medici - QjpgPrevenzione Serena ha iniziato in Piemonte lo screening del tumore del collo dell’utero con il test HPV come test primario al posto del classico Pap test. Dopo la sperimentazione nel dipartimento di screening dei tumori di Torino, il nuovo test viene esteso al resto della Regione. Il Piemonte è tra le prime regioni italiane ad adottare il nuovo test ma tutte dovranno adeguarsi entro il 2018 secondo nuovo Piano Nazionale Prevenzione del Ministero della Sanità.

Il test serve a rilevare l’eventuale presenza del virus HPV ad alto rischio per lo sviluppo del tumore del collo dell’utero. Lo screening con test HPV è ancora più efficace del PAP test nella prevenzione dei tumori del collo dell’utero: esso infatti permette di ridurre del 60% – 70% la comparsa dei tumori invasivi del collo dell’utero rispetto allo screening con Pap test. Lo ha dimostrato uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale The Lancet, con il titolo Efficacy of HPV-based Screening for Preventing invasive Cervical Cancer: follow-up of European randomised controlled trials, che ha valutato su larga scala nei programmi di screening organizzati in Europa, l’effetto dello screening basato sul test HPV rispetto a quello basato sul Pap test. Dopo lo studio, condotto dal dottor Ronco del CPO Piemonte, il test HPV è stato certificato dalla Food and Drug Administration degli USA.

Il test HPV verrà usato per le donne di età compresa tra i 30 e i 64 anni. La maggiore sensibilità del nuovo test consente di allungare il tempo di protezione dopo un test negativo, che passa a 5 anni. (nuovo intervallo tra un test e l’altro)

Il Pap test non perde completamente la sua validità. Nelle donne più giovani in età da screening (25-29 anni) il test HPV rileva molte infezioni destinate a regredire spontaneamente, con un elevato rischio di esami e trattamenti inutili. Pertanto le donne con meno di 30 anni continueranno a fare il Pap test ogni 3 anni. Lo screening dei tumori del collo dell’utero non è indicato prima dei 25 anni di età.

Il programma di screening ha dimostrato di fornire una protezione molto elevata anche con il PAP test. Il rischio di tumore invasivo del collo dell’utero è ridotto dell’80% nelle aderenti all’invito rispetto alle non aderenti.

Per avere questa protezione è necessario effettuare gli esami agli intervalli previsti (5 dopo un HPV negativo e 3 dopo un PAP negativo).

Effettuare gli esami con maggiore frequenza, dopo un esame negativo, non aumenta la protezione.

Ogni anno attraverso lo screening vengono individuate circa 450 lesioni pre-invasive. Nella maggioranza di questi casi il trattamento è molto limitato (distruzione o piccola asportazione della lesione, spesso addirittura ambulatoriale) senza danni per la possibilità di future gravidanze.

Il passaggio al test HPV avverrà in modo progressivo e si completerà nell’arco di cinque anni. Nei prossimi 5 anni il programma di screening inviterà sempre meno donne a fare il Pap test e sempre più donne a fare il test HPV, fino a che tutte saranno passate al test HPV.

Nella fase iniziale, per ragioni di equità, si utilizzerà un criterio casuale di invito per suddividere le donne tra chi farà il test HPV subito e chi lo farà all’invito successivo.

Per saperne di più: http://www.osservatorionazionalescreening.it/content/le-100-domande-sullhpv

Numero verde del Dipartimento ASL Alessandria : 800 008141