Manca una quindicina d’anni al 1900 quando in terra di Tortona nasce Giovanni Cuniolo, meglio conosciuto come ‘Manina’, soprannome derivato dal nonno, contadino dalle mani sapienti. Un mito.

cuniolo giovanni - ITortona, terra di ciclisti fin dal 1887, anno in cui è stato fondato il Veloce Club, composto da appassionati del velocipede, così Giovanni Cunicolo non poteva nascere in un luogo migliore per la sua vocazione di ciclista, nonostante la poderosa mole.
La sua famiglia viveva con i prodotti dell’orto, sapientemente coltivati tuttavia, il piccolo Giovanni, preferisce in un primo tempo diventare podista, successivamente propende per il ciclismo così, a soli 22 anni, è campione d’Italia, qualifica meritata anche nei due anni successivi: 1906, 1907, dopo aver conquistato il record dell’ora nel 1905.
È in palio il Giro di Lombardia ritenuta, nel 1909, una delle più prestigiose gare, equivalente ad un campionato mondiale. Giovanni partecipa? Eccome! Sbaraglia i 400 concorrenti per salire sul più alto scalino del podio.
La carriera di sportivo è coronata dal terzo posto nel campionato italiano; è ancora terzo nella Milano Sanremo, battuto da Luigi Ganna.
La bicicletta, sospinta dalle sue gambe, corre in Austria, Francia, Australia, per terminare la carriera, a 58 anni.
Grande amico, sostenitore di Fausto Coppi, insieme sono all’autodromo Vigorelli di Milano quando l’Airone di Castellania supera Archambaud nel primato mondiale dell’ora, con lo scoccare dell’anno 1942.
È giunto, per Giovanni, il momento di coronare un altro sogno, sempre inerente alle ruote – quattro questa vlta – ossia quello di aprire la concessionaria Fiat.
Trova in piazza Roma, un locale adeguato; è un momento importante per la sua storia, indivisa con quella di Tortona dove apre il suo salone all’affezionata clientela.
L’esperienza di ciclista non l’abbandona, è prezioso sostenitore, autorevole consigliere, indiscusso punto di riferimento per un altro grande tortonese Fausto Coppi, entrambi immortalati da una stupenda immagine, ripresi sulle loro inseparabili biciclette.
Il suo generoso cuore cessa di battere definitivamente il giorno di Natale dell’anno 1955, a soli 71 anni.

Franco Montaldo