Arrestati dalla Polizia di Stato per associazione a delinquere Si tratta di 6 napoletani che erano dediti a commettere truffe, ricettazione e falso Tutto è partito a marzo di quest’anno, dopo che presso uffici postali di diversi comuni della provincia di Imperia erano stati rilevati vari tentativi di incassi fraudolenti per rimborsi fiscali emessi dall’Agenzia delle Entrate.

Un fenomeno ricorrente, questo, già ampiamente monitorato dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni che, unitamente a Poste Italiane, ha predisposto un dispositivo di risposta sul territorio nazionale. Un sistema che, partendo dalla localizzazione della zona “colpita” dal sodalizio, consente di rendere più semplice l’attribuzione dei vari atti criminosi allo stesso gruppo criminale.

Nel caso in questione, l’occasione è stata fornita dal controllo di un pluripregiudicato, di origini campane, sottoposto all’obbligo di firma. L’uomo era in possesso di denaro appena riscosso fraudolentemente presso l’ufficio postale di Dolcedo, utilizzando documenti d’identità falsi, che riportavano i dati personali dei reali titolari dei rimborsi Irpef, documenti questi ultimi sottratti dal circuito postale.

Gli investigatori hanno da subito compreso che l’uomo non era che una delle tante pedine di un gruppo criminale più ampio e articolato. Da quel momento i suoi movimenti sono stati seguiti passo passo. Accanto alle tradizionali attività fatte di sopralluoghi, appostamenti e pedinamenti, gli investigatori della Sezione Polposta di Imperia hanno attivato complesse indagini tecniche, ed effettuato un meticoloso incrocio di dati e immagini fornite dalle filiali oggetto di attacco che ha consentito agli investigatori di identificare tutti i componenti della “banda” e ricostruire le tracce delle sue attività criminali. Una struttura piramidale, quella del gruppo, che operava su tutto il territorio nazionale. Per effettuare gli incassi fraudolenti, il gruppo si spostava infatti in varie regioni: Liguria, Veneto, Lombardia, Lazio, Toscana, Umbria. In una prima fase dell’indagine, la Polizia Postale ha arrestato in flagranza 3 persone a Vicenza, Frosinone e Como e continuato ad acquisire evidenze sulle responsabilità degli altri membri. A capo dell’organizzazione, un 40enne napoletano, che aveva il compito di reclutare gli “incassatori”, coloro cioè che di volta in volta dovevano presentarsi allo sportello e riscuotere i rimborsi Irpef utilizzando documenti falsi.

L’uomo aveva anche il compito di individuare le filiali di Poste ove operare, di organizzare e finanziare le spedizioni criminali, di distribuire i proventi illeciti ma anche di prestare assistenza legale qualora qualcuno degli “incassatori” fosse stato arrestato. Ad un 31enne napoletano era invece demandato il compito di prelevare ed accompagnare gli “incassatori” presso gli uffici postali. Chi finanziava le spedizioni criminali erano altri due napoletani di 48 e 41 anni. Il ruolo di “incassatore” era invece svolto stabilmente da due 55enni sempre di Napoli. I rimborsi si aggiravano tutti su cifre inferiori ai mille euro e venivano spediti dalle Agenzie delle Entrate attraverso il circuito postale, con posta non tracciata e tutti residenti nella regione Campania. Tutti gli elementi raccolti dagli investigatori, hanno consentito al Pubblico Ministero della Procura della Repubblica di Napoli, di richiedere ed ottenere dal G.I.P. di quel Tribunale le 6 misure (3 in carcere, 1 ai domiciliari, 1 obbligo di firma alla P.G. e 1 obbligo di dimora). Nel corso della perquisizione, gli operatori della Sezione Polizia Postale di Imperia, supportati da quelli del Compartimento di Napoli, hanno rinvenuto documenti falsi, schede sim, pc e cellulari, i cui contenuti saranno oggetto di successive analisi tecniche da parte degli investigatori.