Sono iniziati in questi giorni i lavori di ampliamento del reparto di Rianimazione dell’ospedale di Tortona. Si avete letto bene, quella Rianimazione che è stata chiusa con il Piano Sanitario Regionale solo il mese scorso.

Il cartello sull'ex reparto di cardiologi destinato ad ampliare la Rianimazione

Il cartello sull’ex reparto di cardiologi destinato ad ampliare la Rianimazione

Infatti, se da un lato La Regione Piemonte ha deciso di chiudere il Dipartimento di Emergenza ed Accettazione (Dea) dell’ospedale tortonese, dall’altro, al tempo stesso, ha deciso di ampliarlo avviando i lavori di miglioramento della struttura per una spesa complessiva di circa 400 mila euro.

E’ l’ultima incongruenza dei politici piemontesi che guidano la Sanità e che, a quanto pare, agiscono senza sapere che la mano destra fa una cosa e la sinistra il contrario.

Ci riferiamo ai lavori del II lotto di “Completamento dei Nuovi Servizi ed interventi di umanizzazione” dell’ospedale “Santi Antonio e Margherita” di Tortona il cui cantiere capeggia all’ingresso del Pronto Soccorso e riguarda un intervento complessivo di 318,339 euro più Iva, che sono stati consegnati il 7 luglio scorso e dopo la pausa estiva, possono finalmente iniziare.

I lavori riguardano l’ammodernamento dell’ex reparto di cardiologia, (oggi spostato vicino alla Rianimazione) destinati ad ampliare il Dipartimento di Emergenza ed Accettazione.

Peccato che il Dea, con il nuovo Piano sanitario approvato a novembre sia stato di fatto cancellato dall’ospedale di Tortona.

E allora perché effettuare questi lavori in un reparto già destinato a sparire?

Lo abbiamo chiesto all’Asl di Alessandria e la risposta è stata totalmente disarmante: “perché altrimenti perderemo i finanziamenti!”

Immaginando la replica ad una frase del genere, però, l’Asl ha precisato che, comunque, “sia che rimarrà il Dea, sia che verrà soppresso, i lavori sono ugualmente utili perché serviranno ad ampliare il Pronto Soccorso.”

Ci stropicciamo gli occhi: fateci capire noi ampliamo un Pronto Soccorso che, per stessa ammissione degli operatori sanitari, nel caso in cui sparisse la Rianimazione non ci saranno più ambulanze del 118 che porteranno i malati a Tortona?

E allora cosa serve ampliare il Pronto Soccorso? Non bastano i 6 letti di “astanteria” già disponili all’interno del Pronto Soccorso?

Vogliamo sperare che questi ennesimi soldi pubblici, pagati dai contribuenti non vengano gettati al vento, ma possano rappresentare un ennesimo motivo per spingere la Regione a lasciare la Rianimazione a Tortona e non a Novi.

Oppure dobbiamo spenderne altri per mettere a norma il pianterreno dell’ospedale di Novi Ligure e impedire che “vada a bagno” come si è verificato nell’ultima alluvione del 13 ottobre scorso, quando i malati sono stati trasportati al primo piano?

16 dicembre 2014

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