Si chiama Lara Bombonati, ha 26 anni era nata a Milano ma fino a cinque anni abitava alla frazione San Vito di Garbagna. E’ stata arrestata dalla Digos di Alessandria mentre, rientrata dall’estero, si trovava da una parente a Tortona con l’accusa di terrorismo internazionale.

La giovane,  infatti si era convertita all’Islam e, secondo quanto emerso aveva lasciato Garbagna, dove abitano ancora i genitori, per andare in Siria insieme al marito, il siciliano Francesco Cascio, anche lui convertito all’Islam.
I due avevano anche cambiato nome acquisendo due nomi islamici.

L’arresto arriva direttamente dal procuratore della Repubblica di Torino, Armando Spataro ed è stato disposto per il pericolo di fuga della giovane .

La donna era da sola e questo potrebbe indurre a pensare che il marito sia morto, ma si tratta solo di un’ipotesi.

Lara Bombonati che a quanto pare in Siria si faceva chiamare Khadija, adesso si trova rinchiusa in carcere in attesa che il Gip convalidi l’arresto.

La delicata operazione avrebbe dovuto essere segreta perché coperta dal segreto istruttorio ed oggetto di delicate indagini ed infatti noi, pur essendone a conoscenza, non lo abbiamo scritto. Purtroppo alcuni nostri colleghi, che evidentemente hanno una visione diversa dalla nostra, si sono buttati “a pesce” sulla notizia scrivendo fiumi di parole

Noi abbiamo deciso di limitarci ai fatti, che sono quelli che vi abbiamo raccontato sopra aggiungiamo che secondo l’accusa, la tortonese avrebbe svolto attività di logistica e di assistenza nell’ambito di una neo formazione terroristica operante nelle aree di Idlib ed Aleppo.

per quanto riguarda altre cose scritte dai nostri colleghi si tratta di notizie delle quali  noi non è giunta conferma, ma anche se ne fossimo in possesso NON LE SCRIVEREMMO, così come non pubblicheremmo mai un’immagine della ragazza, perché tutto questo, a nostro avviso, rischia di compromette l’indagine in atto nei suoi confronti con rischio di pregiudicare importanti sviluppi.

La giovane  infatti era controllata dai servizi di  servizi di sicurezza italiani e proprio per la delicatezza della questione  per consentire alle forze dell’ordine di acquisire il maggior numero di informazioni possibili, un Giornalista dovrebbe rendersi conto che in questi casi il diritto di informazione  rischia di scontrarsi con la sicurezza dei cittadini e vista la delicatezza del periodo e i continui  attentati che avvengono in ogni parte del mondo, se mai dovessimo scegliere non abbiamo dubbi: la sicurezza della gente vale più di ogni scoop giornalistico, anche il più eclatante

Prima di essere Giornalisti, infatti, siamo persone e prima di scrivere o fare qualcosa ragioniamo su cosa più giusto.

Purtroppo siamo in pochi a pensarla così: la maggiormente della gente è morbosamente curiosa, salvo poi piangere quando succedono attentati terroristici.   

Angelo Bottiroli