Si chiama “Mal’Aria ed è il dossier che ogni anno Legambiente che controlla la qualità dell’aria nei capoluoghi di provincia. Alessandria ha raggiunto il primo posto, ma la notizia era nell’aria perché da sempre anche negli anni scorsi la città era ai primi postoi in questa speciale classifica.

La mancanz adi inziative prse dalla Giunta Fabbio lo scorsoanno quando le PM10 avevano superato di gran lunga i limiti e il cntro sempre aperto alle auto hanno sicuramente contribuito a far salire sul primo gradino del podio di questa triste classifica il nostro capoluogo di provincia.

E sufficiente digitare la parola “smog” su cerca articoli di Oggi Cronaca, per comprendere quante volt e il nostrogiornale su sollecitazione anche dei cittadini ha auspicato un intervento in emrito.

I dati, quindi, non stupiscono più di tanto.

Ecco comunque la classifica di Legambiente:

Mal'aria

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Relativamente alle 95 città monitorate, i dati a disposizione indicano che il 54% ha superato i 35 giorni consentiti per legge. In ben 51 città infatti la centralina posizionata nelle zone a maggior rischio di inquinamento ha fatto registrare valori ben oltre il consentito: Alessandria (123), Frosinone (120), Cremona e Torino (118) sul podio, tra i peggiori capoluoghi di regione sempre Torino e poi Milano (106). Le prime 10 in classifica sono quasi tutte città dell’area padana [Lombardia (4 città), Piemonte (2), Veneto (2), Emilia Romagna (1)] tranne Frosinone, capoluogo di provincia laziale, che ancora una volta si conferma tra le città con i livelli più elevati di PM10.

Ma non è solo un problema del nord Italia. Al ventesimo posto troviamo infatti Napoli (con 85 superamenti registrati), Firenze (68), Cagliari (64), Roma (57), Palermo (55).

Oltre al PM10, con l’entrata in vigore del Decreto legislativo 155/2010, le città sono obbligate a monitorare anche la frazione più leggera e più pericolosa delle polveri, ovvero il PM2,5 (il particolato costituito da particelle con diametro inferiore ai 2,5 micron). Nonostante il monitoraggiosia obbligatorio già dal 2011 e sia fissato il valore obiettivo di 25 microgrammi/metro cubo come media annuale, ancora oggi sono disponibili i dati di poche città. Tra quelle monitorate daLegambiente i valori del PM2.5 sono fuori norma in 22 città (52%).

Al primo posto ancora una volta le città dell’area padana: Torino, Padova, Lecco, Milano e Brescia con un valore medio annuo compreso tra 35 e 32 microgrammi/metro cubo.

Tra gli altri inquinanti che continuano a minacciare la qualità dell’aria troviamo poi gli ossidi di azoto, che in 24 delle 83 città monitorate dal rapporto 2012 di Legambiente Ecosistema Urbano, hanno superato la concentrazione media annua di 40 microgrammi/metro cubo stabilita dalla legge.

Firenze, Torino, Milano e Roma sono ai primi posti della classifica. Infine a preoccupare maggiormente nei mesi estivi, ci sono i livelli di ozono che risultano elevati in 44 delle 78 città monitorate da Legambiente nel rapporto Ecosistema Urbano.

 18 gennaio 2013