sfratto QI fatti sono che una famiglia di marocchini da anni residente in italia è stata sfrattata. Sulla questione però ci sono due diverse versioni che riportiamo: la prima dell’Associazione “Verso il Kurdistan” la seconda del Comune di Alessandria. Ai lettori stabilire chi ha ragione.

LA VERSIONE DI VERSO IL KURDISTAN



Il capofamiglia, da 13 anni in Italia, con regolare permesso di soggiorno, ha avuto la sfortuna di perdere il lavoro a fine 2012; c’è poi il figlio maggiorenne, anch’egli rimasto disoccupato, la madre, una donna anziana, con qualche non lieve problema di salute, che parla solo il berbero e poi infine c’è un figlio minorenne, di 14 anni, che frequenta la scuola Vochieri e che nei prossimi giorni potrà scrivere un bel tema sul trattamento che l’Italia, Alessandria ha riservato a lui e alla sua famiglia.

Questa è la famiglia marocchina di Sdraiti Mohamed, una famiglia bisognosa di aiuto, che lunedì, su istanza della proprietà, l’Associazione Italiana Ciechi, che non ha accettato neppure l’ultima offerta di affitto e con l’autorizzazione della Prefettura di Alessandria che ha autorizzato l’intervento della forza pubblica, ha subito uno sfratto, in via Aspromonte 32, in Alessandria.

Non sono state certamente usate le buone maniere: dapprima è stato proibito alla giornalista de “La Stampa”, intervenuta sul posto, di entrare nell’alloggio, mentre l’ufficiale giudiziario urlava verso le donne e i bambini presenti di “uscire immediatamente”, scioccandoli; poi i poliziotti hanno letteralmente spintonato sul pianerottolo inquilini e solidali che si trovavano nell’alloggio e il fabbro chiamato dalla proprietà ha cambiato la serratura della porta d’entrata, impedendo alla famiglia di recuperare i propri effetti personali!

 

Accompagnati dai solidali dell’Associazione Verso il Kurdistan che ha seguito fin dall’inizio questa famiglia attraverso il proprio sportello legale, gli sfrattati hanno stazionato nell’atrio del Comune di Alessandria, dove, dapprima, c’è stata una chiusura, non si è manifestata alcuna volontà di andare loro incontro con una soluzione tampone.

L’unica proposta allora del Comune – non accettata dalla famiglia – è stata quella di prevedere il ricovero della madre e del figlio minorenne presso il dormitorio femminile, mentre per il padre e il figlio maggiorenne, la proposta è stata quella del dormitorio maschile. Essendo dormitorio, l’offerta, ovviamente, valeva solo per la notte, con fuoriuscita alle 7 del mattino e rientro alle 20 di sera!

Il resto della giornata si arrangiassero!

Il tutto condito da forzature, minacce di denuncia e quant’altro.

Sfiniti per la giornata, siamo stati noi solidali, insieme alla famiglia, a trovare una soluzione di ospitalità per la notte di lunedì.

Questo per restituire la verità dei fatti!

LA VERSIONE DEL COMUNE DI ALESSANDRIA

Nel primo pomeriggio di martedì 22 settembre una famiglia extracomunitaria si è presentata in Comune, accompagnata da rappresentanti dell’associazione ‘Verso il Kurdistan’, a seguito dello sfratto da una abitazione di via Aspromonte, avvenuto questa mattina.

L’Amministrazione Comunale, preso atto della situazione di emergenza, si è subito attivata per risolvere concretamente la situazione, proponendo una soluzione alloggiativa temporanea che vede la mamma ed il figlio minore allocati presso l’ostello femminile che, contattato, ha offerto disponibilità immediata; il padre ed il figlio maggiorenne ospitati presso il dormitorio maschile della Caritas che, a sua volta, conferma la disponibilità per la giornata di oggi.

I rappresentanti dell’associazione ‘Verso il kurdistan’, d’accordo con la famiglia, hanno dichiarato espressamente che non sono interessati alla proposta e l’hanno rifiutata.

L’Amministrazione Comunale, sensibile al problema, si è inoltre immediatamente attivata con la collaborazione della Caritas e della Ristorazione Sociale per offrire un pasto alla famiglia.

Sulla base delle norme e delle disponibilità di Bilancio, non è nelle possibilità dell’Amministrazione Comunale fornire diverse soluzioni abitative, pur preso atto della gravità della situazione.

 

22 settembre 2015