Egregio Direttore,

la recente intesa, suggellata dalla giunta municipale, tra il Comune di Casale Monferrato ed il Tribunale di Vercelli per il mantenimento di un presidio da collocare nell’immobile del complesso di Santa Chiara (che ospita l’ufficio del Giudice di Pace) per l’espletamento delle pratiche di volontaria giurisdizione è senz’altro una vittoria dei cittadini e per i cittadini. Questo perché la presenza di un ufficio di prossimità – in una città che non solo ha perso un Tribunale ma anche una Corte d’Assise, per una operazione meramente ragionieristica dei vari Governi che si sono succeduti – consentirà lo svolgimento  in Casale di pratiche come le amministrazioni di sostegno, le tutele, le curatele, le rinunce all’eredità, le accettazioni con beneficio di inventario, che, da un lato, non comportano necessariamente l’assistenza di un legale, e che, dall’altro, riguardano sovente le fasce più deboli o che comunque stanno attraversando un momento non facile. E come titolava Leonardo Sciascia “ A ciascuno il suo”  giova ricordare che la richiesta che ha generato questo traguardo partì verso la fine del 2013 da una petizione, sottoscritta da circa 200 tra cittadini, avvocati ed operatori di Giustizia. Questa petizione venne immediatamente portata all’attenzione del procuratore della Repubblica di Vercelli, Tamponi, da parte di Giorgio Demezzi, all’epoca sindaco di Casale, in occasione dell’inaugurazione del presidio casalese dell’Ufficio relazioni con il pubblico della procura. Poi, nell’estate del 2014, venne ripresa dal Movimento Progetto Piemonte in una lettera aperta al sindaco di Casale (rimasta senza seguito), ancora da Giorgio Demezzi in una interrogazione al sindaco Palazzetti ed in un colloquio con il Presidente del Tribunale di Vercelli. E infine è stata oggetto di due mozioni votate all’unanimità dall’Unione dei comuni della Valcerrina e a larghissima maggioranza dall’Unione Tra Sture e Po, proposte rispettivamente dai consiglieri Iaretti, la prima e Bremide e Torriano, la seconda. Quindi, se non ci fosse stata una continua pressione sull’attuale amministrazione comunale di Casale, oggi non si sarebbe arrivati a questo punto.  In tutti i passaggi si è insistito su un aspetto: si sarebbe trattato di un intervento a costo praticamente nullo ma che avrebbe avuto una ricaduta assolutamente positiva sui cittadini che si fossero trovati nella necessità di dover averne bisogno, senza trasferte o tempi burocratici più ampi. E Casale, grazie a questi accordi ed a questa impostazione, è riuscita a mantenere  comunque degli uffici di giustizia di prossimità, a differenza di altri centri dove sino al 13 settembre 2013 c’erano Tribunali e oggi ci sono soltanto malinconicamente vuoti e non utilizzati, come Pinerolo, Susa, Saluzzo ed Alba, per citarne soltanto alcuni. Tutto questo che sia meglio, preso atto che ormai la volontà del Legislatore (pur sbagliata) è quella ed è meglio lottare per avere risultati conseguibili, come questi  – e come magari potrebbe essere quello di una presenza degli ufficiali giudiziari sul territorio del Casalese, che alleggerirebbe il carico di Vercelli per la delicata fase delle notifiche degli atti – piuttosto che continuare a rimpiangere il mancato conseguimento della seconda Corte d’Appello del Piemonte (ma Casale è mai stata davvero in competizione, questa non era forse tra Novara e Busto Arsizio/Legnano ?) o di cercare, con il retino delle farfalle di ottenere una Sezione Staccata, cosa che ogni ministro ha sin qui escluso, anzi uno degli obiettivi prioritari della riforma delle circoscrizioni giudiziarie era stata proprio la soppressione delle Sezioni Staccate, considerate improduttive ?

Per ora,  comunque, non possiamo che compiacerci di questo nostro obiettivo raggiunto, alla piemontese, passo dopo passo.

Giorgio Demezzi – Consigliere comunale di Casale Monferrato


Massimo Iaretti – Presidente Movimento Progetto Piemonte Consigliere  di Villamiroglio

14 giugno 2015