Francesco Andronico

 

“Nessuno è al di sopra del rigore che la crisi ci impone, la politica non è credibile se continua a chiedere sacrifici senza farne mai. Occorre ridurne da subito i costi, anche attraverso il dimensionamento del numero dei parlamentari, l’abolizione di ogni forma di vitalizio e di finanziamento pubblico ai partiti.La politica torni ad essere l’assolvimento di un dovere civico e non una forma di assicurazione economica. Aboliamo una delle due Camere e che non ci siano più di cinquecento parlamentari”

Così inizia l’intervista con Francesco Andronico che è il referente a Novi di coloro che si rifanno al sindaco di Firenze Matteo Renzi.

Francesco Andronico è, se così si può definire, figlio d’arte: suo padre, Antonino Andronico, è stato una delle maggiori figure del partito socialista a Novi ed a Novi ha ricoperto l’incarico di assessore tra il 1985 ed il 1995.

 

Perchè votare Matteo Renzi?

Perchè le idee di Renzi sono quelle del buon senso. Se discorri con le persone quelli sono i problemi che loro sentono. Le idee di Renzi si rifanno ai bisogni dei cittadini, alla loro quotidianità.

 

Ma per esempio sull’articolo 18 le sue posizioni non sono certo quelle della sinistra e quelle di una Casa della Sinistra che ha indetto la raccolta delle firme per un referendum.

Direi che è sbagliato etichettare certe posizioni con gli aggettivi di destra o di sinistra. Il fatto è che in questo momento ci sono persone che hanno il contratto a termine e quando si trovano alla scadenza del contratto sono fuori, senza alcuna tutela. Quello che si vuole fare è di dare a queste persone delle tutele. Proponiamo la sperimentazione, in tutte le imprese disponibili, per i nuovi insediamenti e le nuove assunzioni, di un regime ispirato al modello scandinavo: tutti assunti a tempo indeterminato, tranne i casi classici di contratto a termine, a tutti una protezione forte dei diritti fondamentali e in particolare contro le discriminazioni, nessuno inamovibile; a chi perde il posto per motivi economici od organizzativi un robusto sostegno del reddito e servizi di outplacement per la ricollocazione. Questo è solo un esempio, le proposte di Renzi sono innovative su diversi argomenti, dall’Europa alla politica per la scuola, dalle tematiche dell’immigrazione all’esigenza di ridurre il debito pubblico attraverso la vendita di quote di patrimonio dello Stato. La scuola: la figura dell’insegnante deve tornare ad avere l’importanza che aveva un tempo, un peso sociale. Adesso sembra quasi un lavoratore di terza categoria ma è l’insegnante che forgia le generazioni del futuro e la scuola è il vero valore della nostra mobilità sociale ed è grazie alla scuola che alle persone si aprono determinate porte.

 

Ma non c’è il rischio che il partito democratico si spacchi in questa battaglia fra bersaniani e sostenitori di Matteo Renzi?

No, lo escludo. Innanzitutto un partito che si chiama democratico deve masticare posizioni diverse, accettare che ci siano persone con una visione differente della società e di come affrontare i problemi che si pongono. Mettiamo in gioco le nostre idee e vediamo se queste idee possono avere o meno il consenso della maggioranza dei militanti e diventare programma di governo. E poi, in secondo luogo, per l’esperienza che ho del Partito Democratico di Novi, una spaccatura non la temo affatto. Perchè desideriamo tutti far valere le nostre idee ma alla fine lavoriamo tutti per uno stesso progetto e per una causa comune. Del resto l’esistenza di posizioni diverse non ha impedito di ritrovarci assieme in battaglie comuni. E lo ha detto anche Renzi: se dovesse perdere le primarie, il giorno dopo comincerebbe a lavorare per il partito.

 

Tu sei avvocato: sociologicamente il gruppo di Renzi come si identifica?

Il gruppo di Renzi si rivolge a tutte le classi sociali. Del resto non credo sia possibile, nella società attuale, vedere un ceto schierato contro l’altro e l’idea stessa di conflitto di classe fra operai ed imprenditori è del tutto superata. Anche perchè non esiste più una vera e propria classe operaia.

 

Quanti a Novi si rifanno al gruppo di cui sei referente? E cosa pensi del fatto che ci sia praticamente mezza Giunta?

Il Comitato ha circa trenta membri e si, è vero, c’è al suo interno praticamente mezza Giunta: Marubbi, Garassino, Tedeschi, Cavanna. Ma io torno a dire che i germi del discorso di Renzi erano già presenti all’interno del partito e per questo hanno trovato terreno fertile e adesioni quando si è formato il gruppo. Non mi stupisce perciò che una parte del partito risponda positivamente alle proposte e che dia una collaborazione ed un sostegno.

 

Nel 2014 a Novi ci saranno le elezioni amministrative: come gruppo avete già pensato a qualche tema?

A me piacerebbe, e spero che possa diventare un progetto già da quest’ano, riguardante lo sviluppo del centro storico di Novi. Ma noi come partito democratico abbiamo un dibattito al nostro interno, assai ricco ed articolato, ed in cui verranno confrontate le varie posizioni.

 

Muliere, Moro o chi altri?

Non mi pronuncio, al momento, sulle figure che possono essere candidato sindaco di Novi. Prima di esprimermi voglio innanzitutto vedere i loro programmi e le loro idee, confrontarmi con loro, sapere che cosa risponderanno alle proposte che avanzerò. Perchè io non faccio battaglie personalistiche ma battaglie per le mie idee. Io mi schiererò con chi la penserà come me su determinati argomenti e su determinati temi.

 

Come e perchè ti sei avvicinato alla politica?

Io sono entrato nel partito democratico ed a fare politica con Veltroni nel 2008, dopo il suo famoso discorso tenuto al Lingotto a Torino. Prima non avevo mai avuto attrattiva per la politica, votavo a sinistra ma non avevo stimoli per impegnarmi. Il discorso del Lingotto mi aveva colpito per le aperture e le novità che conteneva, perchè usciva dagli steccati allora esistenti e parlava a tutti.

Maurizio Priano



 1° novembre 2012