Proseguiamo la pubblicazione del “Piano di Rilancio” per la città di Tortona, un progetto concreto e fattibile, basato sulle proposte dei lettori e sul coinvolgimento delle associazioni che prevede il possibile l’allestimento per tutte le domeniche dell’anno, di manifestazioni in grado di attirare, non solo i tortonesi, ma anche gente proveniente da fuori. Il tutto utilizzando gli stessi fondi che il Comune attualmente stanzia per organizzare quelle poche manifestazioni che ci sono. Delle prime tre domeniche abbiamo già parlato.

La Quarta ed ultima domenica del mese potrebbe essere dedicata alle fiere e alle iniziative per valorizzare il Commercio.

Si tratta della domenica in cui gli organizzatori avrebbero meno lavoro rispetto alle altre, in quanto il programma è in parte già fatto.

Su 12 domeniche, infatti, tre sono già “occupate” da “Cantarà e Catanaj” la Fiera delle anticaglie che si svolge l’ultima domenica di aprile, settembre e novembre. Rimarrebbero da organizzare, quindi, 9 eventi, ma potrebbero anche essere 8 perché la quarta domenica di dicembre, tra Natale e Capodanno, è difficile e a volte anche inutile organizzare manifestazioni.

Rimarrebbero quindi 8 quarte domeniche una delle quali (la quarta di ottobre) potrebbe essere utilizzata per ripristinare la “mostra mercato del tartufo” come avveniva tempo fa in via Fracchia, cioè invitare cercatori e produttori di tartufi locali che potrebbero esporre i loro prodotti. Una manifestazione sempre di grande successo: poche bancarelle anche sotto i portici in caso di maltempo, ma che richiamerebbero in città sicuramente molte persone.

Le altre sette domeniche potrebbero essere così organizzate: due fiere dello “sbarazzo” allestite dai commercianti e una rassegna di vini doc del tortonese invitando tutti i produttori che fanno assaggiare i loro vini.

Le ultime 4 domeniche potrebbero essere dedicate a fiere di settore cioè bancarelle nelle piazze del centro storico (o sotto i portici o al museo Orsi) delle eccellenze tortonesi: una (o due) dedicata ai prodotti alimentari tipici della zona come dolci, formaggi, salumi, frutta e verdura; una (o due) dedicata all’artigianato dove gli artigiani pubblicizzano i loro prodotti e l’ultima la rassegna delle pro loco con i loro avvenimenti e i loro prodotti.

Si potrebbero realizzare piccole fiere campionarie a seconda del momento e delle richieste come ad esempio rassegne floreali,e di giardinaggio, oggettistica particolare e così via; ci sarebbe solo l’imbarazzo della scelta.

L’assunto di fondo è che il Comune mette a disposizione spazi gratuiti senza far pagare nulla e gli espositori espongono la loro merce con mezzi propri ed occupandosi loro di allestire banchetti con loro strumenti

Le spese per il Comune ovviamente sarebbero quelle organizzative, cioè individuare gli espositori stabilirne l’ubicazione e controllare che tutto funzioni nel migliore dei modi, oltre a pubblicizzare ogni singolo evento.

Facile, no?

Angelo Bottiroli


4 novembre 2012

6 – (continua)

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