corrotti IA tutti, in fondo, piacerebbe credere che un pubblico amministratore metta al primo posto l’interesse della collettività, e che questo proposito non si esaurisca nell’enunciarsi di un mero principio, bensì prenda vita e si incarni in un patto con i cittadini, riconfermato quotidianamente da concrete azioni di buon governo, in tutte le forme di esercizio e partecipazione alla vita pubblica.

Nei fatti, purtroppo, siamo quotidianamente   bersagliati da notizie di scandali e malaffare a questo o a quel livello, diventando sempre più disillusi e diffidenti.

Avremmo davvero bisogno di ritrovare in chi ci amministra la “diligenza del buon padre di famiglia”, da parte di tutti ed ognuno secondo le proprie possibilità, tanto nei politici di maggioranza come in quelli all’opposizione, nel gesto spontaneo di un qualcosa dovuto a tutti i cittadini e non solamente al proprio elettorato.

E’ viva e pungente la necessità di una gestione oculata, ed ancor più sentita in questi ultimi anni, dove la morsa sempre più stringente di una crisi economica infinita, ogni giorno e senza distinzioni, toglie lavoro e sottrae speranza, attorno a noi e dentro le nostre stesse famiglie.

Amministrare il denaro pubblico non è certamente impresa facile, e per instaurare un vero rapporto fiduciario uno dei passi fondamentali è realizzare una totale trasparenza nei bilanci, così che i cittadini sappiano esattamente come e in che cosa vengono spesi i soldi pubblici.

Il pubblico amministratore deve mettere al primo posto l’interesse della collettività, ma un buon amministratore ha la responsabilità di farlo intervenendo a tagliare le spese e gli sprechi del sistema amministrativo, e non solo aumentando tasse ed imposte per far quadrare i conti.

Ma tutto questo quando succede?

Lettera Firmata



13 ottobre 2015

corrotti - L