Hanno suscitato polemiche e discussioni le riduzioni e gli aumenti della Tares (la tassa sui rifiuti) che l’assessore Daniele Calore ha illustrato nei giorni scorsi. Le polemiche riguardano soprattutto la riduzione di oltre il 60% nei confronti delle banche e rincari del 32% ad alcuni commercianti.

Calore non ci sta a subire critiche ingiuste da chi si è dimenticato che oltre l’80% degli operatori di Tortona avrà di che guadagnare dalle nuove tariffe, ma non ci sta perché non è colpa del Comune se ci sono stati rincari così alti o elevate riduzioni.

L'assessore Daniele Calore

L’assessore Daniele Calore

“La lista civica Nuova Tortona e  tanti cittadini dopo l’ articolo sulla Tares – dice Calore – si sono indignati, ma per dovere di cronaca faccio una considerazione politica ed una di natura tecnica al fine di dare, attraverso il Oggi Cronaca,  un contributo a tutti i lettori. La prima e’ che il decreto Ronchi, con il coefficiente di produzione di rifiuto presunto, penalizza in modo massiccio i ristoratori, i negozi di fiori , le pizzerie al taglio e tutte quelle aziende  che hanno subito l’aumento e facilita come al solito le uniche che guadagnano sempre ovvero le banche. Quindi non è il Comune che facilita gli istituti di credito e penalizza gli altri, ma sono i nostri politici romani!”

L’assessore però non si ferma qui ed entra ancora più dettagliatamente nel merito della questione: “Ora – aggiunge – mi preme spiegare in poche righe come avviene la determinazione della tariffa e cosa abbiamo fatto noi, Comune di Tortona,  per dare un piccolo aiuto a quelle poche attività che resistono ancora. Per legge il costo del servizio (nel nostro caso circa 6 milioni di euro) deve essere spalmato sulle attività domestiche (le famiglie) e quelle non domestiche (esattamente 31 tipologie di attività commerciali e produttive) con una percentuale di incidenza. Noi per dare un attenzione maggiore alle aziende e non pesare troppo sulle famiglie abbiamo deciso di modificare questa percentuale , caricando di un punto percentuale in più le famiglie rispetto agli anni passati, ovvero aumentando  al 43 % la quota destinata alle famiglie e diminuendo dal 58 al 57% quella destinata alle aziende. Questo 57% dei costi viene proporzionato all’interno di una tabella del Ministero che, come già detto, prima divide le attività in 31 tipologie e poi assegna ad ogni tipologia di attività un coefficiente imposto per legge in un ‘range’ minimo e massimo.”

Per cercare di riequilibrare i costi il Comune ha  deciso un “range” massimo (tra quello consentito) per la tipologia banche ed un  “range” minimo per i ristoratori,ortofrutta,pizza al taglio,fiorai e pescheria ma per colpa della legge le banche risparmiano il 61% e le attività sopracitate subiscono rispettivamente un aumento del 23 % e del 32 %.

“Se non avessimo messo mano alla tariffa – conclude Calore – le attività di ristorazione avrebbero subito un aumento del 40 % e le banche una diminuzione del 71% . Quindi abbiamo di sicuro limitato i danni. In definitiva sapendo di aver agito con trasparenza e contezza dei numeri  molti parlano senza conoscere la materia), faccio una proposta: perché, indipendentemente dagli schieramenti politici,  come Comune non ci facciamo promotori, attraverso le associazioni di categoria di una rivisitazione di questa determinazione contenuta in parte nella legge n 22 del 97 Eliminando queste discrepanze? Ma è normale che secondo il decreto, uno studio di un professionista paghi il doppio di una banca ? Non consuma di certo di più!  E’ serio non censire in modo corretto le attività esistenti nel Comune perché il decreto sancisce solo 31 tipologie di attività costringendo ad assimilare attività che per natura sono diverse ? E’ normale che un circolo che magari al suo interno ha un ristorante  (la legge lo consente) venga considerato come un’ associazione e  Tares venga inserito nella tipologia dei musei, luoghi di culto e associazioni’ e quindi paghi 6 volte meno rispetto al ristorante?  Sono pronto a dare un contributo per una causa giusta. La miglior risposta alla cattiva politica non è  l’ antipolitica ma la buona politica.”

13 agosto 2013