I militari del Nucleo Operativo della Compagnia di Alessandria hanno denunciato per simulazione di reato un cittadino italiano di 26 anni, pregiudicato. Il giovane la sera del 17 aprile, intorno alle 21.30 telefonava per due volte al 112 riferendo di essere stato vittima di una rapina da parte di quattro cittadini nordafricani che, dopo averlo picchiato e tagliato con un coccio di vetro, gli avrebbero rubato un borsello contenente 500 euro e quattro telefoni cellulari di proprietà di altre persone che aveva con sé. Chiedeva anche un’ambulanza che veniva inviata insieme a una pattuglia di carabinieri e veniva trasportato in ospedale, dove iniziavano i primi accertamenti sul fatto. Il 26enne forniva la sua descrizione della vicenda e descriveva perfettamente i suoi aggressori, che riferiva di non avere mai visto prima.

Ma da una prima osservazione delle lesioni che l’uomo aveva su un braccio, al petto e all’addome e dei tagli che presentava la sua maglia, le stesse non sembravano causate da un pezzo di vetro. In attesa di essere sottoposto a visita medica, veniva accompagnato dai militari nel luogo dove lui diceva di essere stato vittima della rapina e, dopo essersi fatti spiegare la dinamica del fatto, i militari notavano la presenza di una telecamera privata di sorveglianza che riprendeva in maniera perfetta il luogo dell’evento. L’uomo veniva accompagnato nuovamente al pronto soccorso e invitato per il giorno successivo a sporgere denuncia. Il giorno successivo il 26enne non si presentava in caserma e si rendeva irreperibile. I militari allora si recavano in ospedale per ritirare il referto delle cure a lui prestate e venivano a sapere che, dopo essere stato lasciato dai carabinieri, si allontanava volontariamente senza ricevere alcuna prestazione sanitaria.

Dalla visione dei filmati veniva accertato che in quel luogo non c’era stata alcuna aggressione o rapina e che quindi la vicenda risultava tutta una montatura del 26enne perché in realtà nulla era mai successo. Però lui, sia telefonicamente che verbalmente ai militari che lo avevano assistito, aveva denunciato un fatto reato palesemente falso motivo per il quale, avendo i militari raccolto una serie di elementi che evidenziavano come la denuncia fosse completamente inventata, veniva denunciato all’Autorità Giudiziaria per simulazione di reato.