Una lettera aperta in merito alla situazione della sanità in provincia di Alessandria, con particolare riferimento a quella dei servizi di Pronto Soccorso ed alla carenza di letti nelle strutture sanitarie, in relazione a recenti cambiamenti organizzativi ed a tagli di bilancio, è stata inviata dall’avvocato novese,Fabio Garaventa, al Prefetto di Alessandria ed al presidente dei sindaci dell’Asl Al di Alessandria ovvero il Sindaco di Novi Rocchino Muliere.

La nota è stata scritta da Fabio Garaventa in qualità di segretario provinciale del Partito Repubblicano. Prende le mosse da un comunicato del sindacato ospedaliero Nursind in cui si denuncia la grave situazione in cui verserebbero i Pronto Soccorso della provincia, in particolare quelli di Novi, Alessandria e Casale, sedi di Dea.

Nel comunicato sindacale viene rilevato che sono stati ben 378 gli accessi al Pronto Soccorso tra le 24 del 31 dicembre e le 22 del primo gennaio. Tuttavia, secondo il sindacato, i problemi perdurano da diversi mesi ed andrebbero imputati alla “insana scelta” di depotenziare i reparti di Pronto Soccorso di Acqui e di Tortona.

Una decisione che, secondo il Nursind, avrebbe provocato “ripetuti e prolungati sovraffollamenti dei reparti di Pronto Soccorso di Casale, Novi e soprattutto di Alessandria.”

Il Nursind lega questo fatto alla carenza di posti letto: “L’occupazione di tutti i posti letto è ormai satura al 100% e raramente, o quasi mai, un letto rimane libero per almeno ventiquattro ore. Tutto questo si ripercuote sul reparto di Pronto Soccorso dove la situazione è assai critica. Sovraffollamento, gente che staziona su carrozzine, sedie e barelle all’interno dei reparti alessandrini di prima emergenza sono ormai situazioni all’ordine del giorno.”

L’AVVOCATO SOLLEVA LA QUESTIONE DEL PRONTO SOCCORSO 



L’avvocato Fabio Garaventa lega poi la lettera ad un fatto personale, a quando la sera del 4 gennaio, avendo avuto notizia della situazione in cui stava versando il Pronto Soccorso di Novi, aveva telefonato ricevendo come risposta una domanda avanzata in questi termini: “Ma lei sa com’è la situazione dell’ospedale di Novi?” Una situazione che Garaventa afferma, in effetti, di non conoscere ma che, dopo quella risposta, intende far sua.

“In pratica -rileva Garaventa- è imbarazzante che sia io a sollevare il problema in quanto in primo luogo ci sono i dirigenti dell’ospedale. Ma la denuncia, fatta dall’organizzazione sindacale del personale ospedaliero, deriva proprio da una riorganizzazione che è stata realizzata dai vertici amministrativi e che ha visto depotenziare le funzioni del Pronto Soccorso di Tortona ed Acqui, rimanendo i centri del Dea ad Alessandria, Casale e Novi. Con conseguente aumento dell’utenza, sovraffollamento, criticità che, già presenti in passato, sono e di molto aumentate. I tre Dea della provincia lavorano con lo stesso numero di persone che avevano prima di questa trasformazione e dell’incremento registrato di chi vi fa riferimento.”

Fabio Garaventa spiega successivamente:” Perchè io mi rivolgo al Prefetto ed al Sindaco di Novi?  Perchè il Prefetto in quanto rappresenta l’Autorità Centrale dello Stato è preposto alle situazioni di emergenza. Ed al Sindaco di Novi, Rocchino Muliere, in quanto presidente dei Sindaci facenti parte dell’Asl e perchè è il Sindaco il primo responsabile della Sanità nei Comuni. Ora, se c’è una dirigenza ospedaliera che non capisce come se togli due Dea sulle  cinque prima esistenti crei un problema, si deve fare presente la situazione a chi ha il potere ed il dovere di intervenire. Se c’è una situazione difficile e di emergenza la si deve andare a verificare.”

Nella lettera aperta l’avvocato novese e segretario provinciale del Partito Repubblicano pone alcune domande. Queste. “Per quale motivo organizzativo sono stati deliberati,  cambiamenti organizzativi e tagli con questi negativi effetti che segnalano una situazione di emergenza? Il depotenziamento dei servizi di Pronto Soccorso di Acqui Terme e di Tortona è avvenuto solo per motivi di bilancio? L’accesso alle strutture è regolamentato o, come sembra e mi risulta, esiste un vero e proprio fenomeno di cittadini extracomunitari, da tempo ritornati al loro Paese, e che compiono vere e proprie migrazioni solo per accedere gratuitamente ai servizi sanitari, peraltro e come visto, oggetto di tagli e di ridimensionamenti alle risorse? Le risulta una carenza di posti letto per ricoveri che, unito all’aumento degli accessi al Pronto Soccorso, è fioritura di inefficienza sui servizi?.”

PROBLEMA IMMIGRATI

Nella lettera aperta quindi Fabio Garaventa afferma la necessità che il personale vada messo al meglio nelle condizioni di operare e, come, recentemente, a suo avviso, questo principio non appaia attuato nella realtà. Quindi rileva: “Le dirigenze ospedaliere  non sembra che facciano qualche cosa per far fronte a queste criticità, del Dea ma anche della carenza di posti letto per coloro che devono essere ricoverati. In merito agli immigrati che, rientrati nei loro Paesi, continuano ad avvalersi dei servizi sanitari prestati dal nostro ospedale e vengono qui a farsi curare, chiedo se esiste un controllo. Io ho una consapevolezza personale di piccoli imprenditori maghrebini che, in zona, avevano aperto delle piccole aziende edili, sono rimasti attivi per qualche anno e poi sono rientrati in patria. Ma quando hanno dei problemi vengono qui per farsi curare ed il Prefetto è deputato anche a questo controllo. Perchè se noi diminuiamo il personale, riduciamo i reparti ed i costi e poi continuiamo a fare assistenza sanitaria alle persone del nord del Maghreb, c’è qualcosa che non quadra. La nostra zona è, per vocazione, una terra di emigrazione delle persone del Marocco, della Tunisia ma c’è da verificare se ne hanno il diritto.”

IL CAOS TRA ACQUI, NOVI E TORTONA?

Una verifica che per Fabio Garaventa deve appurare se esiste anche, come pare, una carenza di posti letto e di un diritto ad ottenere determinate cose che viene sotteso:”Prendiamo il caso di una persona che ha avuto un incidente ad Acqui, inviata al Pronto Soccorso a Novi dove le dicono che dovrebbe essere ricoverata ma che a Novi, nel reparto in cui dovrebbe essere ricoverata non c’è un letto libero e la mandano all’ospedale di Alessandria: praticamente fa il giro di tutta la provincia perchè venga ottemperato il suo diritto a ricevere le cure sanitarie.”

Quindi afferma: “Mi aspetto, dopo questa lettera aperta, di ottenere delle risposte ed un determinato tipo di risposte. Sono disponibile a sentire i dirigenti amministrativi dell’ospedale. Io  mi rivolgo al Prefetto ed al Sindaco di Novi anche come segretario provinciale del partito repubblicano. Ma devo sottolineare che sono anche un avvocato e, come legale, sono chiamato a svolgere delle azioni di  responsabilità nei confronti dell’Asl. Questa situazione non può essere accettata e, del resto, a non accettarla sono gli stessi dipendenti, con il loro sindacato che sta portando avanti da mesi una protesta chiara di emergenza. Della situazione in cui versa l’ospedale di Novi lo sa il Prefetto e lo sa il Sindaco. A questo punto mi sembra necessario cominciare a sollevare le questioni.”

Faccio presente a Garaventa che il pronto soccorso, sia pure depotenziato, a Tortona esiste ancora per i casi meno gravi. Mi risponde: “Certo ma se mi succede qualche cosa devo farmi una autodiagnosi? E se poi vado al pronto soccorso di Tortona e mi dicessero che sarei dovuto andare al Dea di Novi? Meglio recarsi subito a Novi. E’ stata fatta una scelta sbagliata, quella di chiudere dei pronto soccorso.”

Maurizio Priano