Un biodigestore

Un biodigestore

Lunedì 7 maggio la conferenza provinciale dei Servizi deciderà se dare il via o meno alla costruzione di un biodigestore, grande il doppio di quello già in funzione a Novi ligure che raccoglie e smaltisce la frazione umida dei rifiuti e gli sfalci d’erba di mezza provincia, mentre l’altra mezza viene portata a Castelceriolo.

Il biodigestore dovrebbe sorgere alla periferia di Tortona dove fino a pochi anni fa era in funzione la Piattaforma fanghi che aveva provocato problemi proprio per i miasmi provenienti da quella zona ed è appunto questo ciò che temono molti tortonesi.

Dopo anni di stop, in quest’area, infatti, è stato presentato un progetto per la realizzazione di un biodigestore che, come la vecchia Piattaforma fanghi, utilizzerebbe oltre a scarti di agricoltura, verde ed altre sostanze organiche i fanghi degli scarichi urbani provenienti dal vicino depuratore dell’Amias.

Il progetto è stato presentato da un pool di aziende lombarde e altoatesine: si tratta della Ladurner di Bolzano, della Idrafanghi di Milano e della System Ecogreen di Caggiano in provincia di Milano.

L’impianto prevede lo smaltimento di circa 35 mila tonnellate all’anni di rifiuti, quasi il doppio della portata dell’attuale biodigestore entrato da poco in funzione a Novi Ligure, che raccoglie gli scarti organici provenienti dalle zone di Tortona, Novi Ligure, Acqui e Ovada, ossia circa 10 mila tonnellate all’anno di scarti alimentari e 8 mila di frazione verde.

Il progetto presentato dalle aziende ha già superato la fase preliminare in cui la Provincia di Alessandria aveva chiesto integrazioni ed è praticamente pronto per passare al vaglio della conferenza provinciale dei Servizi, già convocata per martedì 7 maggio che dovrà dare un parere di merito ed approvare o respingere la realizzazione dell’impianto. Giovedì mattina la Giunta comunale si riunirà per dare un parere in merito e prima di mezzogiorno è già stata convocata una conferenza stampa in merito.

I dubbi sulla realizzazione dell’impianto sono parecchi, anche perché si tratta, praticamente di un doppione di quello già esistente a Novi Ligure che è entrato in funzione da gennaio, ma grande il doppio.

Il pool di imprese, nella documentazione depositata in provincia, a quanto pare dichiara che “dalla simulazione si evince un netto miglioramento con una riduzione delle emissioni odorigene. In particolare nessun ricettore supera la soglia del valore non accettabile. Le simulazioni eseguite mostrano che l’esposizione fattiva è inferiore al criterio di accettabilità presso abitazioni ed aree commerciali. Per il centro abitato di Tortona l’esposizione olfattiva è trascurabile.”

Le aziende, quindi confermano che ci sarà dispersione di odori, ma che rimarranno sotto la soglia e saranno trascurabili. Ma ci saranno ed è questo il punto.

Alla luce del fatto che in provincia sono in funzione già due impianti che garantiscono praticamente lo smaltimento della frazione organica di tutti i rifiuti solidi urbani prodotti sul territorio provinciale, c’è davvero la necessità di un impianto simile sul territorio Tortonese? Non è che arriveranno rifiuti provenienti da fuori per garantire la completa operatività della struttura?

E per quale motivo allora non costruire l’impianto nel luogo dove vengono prodotti i rifiuti?

 1° maggio 2013

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Un altro biodigestore