Il comandante di uno yacht battente bandiera italiana è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria per procurato allarme, dopo essersi maldestramente disfatto della radio-boa per la localizzazione di emergenza (EPIRB). Dopo averne acquistata una nuova, il comandante dell’unità si è sbarazzato della vecchia senza rispettare la corretta procedura, abbandonando in mare la radio-boa ancora funzionante, poi arenatasi nei pressi del porto di Sanremo.

L’attivazione del segnale di emergenza, captato ripetutamente dal satellite, ha di fatto impegnato la Guardia Costiera per diversi giorni, fino a quando i Militari hanno ritrovato la radio-boa tra gli scogli del molo foraneo di Portosole Sanremo.

Nella ricerca, non potendosi escludere, in un primo momento, che si trattasse di un’emergenza reale, sono state impegnate due motovedette (la CP 2110 di Imperia e la CP 864 di Sanremo), due pattuglie a terra e numerosi Militari nelle Sale Operative di Imperia, Genova e Roma, con un evidente dispendio di risorse pubbliche.

Il comandante dello yacht dovrà ora spiegare all’Autorità Giudiziaria le motivazioni di questo comportamento e dovrà rispondere di procurato allarme e di abbandono di rifiuti in mare: infatti, le radio-boe che vengono sostituite devono essere smaltite come rifiuti speciali in accordo con le norme previste da un apposito regolamento (il cosiddetto “Decreto RAEE” – Rifiuti di Apparecchiature Elettroniche ed Elettriche, in vigore dal 2007).

“È di fondamentale importanza che qualsiasi radio-boa venga dismessa nel modo corretto, in modo che non trasmetta più il segnale di emergenza. Tutti i comandanti di nave hanno il dovere di conoscere la corretta procedura di smaltimento delle radio-boe e sanno bene che nessun rifiuto elettronico può essere smaltito in mare. È difficile trovare una giustificazione a questi comportamenti – spiega il C.F. (CP) Luciano PISCHEDDA, Comandante della Capitaneria di Porto di Imperia. Anche per questo motivo si valuterà se sussistano i presupposti per chiedere il rimborso delle spese sostenute dall’Amministrazione a causa di un comportamento così superficiale ed irrispettoso dell’ambiente marino”.