:

PRESENTAZIONE DEL VOLUME

IL BARATTOLO BLU di Roberto Ponzano

BIBLIOTECA CIVICA – ORE 18:30

Novi Ligure – Via Marconi, 66

Le origini del GavazzanaBlues ritrovate in un barattolo dal coperchio blu.
L’autore, Roberto Ponzano, condivide piccoli e preziosi ricordi alternati a racconti fantasiosi e improbabili. Un modo per aiutare l’associazione condividendo emozioni e conservando un bel ricordo.
Edizioni dell’Orso.

Recensioni:

Un anonimo barattolo di un sobrio colore blu è l’inconsueto spunto di queste pagine. Dimenticato sullo scaffale ma finalmente dischiuso, si rivelerà una sorta d’inverso vaso di Pandora: custode di ricordi, di sogni e di fantasie, in luogo di tutti i mali del mondo, o di più probabili conserve e marmellate.
Il racconto che scaturisce dalla sua apertura fluttua leggero e disinvolto; puntuale nella costruzione, libero persino quando è forzato entro l’immutabile nomenclatura marinaresca. Neppure allora, però, scemerà la considerevole presenza onirica ed evocativa e talvolta la prosa essenziale produrrà persino espressioni folgoranti di moderna poesia ermetica.
Accurata formalmente, la narrazione non lo è di meno sotto l’aspetto dell’inventiva. Si mescolano luoghi e persone, si spazia da Gavazzana, “borgo abbracciato dal verde e cullato dalla brezza” dove “tutti girano in pantofole”, a Machu Picchu. Si disquisisce di musica e d’alberi delle farfalle. Persino di Gelsomino un topolino poco più grande di un’uvetta, assiduo, ogni primo lunedì del mese, del “Gavazzana Blues”, l’evento che più inorgoglisce. Ma pure d’altro, di molto altro ancora che continuerà lo stupore. Auspice magari qualche nuovo barattolo dalla vivace livrea gialla, azzurra o vermiglia.

Gian Carlo Vaccari

Proust aveva la sua madeleine e tu il barattolo blu. Spero che il paragone non ti dispiaccia. Vedilo come un augurio di futuri successi.
Il libro è bello e ha qualcosa di particolarmente originale, con quel suo mescolare realtà, finzione e sogno, senza mai veramente separarli del tutto. Mi ha fatto venire in mente il “realismo magico”: così si chiamava una corrente pittorica italiana degli anni ’30, ma anche certa narrativa sudamericana. Mi piace come ogni tanto dal flusso della fantasia, o dei ricordi, si materializzino improvvisamente oggetti concreti, descritti con la precisione e l’affetto di un artigiano. Come se fossero degli appigli che utilizzi per ancorarti a una realtà a volte sfuggente.
Il tuo stile non mi sembra difficile. In realtà è solo sincopato, come un “take” di jazz o dovrei dire di blues? A volte sembra che si perda il senso logico ma, proprio come in una jam session, basta lasciarsi andare sul filo della musica e, alla fine, tutto si riannoda.

Walter Ansaldi