I Carabinieri della Stazione di Oviglio hanno denunciato per truffa aggravata e falso materiale un cittadino italiano di 66 anni, residente in provincia di Bergamo, pluripregiudicato anche per reati specifici. La vicenda prendeva spunto da una denuncia presentata nel febbraio di quest’anno da un uomo del posto il quale riferiva ai militari che a fine dicembre inseriva, su un sito di vendite on line, un annuncio per la vendita di un mobile antico, un comò, al prezzo di 15.000 euro. Ai primi di gennaio l’uomo riceveva una telefonata da una donna che diceva di essere interessata all’acquisto del mobile, la quale chiedeva maggiori informazioni. La donna, molto interessata all’oggetto, diceva all’inserzionista che per il giorno seguente avrebbe mandato un uomo di sua fiducia, esperto restauratore, a vedere il mobile. Il giorno seguente infatti si presentava un uomo, il 66enne appunto, che mostrava una certa esperienza di mobili antichi, al quale il mobile piaceva molto, ricevendo delle telefonate dalla donna molto interessata al mobile. La donna a quel punto confermava l’acquisto del comò per 15.000 euro, dicendo al venditore che avrebbe mandato un trasportatore di sua fiducia a ritirarlo. Veniva fissato così l’appuntamento e il pomeriggio del 18 gennaio arrivava a Oviglio l’incaricato della signora a ritirare il mobile, con una busta contenente un assegno circolare della cifra concordata, il foglio della scrittura privata relativa all’acquisto del mobile antico e la fotocopia della carta di identità della donna. Il trasportatore prendeva a quel punto il mobile, ma quando il venditore si recava in banca per depositare l’assegno, aveva una brutta sorpresa nello scoprire che il titolo messo in pagamento era falso. L’uomo cercava di contattare la donna non riuscendoci perché si rendeva irrintracciabile e alla vittima non rimaneva altro da fare che presentare denuncia e portare l’assegno e la fotocopia del documento di identità ai militari del luogo, che ovviamente li ponevano sotto sequestro. Da quel momento iniziavano gli accertamenti dei carabinieri i quali verificavano che, oltre all’assegno, era falso anche il documento di identità inviato in fotocopia dalla donna insieme alla scrittura privata relativa alla vendita del bene e che il numero di telefono in uso alla donna risultava intestata a persona inesistente. A quel punto i militari, grazie alle preziose indicazioni fornite dalla vittima che aveva preso la targa del mezzo utilizzato dal trasportatore, ignaro di tutto, per ritirare il mobile e portarlo agli autori della truffa, risalivano al padroncino e, a seguito di ulteriori attività di indagine, all’uomo che per primo era andato a visionare il mobile per una valutazione e che era il destinatario del mobile ritirato dal trasportatore. L’uomo veniva identificato nel 66enne e veniva accertato che lo stesso aveva commesso, in Lombardia, Piemonte e Liguria, ben altre nove truffe identiche a quella commessa ad Oviglio, utilizzando assegni falsi che riportavano sempre lo stesso numero seriale. Su questi assegni, duplicati in maniera perfetta in ogni parte, veniva cambiato solo il nome del beneficiario, l’importo e il luogo di emissione, consegnandoli poi alle vittime di volta in volta contattate. Veniva pertanto denunciato all’Autorità Giudiziaria per truffa aggravata e falso materiale. Sono in corso ulteriori indagini per individuare la donna che inizialmente aveva trattato con il venditore fino al ritiro del bene, per poi sparire definitivamente.