Martino Galli

Martino Galli

Ho conosciuto per caso Martino Galli, classe 1922, scultore marmista nel 2011. A 89 anni lavorava ancora, chino sulla lastra di marmo da incidere, armato di martello e scapello. Cercavo delle testimonianze sulla Tortona d’epoca fascista e mi sono imbattuta in quest’uomo pieno di energia, che ha cominciato a raccontare: di sé, della sua arte di scultore, della sua famiglia di artisti e amanti dell’arte, con orgoglio, con passione, con generosità propria di chi ha vissuto con pienezza tutto quanto ha segnato la sua vita.

Mi ha aperto il suo laboratorio permettendomi di penetrare secoli di storia, non quella scritta nei libri ma quella fatta dalle opere, dai manufatti, sculture, dipinti, lapidi, ma anche oggetti più o meno insignificanti per un qualunque osservatore, ma preziose per Martino, perchè dense di passato e di storie particolari. Così hanno cominciato a scorrere davanti ai miei occhi, grazie alla forza delle sue parole, le immagini della drammatica campagna di Russia nel 1942, quando giovane militare come tanti si trovò a fronteggiare il terribile inverno a 45 gradi sotto zero, esperienza da cui uscì incolume grazie all’aiuto della popolazione ucraina che lo accolse e rifocillò; e le emozioni dell’esperienza partigiana a partire dal gennaio 1944 quando, sotto il comando di “Marco”, Franco Anselmi, entrò a far parte della Brigata Arzani con sede a Dernice. Nelle sue parole ho ritrovato i “ribelli” i cui nomi sono ancora oggi immortalati in alcune strade di Tortona, “Mas” Balustra, Franco Anselmi, Ricci “Pulce”, Virginio Arzani e ho camminato con loro, con Martino, nome di battaglia “Tatiano”, su per le Valli Curone, Grue, Ossona, Borbera, teatro delle azioni sue e dei suoi compagni.

Martino mi ha concesso il privilegio di leggere i suoi quaderni di memorie, redatti in uno stile semplice con una scrittura ferma, riflesso della sua arte di incisore marmista, corredati di disegni eseguiti dallo stesso artista, a illustrare alcuni momenti significativi della sua storia. Ho scoperto così che molti monumenti della città di Tortona e dei paesi del circondario portano la firma di Martino Galli, tra cui ricordo in particolare la stele a ricordo dei Martiri del Castello e la lapide incastonata nel fianco della collina presso le strette di Pertuso in Val Borbera in cui sono incisi i nomi dei caduti della Divisione “Pinan Cichero”.

Filo conduttore nella vita di questo “piccolo grande uomo” è stata proprio l’arte, il dono di raccontare anche con il disegno, la pittura, la scultura. La sua vita, e quella dei suoi antenati, è stata scandita dall’arte: Martino disegnò per le popolazioni ucraine, raccontando loro, con il più universale dei linguaggi, la vita in Italia e restaurando le loro icone rovinate dal tempo; e disegnò per i compagni partigiani per allietare le loro giornate fatte di grande tensione.

A me ha concesso il dono dei suoi racconti. Grazie Martino.

Maria Paola Bidone



 17 aprile 2013