auto duomo - IDirettore, nel salutarLa Le chiedo di omettere il mio nome.
Le scrivo per esprimere un modesto pensiero, costruttivo per quanto possibile e non critico, sul tema della sicurezza.
Il problema e’ ormai a livelli di codice rosso e delle strategie per contrastare sia gli eventi delittuosi che le reazioni esasperate della gente, il tutto in aumento preoccupante, non si parla. Non affrontare il problema con costanza e determinazione, che e’ nazionale ma anche attorno a noi come recenti avvenimenti dimostrano, non porta a mio avviso da nessuna parte se non ad una incontrollabilita’ delle situazioni che ne scaturiscono.
Vero che c’e’ probabilmente carenza di uomini e mezzi, in rapporto alle necessita’ attuali, ma e’ vero anche che proprio per queste carenze occorre elaborare strategie mirate e sinergiche.
L’angoscia, l’esasperazione, e la paura non obbediscono alle regole ed alle leggi; quando prendono il sopravvento portano l’essere umano a comportarsi irrazionalmente ma e’ anche necessario rispondere razionalmente alla richiesta d’aiuto che la gente manda ogni giorno.
Mirate perche’, come scrivevo giorni fa, controllare il territorio fermando  auto con donne sole o coppie anziane a bordo non e’ a mio avviso una strategia mirata ma un impiego di risorse umane ed economiche non adeguatamente organizzato per il periodo attuale; o mi sbaglio?

Gli obiettivi vanno definiti a priori, auto  segnalate come sospette-auto e furgoni con piu’ uomini a bordo ecc., ed eventualmente variati, da parte dei responsabili, se varia la casistica delle situazioni sospette cosi’ come i responsabili dovrebbero monitorare sul campo a campione ed a sorpresa l’attivita’ in argomento, non per sfiducia nei confronti dei collaboratori ma per mantenerne alta la soglia di attenzione ed apportare i cambiamenti ritenuti necessari, oltre a controllare a posteriori l’attivita’ svolta con un esame di merito per i controlli delle identita’ effettuati.  Controllori e controllati non possono essere le stesse persone; mai.
Sinergiche perche’ sia le strategie che le informazioni dovrebbero essere patrimonio comune per tutte le forze dell’ordine, ammesso e non concesso che gia’ non lo siano, con regole e protocolli di intervento comuni volti ad ottimizzare le risorse impiegate.
Non metto certo in discussione la volonta’, il senso di responsabilita’  e lo spirito di abnegazione delle forze dell’ordine, non mi compete e non sono nemmeno preparato per farlo, ma le strategie non coerenti, a mio avviso, con i momenti in cui viviamo dovrebbero esserlo.  La statistica inerente il numero dei controlli effettuati e’ una cosa mentre l’utilita’ di detti controlli, effettuati come sopra descritto o senza obiettivi precisi, e’ concreta o non lo e’? Se io fossi un responsabile di queste attivita’ mi porrei questa domanda e nell’immediato proporrei varianti mirate.
Cordiali saluti


   Lettera firmata

11 marzo 2015