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Far tornare il punto nascite a Tortona, pura utopia o prospettiva concreta?

La possibilità di farlo, a livello legale, c’è stata, ed anche in più di un’occasione, che andavano colte per tempo, se si voleva mantenere il punto nascite di Tortona aperto.

Prima occasione persa: il ricorso al TAR

Chi avesse voluto, davvero, mantenere aperto il punto nascite di Tortona, sarebbe dovuto ricorrere al TAR entro i 60 giorni dalla delibera di giunta (Cota, ai quei tempi) che ne stabiliva la chiusura al 30 giugno 2013. Altri Comuni hanno seguito questa via, spuntando anche qualche successo.
Mentre qui, all’annuncio che perderemo il punto nascite a favore di Novi Ligure, la Tortona politica che fa? “Si costerna, s’indigna, s’impegna, poi getta la spugna con gran dignità” avrebbe detto De André. E la prima occasione, la più importante, ce la siamo giocata.

Seconda occasione persa: la tempistica del blitz ASL AL



Il 30 aprile 2013 segna l’epilogo dei nati a Tortona; un vero e proprio blitz ci priva della “tortonesità per nascita”. La delibera di giunta regionale prevedeva la dismissione entro il 30 giugno, ma – a sorpresa (ed azzarderei, a tradimento) – l’Asl di Alessandria ne anticipa di ben due mesi la chiusura: perché questa scelta repentina? E le stranezze non si esauriscono qui. Il trasferimento viene effettuato in soli 19 giorni: l’11 aprile arriva l’ufficialità e il 1° maggio tutto è già a Novi. Questi fatti, ricordiamolo, avvengono solo due settimane prima che il verbale della Commissione tecnica interprovinciale (che dichiara il Punto nascite di Tortona superiore a quello di Novi) diventi di dominio pubblico. Quali motivi possono aver portato il Direttore Generale dell’Azienda Sanitaria di Alessandria, Paolo Marforio, a prendere questa decisione con tanto anticipo? Quale altra scadenza, fatta passare sotto traccia, poteva contribuire ad una accelerazione tanto repentina? Forse il fatto che a fine maggio sarebbero scaduti i termini per il ricorso al TAR contro la delibera regionale di riordino della sanità, approvata il 14 marzo 2013 dalla giunta di centro destra guidata da Cota? Meglio giocare d’anticipo e spostare il tutto prima che a qualcuno venga in mente di ricorrere al TAR ed ottenere, perlomeno, la sospensiva?   O forse il tutto era già stato deciso, nella stanza dei bottoni? Seconda occasione: bruciata.

Terza occasione persa: molto rumore per nulla

Era il 24 maggio 2013, e mentre il Piave mormorava, un Berutti tanto furioso da far impallidire il più famoso Orlando, tuonava: “Chiediamo di rivalutare seriamente e immediatamente l’ipotesi di spostamento del centro di pediatria neonatologica all’interno dell’Ospedale di Tortona al fine di consolidare le condizioni di sicurezza definite dall’indagine del novembre 2012. Attendiamo risposte chiare e a stretto giro di posta”.
“Se ciò non avverrà – concludeva Berutti – intraprenderemo azioni su altre strade, non escludendo quella legale”. (1)

Tre giorni dopo, il 27 maggio, in conferenza stampa, l’ex sindaco incalzava: “Data la gravità della situazione che ci troviamo ad affrontare chiediamo all’assessore alla Sanità, Ugo Cavallera che istituisca una commissione tecnica che apra un’inchiesta e chiediamo che venga messo in discussione il tutto e che la decisione venga rivista seguendo le conclusioni e le indicazioni fornite dal team di professionisti”. (2)

L’allora primo cittadino lanciava l’SOS all’indirizzo del proprio mecenate politico, fresco assessore regionale alla sanità, per tirarsi fuori dalla melma in cui lo aveva abbandonato Marforio. Non se ne cavò un ragno dal buco: uteri, placente ed incubatrici restarono di pertinenza novese, ed a stabilirlo non fu un’ardita battaglia legale, bensì una molto più confortevole inerzia.
Nel frattempo, a Bra, portavano a casa l’accoglimento del ricorso al TAR promosso da ANAAO (sindacato medici dirigenti) con la sospensiva della chiusura dei punti nascita di Bra, Carmagnola, Tortona, Acqui Terme e Domodossola. (3)
Noi non c’eravamo. Eppure questa sospensiva riguardava anche noi. Nessuno lo sapeva. Terza occasione bruciata.

Quarta occasione persa: so di non sapere

Eppure qualcuno, di quella sospensiva, sapeva eccome. Rilasciò, ovviamente, anche più di un commento, al riguardo. Proprio lui, il successore di Paolo Monferino, neo assessore alla sanità piemontese: Ugo Cavallera. “Nel momento in cui ci sarà il parere del Tar si potrà prendere una decisione politica”, affermava in quei giorni il neo inquilino di corso Regina Margherita.

Forse Berutti era troppo furioso e non si espresse bene, forse Cavallera era assessore da troppo poco tempo, sta di fatto che decisioni politiche a Tortona, non se ne sono viste. Nemmeno un timido tentativo per dire “Fermate tutto, c’è una ordinanza sospensiva da parte del TAR per alcuni punti nascita, ripristiniamo il tutto com’era prima e vediamo come va a finire”. E così, anche la quarta possibilità è passata in Cavallera. Pardon, in cavalleria.

(Fine prima parte)

Annamaria Agosti

(1) Oggi Cronaca 24.05.2013 http://tinyurl.com/phhmmm9
(2) Oggi Cronaca 27.05.2013 http://tinyurl.com/ocnqnfb
(3) La Stampa http://tinyurl.com/mxncwfu

25 gennaio 2015

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